N. 6 - L'economia del Friuli Venezia GiuliaRapporto annuale

Nel 2013 l'andamento negativo dell'attività economica è proseguito seppure a un ritmo più contenuto dell'anno precedente. La domanda interna ha continuato a ridursi rimanendo ampiamente inferiore rispetto al livello antecedente la crisi. A differenza delle altre regioni del Nord Est il sistema produttivo del Friuli Venezia Giulia ha beneficiato solo in parte della ripresa della domanda mondiale: dopo il forte calo del 2012, le esportazioni a valori correnti hanno ristagnato, restando al di sotto del massimo registrato nel 2008 di circa 14 punti percentuali. Sono tuttavia emersi segnali di ripresa nella cantieristica.

L'attività produttiva nell'edilizia è ulteriormente diminuita. Sul mercato immobiliare il numero degli scambi, pressoché dimezzato rispetto all'ultimo picco ciclico, si è stabilizzato; le quotazioni in termini reali sono ancora calate.

Il terziario commerciale e quello turistico hanno continuato a risentire dell'andamento negativo del reddito disponibile delle famiglie e delle difficili condizioni del mercato del lavoro. È invece proseguita la crescita del traffico delle merci transitate per il sistema portuale regionale.

Si è intensificato il fenomeno delle crisi d'impresa, interessando anche alcune importanti realtà produttive regionali, con rilevanti ricadute occupazionali. I principali indicatori del mercato del lavoro regionale hanno registrato un marcato peggioramento. Il tasso di disoccupazione e il ricorso agli ammortizzatori sociali hanno raggiunto livelli storicamente elevati; i lavoratori più giovani sono risultati particolarmente penalizzati anche in connessione alla forte diminuzione dei flussi di assunzioni.

Nel 2013 il calo dei prestiti bancari a clientela residente si è intensificato. La riduzione si è accentuata per le imprese, in particolare quelle di maggiori dimensioni; per le famiglie consumatrici la flessione si è lievemente attenuata negli ultimi mesi dell'anno.
In presenza di criteri di offerta restrittivi, la domanda di finanziamenti delle imprese è diminuita riflettendo principalmente la ridotta attività di investimento. Per le famiglie, negli ultimi mesi dello scorso anno sono invece emersi segnali di stabilizzazione della domanda e si è interrotto l'irrigidimento delle condizioni di offerta.

Gli ingressi in sofferenza dei crediti concessi alle imprese hanno accelerato raggiungendo un nuovo massimo; anche l'incidenza dei prestiti in temporanea difficoltà di rimborso è ulteriormente aumentata. La qualità del credito delle famiglie permane su livelli storicamente elevati.
La crescita dei depositi bancari detenuti dalle famiglie si è attenuata, riflettendo il rallentamento delle forme tecniche vincolate.

Testo della pubblicazione