N. 12 - L'economia dell'UmbriaRapporto annuale

Nel complesso del 2011 l'attività economica in Umbria ha ristagnato. Dopo i lievi segnali di ripresa che hanno caratterizzato la prima parte dell'anno, il riacutizzarsi delle tensioni sui mercati finanziari ha contribuito a un marcato rallentamento negli ultimi mesi del 2011; l'aumento dell'incertezza che ne è derivato ha concorso all'ulteriore ridimensionamento dei piani di investimento delle imprese e alla prosecuzione della debolezza dei consumi delle famiglie. Le stime preliminari di Prometeia indicano un aumento del PIL regionale dello 0,3 per cento, sostanzialmente in linea con la media nazionale.

Il fatturato a prezzi costanti delle imprese industriali è aumentato in misura mo-desta rispetto al 2010, restando comunque al di sotto dei livelli pre-crisi. Grazie al recupero della domanda estera, le imprese manifatturiere esportatrici hanno riportato risultati relativamente migliori. L'andamento del fatturato è risultato più favorevole per le industrie della meccanica, del tessile e dell'alimentare; per le imprese della lavorazione dei minerali non metalliferi le vendite sono rimaste in linea con i bassi livelli registrati nel 2010. Condizionate dal deterioramento del quadro congiunturale osser-vato negli ultimi mesi del 2011, le attese delle imprese prefigurano un calo dell'attività economica nell'anno in corso.

Per le imprese delle costruzioni, che hanno risentito della debole domanda privata e del calo degli appalti pubblici degli anni precedenti, i livelli produttivi si sono ridotti per il quarto anno consecutivo.

Nel terziario l'attività economica ha ristagnato. Risentendo della debolezza del reddito disponibile e dell'elevato grado di incertezza che caratterizza il clima economico generale, i due terzi degli esercizi commerciali hanno rilevato un calo delle vendite, più marcato per le aziende di minore dimensione. Le imprese del turismo, soprattutto quelle della fascia medio-alta in grado di offrire una gamma di servizi più ampia, hanno beneficiato della ripresa dei flussi in arrivo e dell'aumento della spesa dei visitatori stranieri: seppure in misura modesta, nel 2011 il fatturato complessivo del settore è aumentato.

Nel mercato del lavoro si è accentuato il divario tra le classi di età. Alla sostanziale stabilità dell'occupazione complessiva si è contrapposta l'ulteriore riduzione degli occupati tra i 15 e i 34 anni. Nel confronto nazionale è particolarmente elevato il grado di sottoutilizzo delle risorse più qualificate: quasi un terzo dei laureati risulta impiegato in professioni a bassa o nessuna qualifica. È rimasto stabile al 6,6 per cento il tasso di disoccupazione, ancora contenuto dal ricorso alla Cassa integrazione guadagni, leggermente calato nel complesso del 2011, ma nuovamente aumentato nei primi quattro mesi del 2012.

A partire dalla seconda parte del 2011 il credito bancario, che nei trimestri precedenti era cresciuto più della media nazionale, ha rallentato bruscamente. Il deterioramento delle prospettive economiche, insieme alle difficoltà di raccolta derivanti prevalentemente dalle tensioni sui mercati finanziari, ha indotto le banche, soprattutto quelle appartenenti ai primi cinque gruppi nazionali, a politiche di erogazione del credito più selettive nei confronti sia delle imprese sia delle famiglie. All'indebolimento dei prestiti ha contribuito anche il ridimensionamento della domanda di credito, condizionata dai bassi livelli produttivi e dall'incertezza sull'evoluzione del quadro congiunturale; vi si è associato un significativo aumento del costo dei finanziamenti. La tendenza al rallentamento del credito si è accentuata nei primi tre mesi del 2012, quando, secondo dati provvisori, lo stock di prestiti al settore produttivo si sarebbe ridotto su base annua.

La qualità del credito ha continuato a risentire dell'indebolimento dell'attività economica. Il flusso di sofferenze sui prestiti al settore produttivo è aumentato, in particolare per i finanziamenti alle imprese edili. Gli indicatori prospettici segnalano la probabile prosecuzione del deterioramento del credito.

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