N. 30 - L'economia dell'Emilia RomagnaAggiornamento congiunturale

Nel primo semestre del 2015 l’economia regionale è tornata a espandersi, dopo la stagnazione dell’anno precedente. I livelli di attività hanno continuato a beneficiare della dinamica positiva delle esportazioni cui si è affiancata una ripresa della domanda interna, sia nella componente dei consumi sia in quella degli investimenti.

Nell’industria manifatturiera il fatturato è aumentato; la crescita è stata più accentuata per le imprese esportatrici, sebbene si sia estesa anche a quelle orientate al mercato interno. La dinamica degli ordini è stata più favorevole per le imprese di maggiori dimensioni e per quelle operanti nei settori delle macchine e dei mezzi di trasporto. Le vendite all’estero hanno continuato a crescere, soprattutto verso i mercati extra-UE e gli Stati Uniti in particolare, avvantaggiandosi anche del cambio favorevole; sono al contrario diminuite le esportazioni verso i paesi emergenti, risentendo del rallentamento di quelle economie. Il miglioramento del quadro congiunturale e l’intonazione più favorevole delle politiche creditizie hanno favorito il riavvio degli investimenti. Nelle costruzioni è proseguita la riduzione della base produttiva, in termini sia di imprese sia di addetti, ma sono emersi primi lievi segnali di ripresa; sul mercato immobiliare sono aumentate le compravendite, mentre i prezzi delle abitazioni sono ulteriormente scesi. Nei servizi privati non finanziari il fatturato è aumentato; tra i principali comparti, nel commercio le vendite sono tornate a crescere per tutte le categorie merceologiche; anche le presenze turistiche in Riviera sono aumentate, trainate dalla componente italiana a fronte di una flessione di quella straniera.

L’occupazione nel primo semestre è leggermente aumentata, soprattutto nel comparto industriale, in concomitanza con un calo del ricorso alla Cassa integrazione guadagni; sono aumentate, inoltre, le assunzioni a tempo indeterminato. Il tasso di disoccupazione è diminuito, pur restando su livelli storicamente elevati.

Si è attenuato il calo dei prestiti bancari. Per le imprese la dinamica è stata divergente fra i settori di attività economica: la contrazione dei finanziamenti si è annullata nel manifatturiero, grazie alla ripresa dei livelli di attività; è proseguita su tassi invariati, rispetto alla fine del 2014, nei servizi e nelle costruzioni. La domanda di credito, in aumento rispetto al semestre precedente, è stata sostenuta anche dal graduale recupero della richiesta di finanziamenti per investimenti produttivi. Le politiche di offerta, sebbene progressivamente più distese, rimangono prudenti, condizionate dal rischio di credito e dall’elevato ammontare di partite deteriorate che gravano sui bilanci bancari. I tassi di interesse sono diminuiti, sia nella componente a breve sia in quella a lungo termine. La qualità del credito stenta a migliorare e rimane su livelli critici, soprattutto per le imprese delle costruzioni. I prestiti alle famiglie hanno registrato una moderata espansione, grazie alla crescita dei nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni e del credito al consumo. Anche per le famiglie, all’aumento della domanda di credito ha corrisposto un miglioramento delle condizioni di accesso, in termini sia di spread applicati sia di quantità offerte.

Secondo il sondaggio della Banca d’Italia, condotto tra la fine di settembre e la prima metà di ottobre, la ripresa dovrebbe rafforzarsi nel quarto trimestre del 2015 e nel primo del 2016, con riflessi positivi anche sull’occupazione. Per il prossimo anno le imprese industriali e dei servizi prevedono, inoltre, un nuovo incremento degli investimenti; quelle delle costruzioni anticipano un aumento del fatturato. Nelle attese delle banche la domanda di credito dovrebbe continuare a espandersi nella seconda parte dell’anno, a fronte di condizioni di offerta in miglioramento.

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