N. 5 - L'economia della LombardiaRapporto annuale

Il ciclo economico ha perso slancio nella seconda metà del 2011, in Italia come nella regione, con il manifestarsi delle tensioni sui mercati finanziari internazionali. Secondo le stime di Prometeia, il prodotto interno lordo della Lombardia è aumentato dello 0,5 per cento l'anno passato, dopo un rimbalzo nel 2010 (2,4 per cento) ancora insufficiente a recuperare i livelli pre-crisi. Lo stimolo maggiore alla crescita è derivato dai mercati esteri. Le esportazioni, pur in rallentamento, sono aumentate fino a raggiungere i valori massimi del 2008; è proseguito il riorientamento delle vendite verso i mercati esterni all'Unione. In base alle stime di Prometeia, il valore aggiunto dell'industria della regione è lievemente cresciuto; gli indicatori congiunturali del primo trimestre del 2012 prefigurano una riduzione dei piani produttivi delle imprese. Permangono margini di capacità produttiva inutilizzata che frenerebbero l'accumulazione di capitale anche per l'anno in corso. Il settore delle costruzioni non ha mostrato segnali di rientro dalle difficoltà che hanno assunto carattere strutturale. Nei servizi il valore aggiunto è aumentato di misura.

Nel confronto con un gruppo di regioni europee simili per struttura produttiva e caratteristiche economiche analizzate nel periodo 2007-10, la Lombardia ha sofferto di un calo del PIL più accentuato durante il biennio 2008-09; la ripresa del 2010, pur in linea con il gruppo di confronto, non è stata sufficiente a raggiungere i livelli precedenti la crisi. Il recupero del fatturato manifatturiero negli anni successivi alla recessione mondiale non si è distribuito in modo omogeneo tra le imprese: è stato più frequente per quelle aziende che tra il 2007 e il 2009 avevano messo in atto strategie di internazionalizzazione.

L'occupazione è rimasta stagnante, dopo due anni in cui è diminuita complessivamente di quasi 78 mila persone. Il tasso di disoccupazione ha toccato il 6,9 per cento nell'ultimo trimestre del 2011, valore elevato nel confronto storico. Nel primo trimestre del 2012 si è arrestata la discesa del ricorso alla Cassa integrazione guadagni. Il deterioramento occupazionale è stato sensibile soprattutto per i giovani, per i quali, pur in un mercato più ricettivo della media nazionale, si sono ridotte le opportunità lavorative. I comportamenti di spesa delle famiglie, tra il 2007 e il 2010, sono diventati più prudenti; i consumi sono comunque superiori alla media italiana. La ricchezza familiare in termini pro capite (161 mila euro) nel 2010 superava del 13 per cento la media nazionale.

La debolezza del quadro congiunturale si è riflessa sull'andamento del credito all'economia, con una stagnazione dei finanziamenti alle imprese e un rallentamento di quelli alle famiglie. Le tendenze recenti segnalano un peggioramento nei primi mesi dell'anno, quando i prestiti alle imprese si sono ridotti e i crediti alle famiglie hanno ulteriormente decelerato.

La crisi dei debiti sovrani nella seconda parte del 2011 e il deterioramento ciclico hanno portato a un nuovo inasprimento delle condizioni di accesso al credito sia per le imprese sia per le famiglie. Vi hanno concorso le difficoltà di raccolta delle banche sui mercati internazionali, che si sono accompagnate a una stagnazione della provvista al dettaglio effettuata nella regione.

L'irrigidimento nei criteri di offerta si è tradotto in primo luogo in un aumento dei margini applicati ai finanziamenti; una maggiore cautela nelle politiche di impiego è stata seguita anche con riferimento alle quantità erogate alle imprese.

In parallelo si è ridotta la domanda di finanziamenti a medio e lungo termine indirizzati a sostenere gli investimenti produttivi delle imprese e gli acquisti immobiliari delle famiglie, mentre sono aumentate le richieste delle imprese connesse con la copertura del capitale di funzionamento e la ristrutturazione delle posizioni debitorie.

Le indagini effettuate nei mesi primaverili presso le banche e le imprese del campione lombardo segnalano attese di miglioramento delle condizioni di accesso al credito nel primo semestre dell'anno in corso sia per le famiglie sia per le imprese.

Sulle politiche di offerta di credito al settore produttivo - specie nel comparto delle costruzioni - hanno inciso anche l'evoluzione del merito di credito e la situazione finanziaria delle imprese. Le nuove situazioni d'insolvenza, seppure in rallentamento, si sono mantenute elevate nel confronto storico e gli indicatori prospettici non prefigurano un miglioramento nei prossimi mesi: le posizioni che presentano ritardi e difficoltà nei rimborsi sono infatti cresciute nell'anno. La situazione finanziaria delle imprese, dopo il modesto recupero del 2010, è tornata a peggiorare l'anno passato. Le difficoltà di accesso ai finanziamenti sono state più accentuate per le aziende caratterizzate da una maggiore fragilità patrimoniale e un profilo di rischio medio-alto, nonché per quelle dell'edilizia. I crediti nei confronti delle aziende più solide hanno continuato invece a espandersi.

Per le famiglie, il modesto tasso di crescita dei prestiti si è accompagnato a un livello di indebitamento che - seppure accresciuto negli ultimi anni - è rimasto contenuto nel confronto internazionale. È aumentata la quota di famiglie indebitate e l'importo medio del loro debito, in modo più accentuato per le fasce di reddito medio-alto. Grazie anche alla riduzione dei tassi di mercato, tra il 2007 e il 2009 è invece diminuita la percentuale di famiglie che si trovava in una situazione di vulnerabilità finanziaria, ed è rimasta stabile quella che presentava difficoltà nei rimborsi. Anche gli indicatori di deterioramento della qualità del credito verso queste controparti si sono mantenuti nel 2011 sugli stessi livelli dell'anno precedente. È proseguita nel 2011 la riduzione del valore delle attività finanziarie che fa capo alle famiglie lombarde, dopo i cali registrati negli anni precedenti. Si è diffusa tra la clientela l'interazione da remoto con la propria banca, specie tramite l'Internet banking, e vi è stata una significativa crescita dei pagamenti effettuati con strumenti diversi dal contante e per via telematica.

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