N. 27 - L'economia del VenetoAggiornamento congiunturale

Nel primo semestre l'attività economica regionale si è indebolita a causa del rallentamento nel comparto manifatturiero. Ven-ICE, l'indicatore elaborato dalla Banca d'Italia che misura la dinamica di fondo dell'economia veneta si è mantenuto positivo, portandosi tuttavia sui valori minimi degli ultimi quattro anni.

I livelli di attività nel settore manifatturiero hanno continuato a espandersi, ma a un ritmo pressochè dimezzato rispetto a quello del 2018, risentendo della debolezza del commercio mondiale. L'indagine della Banca d'Italia prefigura una stagnazione degli ordini tra la fine dell'anno e i primi mesi del 2020 e segnala inoltre che la fase di espansione degli investimenti, in atto dal 2014, si sarebbe interrotta nell'anno in corso. Il quadro congiunturale nel settore dei servizi privati non finanziari è stato nel complesso favorevole, anche grazie al positivo andamento del comparto turistico; le attese degli operatori interpellati nell'indagine della Banca d'Italia sull'evoluzione della domanda a breve termine si confermano ancora positive. La redditività delle imprese dell'industria e dei servizi, pur in calo, si è mantenuta elevata, favorendo un ulteriore miglioramento delle disponibilità liquide nel sistema produttivo. Nelle costruzioni si è consolidato il debole recupero dell'attività iniziato lo scorso anno: al contributo positivo del comparto residenziale si è associata la ripresa degli investimenti pubblici degli enti territoriali. Secondo il sondaggio della Banca d'Italia le prospettive del comparto per il prossimo anno rimangono favorevoli.

Nel primo semestre del 2019 la crescita dell'occupazione è proseguita. Sono aumentati sia i lavoratori autonomi sia quelli alle dipendenze, in particolare con contratti a tempo indeterminato. L'offerta di lavoro è rimasta stazionaria, favorendo il calo del tasso di disoccupazione. Il ricorso agli ammortizzatori sociali è rimasto su livelli minimi, anche grazie alla riduzione dell'apertura di nuove crisi aziendali.

Nel primo semestre i prestiti al settore privato non finanziario sono lievemente calati; vi ha contribuito la flessione dei finanziamenti alle imprese su cui ha inciso l'indebolimento della domanda di credito, connesso con le ampie disponibilità liquide e le minori esigenze di finanziamento per investimenti. I prestiti alle famiglie hanno invece continuato a crescere, favoriti da condizioni di offerta distese e da una positiva domanda per l'acquisto di beni durevoli di consumo. La qualità del credito è rimasta su un livello storicamente elevato.

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