N. 28 - L'economia del Friuli Venezia GiuliaAggiornamento congiunturale

L'attività economica in Friuli Venezia Giulia, duramente colpita dalla crisi pandemica nel 2020, ha avuto una significativa ripresa nella prima metà del 2021. In base all'Indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d'Italia, la crescita del prodotto nel primo semestre dell'anno in corso, rispetto al corrispondente periodo del 2020, sarebbe prossima al 12 per cento e superiore a quella stimata dall'Istat a livello nazionale (7,6 per cento). Al netto miglioramento della congiuntura regionale ha contribuito la ripresa dell'attività produttiva in tutti i settori, in particolare l'industria.

Nel primo semestre del 2021 la produzione industriale, al netto della cantieristica, è notevolmente salita per soddisfare una domanda interna ed estera in forte ripresa; il volume delle vendite ha superato i livelli pre-pandemia. Le esportazioni di beni, cresciute di oltre un quarto rispetto al primo semestre del 2020, si sono portate nettamente al di sopra dei valori pre-crisi. La cantieristica, in presenza di una dinamica degli ordini meno vivace rispetto al 2019, ha comunque mantenuto il pieno utilizzo della capacità produttiva. I risultati del sondaggio autunnale della Banca d'Italia, riferiti ai primi tre trimestri dell'anno in corso, confermano una decisa ripresa dell'attività economica nell'industria, nonostante le difficoltà incontrate dalla maggioranza delle imprese nell'approvvigionamento di input produttivi. Le imprese prevedono una ulteriore espansione delle vendite e degli investimenti nei prossimi sei mesi.

Le costruzioni hanno contribuito alla crescita dei livelli di attività e gli scambi sul mercato immobiliare hanno mostrato un marcato recupero. La ripresa si è estesa anche ai servizi, sebbene in misura più contenuta. Tra questi, il settore turistico, che aveva fortemente sofferto per le conseguenze dell'emergenza sanitaria, ha beneficiato di un parziale recupero delle presenze nel primo semestre del 2021, che tuttavia sono rimaste molto al di sotto del periodo pre-pandemia, soprattutto quelle dei visitatori stranieri. La movimentazione portuale invece, al netto dei flussi petroliferi, si è stabilizzata su livelli storicamente elevati.

Nell'anno in corso la liquidità delle imprese è rimasta molto elevata, anche in un contesto di ripresa degli investimenti. L'elevata liquidità è stata sostenuta dall'aumento delle vendite e da un ricorso al credito ancora considerevole, seppur in rallentamento da giugno.

Nella prima parte dell'anno i segnali di miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro si sono rafforzati, in connessione alla progressiva rimozione dei vincoli alle attività economiche legati alla pandemia. Nonostante un'ulteriore lieve diminuzione degli occupati nel primo semestre, le attivazioni nette di rapporti di lavoro dipendente nei primi otto mesi del 2021 hanno superato i livelli del 2019: sono state in gran parte a tempo determinato e si sono concentrate nel terziario, in particolare nel comparto turistico. Il ricorso agli strumenti di integrazione salariale si è fortemente ridotto, collocandosi tuttavia su livelli molto più elevati rispetto al periodo pre-pandemico.

La ripresa dei consumi delle famiglie ha in minima parte compensato la caduta dell'anno precedente. Vi ha contribuito il progresso della campagna vaccinale, che ha consentito una maggiore mobilità e una graduale ripresa degli acquisti.

Alla fine del primo semestre del 2021 la crescita dei prestiti bancari alle imprese regionali ha iniziato a ridursi, dopo la forte espansione legata alla crisi pandemica. I prestiti alle famiglie residenti in regione sono invece tornati ad aumentare. La qualità dei prestiti concessi da banche e società finanziarie alla clientela residente in regione è rimasta stabile grazie anche al progressivo miglioramento delle condizioni economiche e per effetto delle misure governative di sostegno al credito. Il flusso semestrale dei nuovi mutui per l'acquisto di abitazioni ha mostrato un forte aumento e il credito al consumo ha ripreso a crescere, sia pure in misura lieve. I depositi bancari delle famiglie, che alla fine del 2020 avevano raggiunto livelli molto elevati a causa della pandemia, hanno rallentato la loro espansione.

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