N. 37 - L'economia della CampaniaAggiornamento congiunturale

Nei primi nove mesi del 2019 l'attività economica in Campania si è ulteriormente indebolita rispetto all'anno precedente, nel quale l'economia campana aveva già subito un significativo rallentamento. Nel comparto industriale, gli investimenti, frenati dall'incertezza ancora elevata, hanno rallentato; sebbene ancora positivo, si è ridotto il saldo tra le imprese che, nel recente sondaggio congiunturale, hanno indicato un aumento del fatturato e quelle che hanno invece riportato una flessione. Nel comparto delle costruzioni, i cui livelli di attività sono ancora ampiamente distanti da quelli pre-crisi, si sono registrati alcuni segnali di recupero.

La domanda estera ha attutito l'indebolimento del tono congiunturale. Le esportazioni sono aumentate in misura sostenuta, interessando pressoché tutti i principali settori di specializzazione regionale, ed è proseguita la crescita del turismo internazionale. Ne hanno beneficiato le imprese dei servizi dei trasporti. Il traffico container è aumentato nei porti campani e quello passeggeri, sia portuale sia aeroportuale, è cresciuto a ritmi sostenuti.

Tali andamenti non sono stati tuttavia sufficienti a contrastare la flessione dei livelli occupazionali, ampliatasi in misura significativa nel primo semestre dell'anno. Con riferimento al lavoro dipendente nel settore privato, le assunzioni nette a tempo indeterminato sono aumentate, trainate dalle trasformazioni di rapporti a termine. Oltre all'occupazione, si è ridotta anche l'intensità di utilizzo del fattore lavoro: le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni sono aumentate in misura marcata. Anche l'offerta di lavoro è diminuita, riflettendosi in una riduzione sia del tasso di disoccupazione sia del tasso di attività.

Il credito alle imprese si è ridotto, arrestando la crescita in atto dalla metà del 2015. La contrazione ha interessato il comparto delle costruzioni e quello dei servizi. In quello manifatturiero il ritmo di espansione si è dimezzato. A tali andamenti ha contribuito principalmente la debole domanda di credito, specie quella finalizzata a investimenti produttivi, in presenza di condizioni di offerta generalmente distese. Il tasso di deterioramento del credito alle imprese è aumentato e si mantiene ancora relativamente elevato, specie per le società di costruzioni. La tenuta dei margini reddituali delle imprese e la limitata attività di investimento hanno contribuito a migliorare ulteriormente il grado di liquidità delle imprese.

L'espansione delle compravendite di immobili residenziali è proseguita, sostenendo la domanda di mutui per acquisto di abitazioni, accompagnata da tassi d'interesse sostanzialmente stabili su livelli contenuti. Il credito al consumo ha continuato a espandersi a ritmi particolarmente vivaci. È proseguita l'espansione dei depositi bancari delle famiglie, a fronte di un aumento più contenuto del valore dei titoli a custodia detenuti dalle famiglie presso le banche.

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