N. 21 - L'economia del PiemonteRapporto annuale

Dal quarto trimestre dello scorso anno, con l'aggravarsi della crisi, l'economia internazionale ha sperimentato la più profonda recessione degli ultimi decenni. L'economia italiana, colpita in una fase di trasformazione strutturale, è stata l'unica tra i maggiori paesi dell'area dell'euro a registrare una riduzione del PIL già nella media del 2008. L'attività economica ha continuato a contrarsi a ritmi molto elevati nella prima parte del 2009.

In Piemonte la brusca caduta del commercio internazionale e degli ordinativi negli ultimi mesi del 2008 ha avuto conseguenze molto significative, in relazione all'elevato grado di apertura internazionale della regione e alla sua specializzazione in beni di investimento e in autoveicoli, comparti che più duramente hanno risentito della crisi. La domanda estera, che nei primi nove mesi dell'anno pur rallentando aveva continuato a crescere anche in termini reali, trainata soprattutto dal comparto autoveicolistico e dalla meccanica, ha subito una forte caduta nel quarto trimestre, che ha interessato tutti i principali comparti di specializzazione della regione. Gli ordini interni hanno risentito del netto ridimensionamento dell'attività di investimento delle imprese e dell'indebolimento dei consumi. La produzione industriale, già in decelerazione nel 2007, è tornata a contrarsi lo scorso anno, con una brusca intensificazione del calo nell'ultimo trimestre; il grado di utilizzo della capacità produttiva è sceso a livelli eccezionalmente bassi nello scorcio dell'anno. Alla riduzione dell'attività si è associato un diffuso peggioramento dei termini di incasso dei crediti commerciali e della liquidità delle imprese.

Si è ulteriormente deteriorata nel 2008 la congiuntura nel settore delle costruzioni, anche per l'indebolimento del mercato immobiliare, nel quale l'accentuarsi del calo del numero di transazioni si è accompagnato a un netto rallentamento dei prezzi.

Le condizioni nel mercato del lavoro sono peggiorate soprattutto nell'industria, riflettendosi principalmente nella straordinaria intensificazione del ricorso alla Cassa integrazione ordinaria a partire dall'autunno e nel mancato rinnovo dei contratti temporanei in scadenza. Il tasso di disoccupazione è salito in misura significativa nel secondo semestre. I consumi delle famiglie sarebbero tornati a ridursi nel 2008 in termini reali. La contrazione dell'attività si è riflessa sul trasporto stradale di merci, in forte calo nell'ultimo trimestre dell'anno.

Al peggioramento dell'economia reale si sono associati un indebolimento della domanda di credito delle imprese, per la contrazione dell'attività corrente e di quella d'investimento di gran parte di esse, e un aumento della cautela da parte delle banche nell'erogazione dei prestiti, anche in relazione ai segnali di moderato deterioramento della qualità del credito. Ne è derivato un rallentamento dei finanziamenti bancari alle imprese in tutti i principali settori di attività economica, più marcato per le piccole aziende e per le banche di maggiori dimensioni. Alla modesta contrazione delle linee di credito complessivamente accordate si sono accompagnati un aumento generalizzato del loro grado di utilizzo, più intenso per le classi di fido di medio e piccolo importo e per le imprese manifatturiere, e una lieve crescita degli sconfinamenti, a indicazione di vincoli di liquidità più stringenti. È proseguito il rallentamento dei prestiti alle famiglie, in atto dalla seconda metà del 2007. I tassi sui nuovi prestiti a medio e a lungo termine sono tornati a calare nell'ultimo trimestre dell'anno scorso, riflettendo l'andamento dei tassi ufficiali di politica monetaria; quelli sul totale dei prestiti a breve termine hanno iniziato a scendere nel primo trimestre del 2009.

In base alle stime disponibili al momento, nel 2008 il PIL del Piemonte sarebbe calato a ritmi prossimi a quelli medi nazionali; era cresciuto dell'1,1 per cento nell'anno precedente secondo i dati Istat. Nei primi tre mesi del 2009 la congiuntura è ulteriormente peggiorata: la domanda ha continuato a calare, riflettendosi sull'attività produttiva e sul grado di utilizzo degli impianti. Il credito bancario alle imprese e alle famiglie ha ancora rallentato. Secondo le previsioni delle imprese del campione della Banca d'Italia, nei prossimi sei mesi gli ordini continuerebbero a diminuire, sia pure a ritmi inferiori rispetto ai mesi passati.

