N. 7 - L'economia del VenetoRapporto annuale

Nel 2011 l'attività economica del Veneto è cresciuta debolmente. Le esportazioni, pur rallentando in connessione con la decelerazione del ciclo economico internazionale, hanno continuato a fornire il principale stimolo alla crescita. La fase di recupero dei livelli di attività precedenti alla crisi del 2008-09 si è interrotta nella primavera e il ciclo economico ha ripiegato nella parte finale dell'anno, risentendo del peggioramento del clima di fiducia conseguente alle tensioni sul mercato del debito sovrano e alle manovre di consolidamento fiscale e delle difficili condizioni di accesso al credito. Il peggioramento della fase ciclica è proseguito nel primo trimestre del 2012.

Nel complesso del 2011 la produzione industriale è lievemente aumentata, pur attestandosi ancora su livelli ampiamente inferiori a quelli del 2007. Le imprese produttrici di beni strumentali e quelle di maggiori dimensioni hanno registrato i risultati migliori grazie alla crescita delle esportazioni, specialmente nei mercati asiatici e americani. I comparti produttori di beni di consumo durevoli hanno invece risentito maggiormente del calo della domanda interna. Il permanere di elevati margini di capacità produttiva inutilizzata ha ostacolato gli investimenti che, dopo il parziale recupero del 2010, sono nuovamente diminuiti. Le incerte prospettive della domanda e le tensioni, pur in attenuazione, sulle condizioni di finanziamento, tendono a frenare gli investimenti programmati quest'anno.

Dal 2008 la crisi internazionale ha impresso un'accelerazione al processo di selezione e ristrutturazione delle imprese industriali venete; l'uscita dal mercato delle unità produttive meno efficienti si è intensificata. Rispetto al 2007 l'industria veneta ha perso circa un decimo dei propri addetti, specialmente nei settori tradizionali della moda e dell'arredamento.

Nel 2011 è proseguita la flessione dell'attività economica nell'edilizia. Alla contrazione degli investimenti in abitazioni, che risentono della diminuzione del reddito disponibile delle famiglie, si è associata quella degli investimenti in costruzioni non residenziali, in particolare in opere pubbliche, su cui gravano anche le difficoltà di bilancio delle Amministrazioni locali. Nella seconda parte dello scorso decennio gli investimenti dei Comuni si sono ridimensionati di quasi un terzo. Vi hanno contribuito il processo di esternalizzazione di alcuni servizi pubblici locali, la contrazione delle risorse finanziarie e le norme sul Patto di stabilità interno.

Nel comparto dei servizi il commercio al dettaglio ha risentito della diminuzione dei consumi delle famiglie, soprattutto di beni durevoli, frenati dalla debolezza del reddito disponibile e dalle incerte prospettive del mercato del lavoro. L'attività turistica è cresciuta grazie agli arrivi dall'estero, ormai prevalenti in Veneto; il comparto dei servizi di trasporto e logistici ha beneficiato della crescita del commercio con l'estero e dei viaggi internazionali.

L'occupazione è aumentata, esclusivamente tra le classi di età più avanzate, anche per effetto delle modifiche ai requisiti anagrafici per l'accesso alla pensione. Nello scorcio dell'anno la crescita si è interrotta e la Cassa integrazione guadagni ordinaria ha ripreso a crescere. Il tasso di occupazione giovanile, in calo dal 2007, ha subito un'ulteriore riduzione.

Dalla scorsa estate la crisi del debito sovrano ha determinato un peggioramento delle condizioni di provvista di fondi da parte delle banche italiane nei mercati finanziari. Le tensioni hanno rapidamente influenzato le condizioni di offerta di credito bancario divenute più restrittive nella seconda parte del 2011, in concomitanza con il peggioramento del merito di credito dei prenditori. Alla fine dello scorso anno i prestiti bancari alle imprese risultavano in diminuzione risentendo dell'indebolimento della domanda di credito, specialmente per investimenti. Il credito alle famiglie ha rallentato, anche in seguito alla diminuzione delle erogazioni di nuovi mutui per l'acquisto di abitazioni. Le più severe condizioni di offerta dei finanziamenti bancari si sono concretizzate in un aumento del costo del credito.

Il deterioramento del quadro congiunturale si è riflesso sulla rischiosità del credito, il flusso di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti alle imprese è tornato a crescere nello scorcio del 2011 e nei primi mesi dell'anno in corso.

La capacità di risparmio delle famiglie continua a risentire dell'andamento negativo della congiuntura; dal 2007 la ricchezza finanziaria delle famiglie venete si è contratta, soprattutto per la diminuzione dei corsi azionari. Lo scorso anno gli investimenti finanziari delle famiglie hanno registrato una ricomposizione a favore dei titoli di Stato e della raccolta bancaria, in corrispondenza della crescita dei rendimenti del debito sovrano e del rialzo dei tassi offerti sui depositi e sulle obbligazioni bancarie.

La crisi ha accelerato il processo di ridefinizione della rete distributiva delle banche: a fronte di una riduzione del numero di sportelli, in corso dal 2008, cui si è associata una riduzione del personale bancario, si è ulteriormente intensificato l'utilizzo del canale telematico da parte della clientela.

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