N. 14 - L'economia del LazioRapporto annuale

Nel 2011 l'attività economica del Lazio ha ristagnato. Al rallentamento degli investimenti delle imprese si è affiancata la debolezza dei consumi delle famiglie. La lieve espansione dei primi tre trimestri è stata seguita da una brusca contrazione del prodotto nello scorcio dell'anno, in connessione con le turbolenze finanziarie e con l'indebolimento del ciclo economico internazionale. Le tendenze recessive dell'economia della regione sono proseguite nei primi mesi del 2012, in linea con le altre aree geografiche del Paese.

Nell'industria del Lazio i livelli produttivi sono lievemente cresciuti nel 2011, mantenendosi comunque ampiamente inferiori a quelli precedenti alla crisi del 2008. Gli investimenti sono rimasti contenuti, anche per il ridotto grado di utilizzo degli impianti. Le esportazioni hanno continuato a fornire un impulso espansivo, favorite da una specializzazione regionale basata su settori a media e alta tecnologia. Le indagini della Banca d'Italia segnalano per l'industria un peggioramento delle aspettative relativamente all'anno in corso.

Nel settore delle costruzioni l'attività economica ha continuato a ridursi nel 2011, con tendenze negative sia nel comparto residenziale, sia in quello delle opere pubbliche. La redditività delle imprese edili si è fortemente ridotta. Nel mercato immobiliare sono rimaste stagnanti sia le compravendite sia i prezzi delle abitazioni. Le indagini presso le agenzie immobiliari del primo trimestre del 2012 segnalano un allungamento dei tempi di vendita. Per le opere pubbliche tende a ridursi ulteriormente la disponibilità di finanziamenti da parte delle Amministrazioni Locali.
Il settore dei servizi privati, che pesa per oltre il 60 per cento del prodotto regionale, ha registrato una lieve espansione nel 2011, in linea con la media nazionale. All'ampia crescita del turismo, soprattutto internazionale, si è affiancata una lieve riduzione nei trasporti, divenuta più consistente dagli ultimi mesi dell'anno, anche per il rialzo dei prezzi del carburante. È peggiorato il clima di fiducia delle famiglie, in linea con le principali aree geografiche. Nel Lazio nel 2011 i consumi sono calati in termini reali. Ne ha risentito il commercio, soprattutto per i beni di consumo durevoli e nei punti vendita di dimensioni più piccole. I segnali di peggioramento del settore si sono intensificati nei primi mesi del 2012.

L'occupazione, che nel Lazio aveva risentito meno di altre aree della crisi del 2008-09, ha mostrato un progressivo peggioramento dalla metà del 2010. Nel 2011 si sono ridotte le ore lavorate; sono tornati a crescere la Cassa integrazione guadagni, soprattutto nei servizi, e il tasso di disoccupazione. È proseguita la tendenza alla riduzione dell'occupazione giovanile, soprattutto legata alle difficoltà di entrata nel mercato del lavoro. La ricchezza delle famiglie si mantiene stabile in regione, su livelli pro capite più elevati della media nazionale.

I prestiti bancari alla clientela privata residente nel Lazio, lievemente cresciuti nei primi nove mesi del 2011, hanno decelerato nell'ultimo trimestre, in corrispondenza con le tensioni sul mercato dei titoli pubblici. A marzo del 2012 i finanziamenti bancari al settore produttivo sono risultati nel complesso stazionari ma è proseguito il calo delle erogazioni alle piccole imprese. La riduzione dei prestiti concessi alle aziende dai primi cinque gruppi bancari è stata controbilanciata dall'espansione nelle altre banche.
Le indagini presso le banche hanno evidenziato per il Lazio un inasprimento delle condizioni di accesso al credito nella seconda parte del 2011, anche in connessione con le difficoltà nella raccolta. Le restrizioni sono state attuate sia accrescendo i tassi d'interesse, sia riducendo gli importi erogati. Nel 2011 la stagnazione dell'attività produttiva si è inoltre riflessa in un indebolimento della domanda di prestiti da parte delle imprese che, secondo la valutazione delle banche, potrebbe proseguire anche nell'anno in corso. Le rilevazioni presso le aziende evidenziano un aumento delle richieste di prestiti per finanziare il capitale circolante, collegate sia al calo dell'attività economica, sia alle difficoltà di incasso dei crediti commerciali.

Nel 2011 i mutui per l'acquisto delle abitazioni hanno decelerato, in linea con la tendenza delle compravendite. Alle condizioni di offerta più restrittive si è accompagnata una debole domanda, anche legata al ridotto clima di fiducia delle famiglie. Nella seconda metà dell'anno, in connessione con le fasi di maggior difficoltà della raccolta bancaria, il tasso annuo effettivo globale medio sui nuovi mutui è aumentato. Nel 2011 ha continuato ad ampliarsi la dimensione media dei nuovi affidamenti. Rimane bassa la quota di famiglie laziali con un'incidenza della rata di mutuo sul reddito superiore al 30 per cento, soglia convenzionale associata alla vulnerabilità finanziaria.
La debolezza dei livelli dell'attività economica si è riflessa in un deterioramento della qualità del credito, con una crescita del flusso di sofferenze sui prestiti alle imprese, in particolare nel settore dell'edilizia. Nostre elaborazioni evidenziano la possibile prosecuzione della tendenza al deterioramento. Rimane stabile il grado di rischiosità delle famiglie.

Nella fase finale del 2011 i depositi bancari delle famiglie si sono ridotti, in particolare nella componente dei conti correnti; sono invece cresciuti i depositi a durata prestabilita, soprattutto nei primi mesi dell'anno in corso. È inoltre proseguita la riduzione delle giacenze liquide delle imprese. Dal 2009 la ricchezza finanziaria delle famiglie laziali ha ristagnato; si è ampliato il peso delle attività finanziarie meno rischiose, che in regione rappresentano oltre un terzo del totale, un'incidenza più elevata rispetto alla media nazionale.

Le relazioni tra gli intermediari e la clientela avvengono sempre più di frequente per via telematica. Alla fine del 2011, nel Lazio il numero di contratti ogni 100 abitanti per l'accesso alla propria banca via Internet era superiore alla media nazionale; in forte crescita anche i rapporti di corporate banking stipulati dalle aziende attive nella regione, il cui livello di diffusione tra le imprese è in linea con la media nazionale. Il numero di sportelli bancari ogni 10 mila abitanti, in crescita fino al 2009, nell'ultimo biennio ha presentato una flessione meno marcata di quella nazionale.

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