N. 36 - L'economia dell'AbruzzoAggiornamento congiunturale

Nella prima metà del 2013 l'attività produttiva in Abruzzo ha continuato a contrarsi, sebbene a un ritmo inferiore rispetto al 2012. Le valutazioni espresse dagli imprenditori nel recente sondaggio della Banca d'Italia presso le imprese manifatturiere indicano un'attenuazione del pessimismo circa l'evoluzione della congiuntura regionale. La propensione a investire è tuttavia rimasta modesta, anche a causa degli ampi margini di capacità produttiva inutilizzata e del permanere di condizioni restrittive nell'offerta di credito.

Nel settore delle costruzioni, la flessione dei livelli produttivi è stata meno marcata di quella registrata nel resto del Paese, anche per il contributo della ricostruzione post-sisma. La debolezza dei consumi delle famiglie e il ristagno della produzione si sono riflessi negativamente sull'attività delle imprese del terziario, risultata in calo in tutti i principali comparti.

Le esportazioni sono diminuite in valore, in particolare nei settori farmaceutico, dell'elettronica e del tessile e abbigliamento; si è registrata invece una ripresa delle vendite all'estero di mezzi di trasporto.

Nel primo semestre dell'anno l'occupazione si è ridotta rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, in particolare nell'industria e nelle costruzioni; la flessione del numero di occupati ha riguardato soprattutto la componente maschile, quella a tempo parziale e quella più giovane. La minore partecipazione al mercato del lavoro ha determinato un calo del tasso di disoccupazione, insieme a quello di attività. Si è accentuato il ricorso alla Cassa integrazione guadagni, in particolare nell'industria.

Alla fine del primo semestre del 2013 i prestiti bancari al settore privato si sono ulteriormente ridotti. La contrazione ha riguardato sia le piccole imprese, sia quelle di maggiori dimensioni. L'andamento negativo dei prestiti ha continuato a risentire della congiuntura sfavorevole, che condiziona la domanda di finanziamenti delle imprese, e della selettività nell'offerta di credito da parte degli intermediari. La domanda di prestiti delle famiglie si è ridotta, in particolare nella componente dei mutui per l'acquisto di abitazioni. La qualità del credito bancario è ulteriormente peggiorata, soprattutto nel settore delle costruzioni. La raccolta bancaria presso la clientela al dettaglio ha continuato a crescere. Il risparmio delle famiglie si è orientato verso i depositi bancari e le quote di fondi comuni di investimento.

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