N. 55 - L'economia del LazioRapporto annuale

Nel corso del 2009, in seguito agli effetti della crisi economico-finanziaria internazionale, l'attività economica del Lazio ha mostrato un calo. Secondo le stime di Prometeia, nella media dell'anno il prodotto regionale in termini reali è diminuito di circa il 3,5 per cento, a fronte di una contrazione del 5 per cento del PIL nazionale. La domanda per l'industria regionale ha raggiunto un minimo nel primo trimestre dell'anno; nella seconda parte del 2009 si è avuto un graduale recupero degli ordinativi, proseguito nel primo trimestre del 2010.

Le attese di crescita per l'anno in corso si mantengono deboli.

La capacità produttiva utilizzata dalle imprese industriali regionali è diminuita; il parziale recupero degli ordinativi si è tradotto solo in parte in una crescita del livello della produzione, poiché le imprese nel corso del 2009 hanno decumulato le scorte di magazzino di prodotti finiti, che avevano raggiunto un picco alla fine del 2008. Nel primo trimestre del 2010 la produzione industriale è lievemente aumentata.

Il basso grado di utilizzo della capacità produttiva installata e il protrarsi dell'incertezza sull'entità del recupero della congiuntura economica hanno influito negativamente sul ciclo degli investimenti; l'accumulazione di capitale fisso delle imprese è diminuita in termini reali.

Il perdurare della crisi economica internazionale ha determinato una diminuzione delle presenze di turisti stranieri nella Capitale; si sono ridotti anche i flussi di visitatori italiani. Nel sistema aeroportuale del Lazio hanno mostrato una flessione sia il traffico di passeggeri, sia le quantità di merci trasportate.

Sono diminuite le esportazioni regionali di beni; le vendite all'estero di prodotti dell'industria farmaceutica, il maggiore comparto esportatore del Lazio, sono lievemente aumentate, mentre il commercio estero di prodotti della trasformazione alimentare, della meccanica e metallurgia, del tessile e dell'abbigliamento, dei mezzi di trasporto ha mostrato un'ampia riduzione.

Il mercato del lavoro regionale ha evidenziato un deterioramento. Nella media del 2009 l'occupazione si è complessivamente ridotta; la contrazione si è concentrata nell'industria manifatturiera e nel comparto dei servizi. Il ricorso alla Cassa integrazione guadagni ha mostrato un forte incremento e il tasso di disoccupazione è aumentato.

Nel 2009 è proseguita la fase di rallentamento dei prestiti bancari complessivamente erogati alla clientela residente nel Lazio. L'andamento ha riflesso la decelerazione degli impieghi alle famiglie e la diminuzione dei prestiti alle imprese. Il calo degli impieghi alle imprese ha riguardato le erogazioni alle aziende produttive di grandi dimensioni, mentre i prestiti alle piccole imprese hanno mostrato un incremento. Tali andamenti risultano sostanzialmente confermati anche nel primo trimestre del 2010.

I nuovi mutui immobiliari alle famiglie sono diminuiti; oltre la metà delle erogazioni è stata stipulata a tasso variabile. Nel corso del 2009 è inoltre rallentata la crescita del credito al consumo erogato dalle banche e dalle società finanziarie.

I flussi dei prestiti bancari entrati in sofferenza nel corso dell'anno, in rapporto agli impieghi rilevati a inizio periodo, sono aumentati sia per le imprese sia per le famiglie. Gli indicatori di rischiosità del credito erogato sono cresciuti in particolare per l'industria manifatturiera.

I ritmi di crescita della raccolta bancaria nel Lazio sono complessivamente diminuiti; la preferenza per la liquidità delle imprese e delle famiglie ha contribuito a sostenere l'espansione dei depositi di conto corrente, mentre le operazioni di pronti contro termine hanno mostrato una contrazione. È aumentata la componente della raccolta costituita dalle obbligazioni bancarie.

Nel primo semestre del 2009 si è ridotto, fino ad annullarsi, il saldo netto negativo tra sottoscrizioni e rimborsi delle quote di fondi comuni di diritto italiano e delle Sicav. In un contesto di elevata volatilità dei mercati finanziari, il saldo netto è divenuto lievemente positivo nell'ultima parte dell'anno.

L'ampiezza della rete degli sportelli bancari sul territorio regionale è rimasta sostanzialmente stazionaria; anche il numero dei comuni serviti dagli intermediari è rimasto invariato.

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