N. 5 - L'economia del VenetoRapporto annuale

Nel 2016 le condizioni dell’economia veneta sono migliorate, favorite dal consolidamento di consumi e investimenti e dalla tenuta delle esportazioni. La crescita si è diffusa tra i principali comparti dell’industria manifatturiera e dei servizi, anche le costruzioni hanno mostrato segnali di una inversione ciclica dopo un lungo periodo recessivo. Il miglioramento è proseguito nel primo trimestre del 2017 e, secondo le opinioni espresse dagli operatori, dovrebbe estendersi all’anno in corso.

Le imprese

La produzione industriale è aumentata, grazie all’accelerazione degli ordini interni e alla crescita, meno intensa dell’anno precedente, di quelli esteri. Nell’ultimo quinquennio le esportazioni regionali hanno comunque espresso un aumento maggiore di quello delle importazioni dei mercati di sbocco, recuperando una parte del ritardo accumulato nei primi anni di crisi, grazie all’aumento della specializzazione nei settori a maggiore intensità tecnologica.

Nel 2016 l’ulteriore crescita dei consumi e lo sviluppo dei flussi turistici hanno sostenuto l’attività nel commercio, nei trasporti e nei pubblici esercizi. Gli investimenti in costruzioni sono lievemente aumentati: i lavori di ristrutturazione hanno sostenuto l’attività nel comparto residenziale mentre l’aumento degli investimenti dei Comuni ha fornito un contributo positivo alla crescita del comparto non residenziale.

La redditività delle imprese è ulteriormente aumentata, riportandosi su livelli analoghi a quelli pre-crisi. La capacità di autofinanziamento si è rafforzata e, con le misure governative di incentivazione (in particolare il “super-ammortamento”), ha favorito un’accelerazione degli investimenti che, nelle previsioni formulate dagli imprenditori, quest’anno dovrebbero rallentare.

Le condizioni finanziarie delle imprese sono ulteriormente migliorate: il grado di leva finanziaria è diminuito, favorito dalla crescente patrimonializzazione. Tali andamenti si sono riflessi nel calo del numero di procedure fallimentari e nel miglioramento della qualità del credito alle imprese. I prestiti bancari alle imprese sono ulteriormente calati: le condizioni di offerta delle banche sono rimaste selettive e la domanda debole.

Il mercato del lavoro

Nel 2016 si è registrato un complessivo miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro: sono aumentati gli occupati e le ore complessivamente lavorate. Gli incentivi pubblici alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro hanno contribuito all’incremento dei lavoratori a tempo indeterminato. Il numero dei disoccupati è diminuito, anche per il graduale rientro nel mercato di lavoro di coloro che ne erano usciti durante la crisi.

Tra i più giovani si è mantenuta elevata la quota di occupati con forme contrattuali a termine, che includono anche i tirocini, in forte espansione negli ultimi anni, tanto da diventare il secondo canale di ingresso dei giovani veneti nel mercato del lavoro.

Le famiglie

I redditi da lavoro dipendente delle famiglie venete sono aumentati, grazie alla crescita delle ore lavorate e delle retribuzioni orarie dei dipendenti. Vi si è associato un incremento della spesa per consumi e delle decisioni di acquisto della casa, che hanno entrambe beneficiato di condizioni di indebitamento favorevoli.

Nel 2016 i depositi bancari detenuti dalle famiglie venete sono ulteriormente aumentati, favoriti dalla preferenza per investimenti a basso rischio e prontamente liquidabili; il valore delle attività finanziarie in deposito presso il sistema bancario ha registrato una diminuzione su cui ha inciso il deprezzamento, pressoché integrale, del valore delle azioni delle due banche venete ex-popolari non quotate.

Il mercato del credito

È proseguito il processo di riconfigurazione della rete territoriale delle banche: alla fine del 2016 il numero delle dipendenze bancarie risultava inferiore di quasi un quinto rispetto al 2008, soprattutto per le significative azioni di ristrutturazione dei primi cinque gruppi nazionali. Alla ridefinizione della rete territoriale si è associato il calo degli addetti e la ricomposizione dell’operatività degli sportelli a favore delle attività più specialistiche e meno standardizzate.

I prestiti bancari all’economia regionale hanno progressivamente attenuato il calo nel corso del 2016, risultando stabili alla fine dell’anno. A fronte di condizioni di accesso al credito nel complesso invariate è cresciuta la domanda di finanziamenti delle famiglie e, più moderatamente, delle imprese.

Nel corso del 2016 il flusso di nuovi prestiti deteriorati si è ridotto, beneficiando della ripresa dell’economia. Tuttavia lo stock di prestiti problematici, accumulati durante la lunga fase recessiva, alla fine del 2016 era ancora considerevole. Il tasso di copertura sui crediti deteriorati si è portato su livelli superiori a quelli pre-crisi, grazie alle ingenti rettifiche di valore effettuate dalle banche negli ultimi anni.

La finanza pubblica decentrata

Nel 2016 si è arrestata la contrazione della spesa pubblica delle Amministrazioni locali venete in atto da un biennio: alla moderata crescita della spesa sanitaria si è associata una significativa espansione degli investimenti che, dopo un prolungato periodo di flessione, hanno beneficiato dell’allentamento dei vincoli di bilancio conseguente al superamento del Patto di stabilità interno.

I Comuni del Veneto si caratterizzano, nel confronto con la media nazionale, per una migliore performance nella gestione delle funzioni fondamentali, sia in termini di spesa sia di livello dei servizi offerti. Negli anni più recenti un contributo alle entrate è pervenuto, per i Comuni con maggiore offerta turistica, dall’imposta di soggiorno.

La pressione fiscale locale sulle famiglie è diminuita nel 2016, essenzialmente in seguito all’abolizione della Tasi sulle abitazioni principali e al blocco delle aliquote imposto dalla legge di stabilità nazionale, mantenendosi su un livello ampiamente inferiore alla media delle regioni a statuto ordinario. È proseguito il calo del debito delle Amministrazioni locali del Veneto, la cui incidenza sul PIL è sensibilmente al di sotto della media nazionale.

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