N. 37 - L'economia della CampaniaAggiornamento congiunturale

Nella parte finale del primo semestre del 2021 l'accelerazione della campagna vaccinale e il graduale allentamento delle restrizioni hanno avuto un impatto positivo sull'economia della Campania. Secondo le stime della Banca d'Italia, basate sull'indicatore ITER, nella prima metà dell'anno l'attività economica ha avuto un forte recupero (7,4 per cento), dopo il calo marcato del 2020 (-8,4 per cento). La ripresa dell'attività economica si è concentrata nei mesi primaverili, dopo che il calo del prodotto si era interrotto nel primo trimestre.

Il parziale recupero dei livelli di attività ha interessato in misura ampia e diffusa i settori dell'economia. Secondo il sondaggio congiunturale condotto nei mesi di settembre e ottobre dalla Banca d'Italia, in Campania è notevolmente cresciuta la quota di imprese per le quali il fatturato è aumentato; la ripresa delle vendite è stata moderatamente più diffusa tra le imprese dei servizi, che maggiormente avevano risentito degli effetti dell'emergenza pandemica. Le imprese segnalano tuttavia che, in particolare in alcuni comparti della manifattura, sono emerse tensioni nell'approvvigionamento di materie prime e di input intermedi. Il miglioramento della situazione epidemiologica e delle aspettative delle imprese ha influito sugli investimenti delle aziende, che in larga parte hanno confermato le spese programmate per l'anno in corso; per il 2022 la quota di imprese che prevede di ampliare gli investimenti prevale su quella che ritiene di ridurli.

Il rafforzamento del ciclo economico internazionale ha favorito l'export regionale, che è cresciuto in misura consistente, anche se meno della media nazionale. L'aumento delle vendite ha interessato i principali settori esportatori della Campania - in particolare la farmaceutica, la metallurgia e il settore automotive - con l'eccezione del comparto aeronautico, ancora in calo; le vendite estere della trasformazione alimentare, pur ampliandosi, hanno decelerato, risentendo della riduzione per i settori conserviero e pastario sui mercati del Regno Unito. Le presenze dei turisti stranieri sono state ancora molto contenute rispetto a quelle precedenti l'emergenza sanitaria; tuttavia nel secondo trimestre si è registrato un moderato recupero nel confronto con l'analogo periodo del 2020. Nel semestre il traffico portuale di passeggeri e merci è ripreso; quello aeroportuale ha invece evidenziato ancora una riduzione.

Il calo dell'occupazione, che nel 2020 si era intensificato rispetto al precedente biennio, si è interrotto e il numero di addetti ha ripreso a crescere. L'aumento degli occupati si è concentrato nei servizi e nelle costruzioni e le nuove posizioni attivate hanno riguardato in prevalenza contratti a tempo determinato; si è innalzata la quota di nuove posizioni lavorative ricoperte da donne, dopo il ridimensionamento riscontrato nel 2020. Le imprese hanno fatto ricorso in misura ancora sostenuta agli strumenti di integrazione salariale. Il numero delle persone in cerca di lavoro si è anch'esso ampliato ma il tasso di attività rimane ancora al di sotto dei livelli pre-crisi.

Il miglioramento del clima di fiducia delle famiglie e l'allentamento delle restrizioni alla mobilità hanno favorito la ripresa dei consumi e delle compravendite di immobili residenziali. L'indebitamento delle famiglie ha recuperato intensità, interessando sia i mutui per l'acquisto di abitazioni, sia il credito al consumo, in particolare nella componente finalizzata all'acquisto di beni durevoli. Si è ulteriormente ampliata l'accumulazione di liquidità da parte delle famiglie sotto forma di depositi bancari, sostenuta anche da motivi precauzionali.

Nel corso del primo semestre il credito alle imprese ha continuato a crescere ai ritmi della fine del 2020. In un contesto accomodante della politica monetaria, la domanda di credito, per larga parte assistita da garanzie pubbliche, si è assestata sui livelli della seconda parte del 2020. Il ricorso alle moratorie e ai finanziamenti garantiti rimane significativo: a giugno di quest'anno i prestiti in moratoria alle imprese campane rappresentavano poco più di un decimo del totale dei finanziamenti e circa un terzo di questi era assistito da garanzie Covid-19. Il tasso di deterioramento del credito alle imprese è rimasto su livelli contenuti, anche per le misure governative di sostegno al credito e alla flessibilità consentita dalle norme relative alla classificazione dei finanziamenti.

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