N. 35 - L'economia delle MarcheAggiornamento congiunturale

La nuova fase recessiva che ha colpito l'economia marchigiana nell'autunno 2011 è proseguita anche nella prima parte del 2012. La domanda rivolta all'industria regionale si è indebolita, influenzata dalla contrazione della componente interna. Nel primo semestre la produzione industriale è scesa, specie nei comparti della meccanica e in quelli maggiormente collegati alle costruzioni. Il sondaggio condotto in autunno dalla Banca d'Italia mostra che per circa la metà delle imprese marchigiane intervistate gli ordini sono calati anche nel terzo trimestre dell'anno; nelle attese a breve termine degli operatori, le difficoltà congiunturali persisteranno. L'attività economica ha tratto ancora sostegno dalla domanda estera; le esportazioni mar-chigiane, a differenza di quelle italiane, restano però ancora su livelli inferiori al picco raggiunto prima della crisi.

Si sono aggravate le difficoltà dell'edilizia: il valore della produzione è nettamente sceso, le compravendite di abitazioni si sono ridotte di un quarto. Anche il comparto dei servizi, fortemente dipendente dalla domanda interna, ha ristagnato.

L'occupazione è calata e il ricorso agli ammortizzatori sociali è tornato a espandersi; il tasso di disoccupazione, pur inferiore alla media nazionale, è raddoppiato rispetto al dato medio del 2007, prima dell'avvio della crisi, sospinto anche dall'aumento dell'offerta di lavoro.

Dai primi mesi del 2012 i prestiti bancari sono in calo; in base alle più recenti informazioni disponibili, la riduzione dei prestiti è proseguita nei mesi estivi. La contrazione ha riguardato soltanto i finanziamenti alle imprese, specie quelle di minore dimensione, mentre i prestiti alle famiglie, dopo una progressiva decelerazione, sono risultati stazionari in giugno.

Dalle indagini condotte dalla Banca d'Italia presso le banche operanti in regione è emerso che la flessione dei prestiti può essere ricondotta sia a condizioni di offerta ancora selettive, seppure in miglioramento, sia alla debolezza della domanda proveniente da famiglie e imprese. Influenzata dall'ingresso di posizioni in sofferenza nel comparto dei crediti alle costruzioni, la qualità del credito è tornata a peggiorare, rimanendo comunque migliore nel confronto con il picco negativo raggiunto nel 2009.

La raccolta bancaria è stata sospinta dai depositi bancari con scadenza maggiormente protratta, che hanno mostrato una dinamica più sostenuta rispetto alle altre forme di investimento del ri-sparmio, anche a motivo delle politiche di offerta più remunerative adottate dalle banche.

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