La redditività delle imprese industriali, che nel biennio 2006-07 aveva registrato un recupero solo parziale rispetto al forte calo dei primi anni duemila, è nuovamente peggiorata nel 2008: in base all'indagine della Banca d'Italia, i margini unitari di profitto hanno subito un diffuso ridimensionamento; la quota di aziende che hanno chiuso lo scorso esercizio in perdita è salita in misura significativa. Un approfondimento condotto sui bilanci sino al 2007 delle imprese manifatturiere evidenzia altri elementi di debolezza delle aziende di fronte alla grave crisi iniziata lo scorso anno. In presenza di una capacità di autofinanziamento scesa su valori modesti nel confronto con il passato, dal 2006 il grado di indebitamento è tornato a crescere, pur rimanendo su livelli inferiori a quelli dell'inizio del decennio. L'urto della crisi potrebbe essere particolarmente significativo per le imprese in condizioni strutturali di fragilità finanziaria, la cui incidenza sul totale del sistema manifatturiero nell'ultimo triennio si colloca su valori storicamente elevati, soprattutto per quelle di piccole dimensioni. Nel periodo 2001-07 è peraltro aumentata l'eterogeneità tra le imprese sotto il profilo economico-finanziario anche all'interno di ciascun settore, a indicazione della diversa capacità di risposta delle singole aziende alle sfide poste dai cambiamenti del contesto competitivo.

Nei primi anni duemila la dinamica economica del Piemonte è stata deludente nel confronto con le regioni europee simili per struttura economica e produttiva, nelle quali è probabile che si localizzino i potenziali competitor delle imprese piemontesi. Un approfondimento della Banca d'Italia, basato sui dati Eurostat e incentrato sull'evoluzione della specializzazione tecnologica e della capacità innovativa del Piemonte rispetto a tale gruppo di regioni, evidenzia che tra il 1995 e la metà del decennio in corso la tradizionale specializzazione relativa nei settori manifatturieri a media e alta tecnologia si è relativamente indebolita, che l'intensità dell'attività di ricerca, pur rimanendo superiore alla media di tali regioni, è aumentata in misura modesta e inferiore alle aree di confronto e che la dotazione di capitale umano rimane relativamente bassa.

Tra il 1995 e il 2007 la ricchezza reale pro capite delle famiglie piemontesi è cresciuta in misura inferiore alla media nazionale: tale andamento è stato determinato dalla dinamica meno vivace del valore di mercato delle abitazioni, che rappresentano la componente più importante di tale ricchezza. Nella graduatoria per prezzo al metro quadro il Piemonte occupava nel 2008 l'undicesimo posto tra le regioni italiane, con un valore inferiore del 15 per cento circa rispetto alla media del paese.

Nel corso degli anni novanta il processo di deregolamentazione e l'innovazione tecnologica hanno innescato una profonda trasformazione del settore finanziario, con effetti significativi anche nelle relazioni di finanziamento fra banca e impresa. Un approfondimento condotto dalla Banca d'Italia sui dati di bilancio delle imprese e su quelli della Centrale dei rischi evidenzia che, in linea con la media nazionale, in Piemonte è diminuito notevolmente nel periodo 1997-2007 il peso dei debiti delle imprese contratti con le banche di grandi dimensioni; per contro, è aumentata l'incidenza di quelli verso le banche più piccole, soprattutto per le imprese di minori dimensioni, accrescendo la simmetria dimensionale tra intermediario e cliente. Nel medesimo periodo sono emersi segnali di razionalizzazione delle relazioni di clientela fra il sistema bancario e quello produttivo, con un aumento dell'incidenza dei prestiti bancari erogati da un unico intermediario, una riduzione del numero medio di banche affidanti e, nei casi di affidamenti multipli, di quello delle relazioni in essere. Al ridimensionamento del fenomeno degli affidamenti multipli si è accompagnato un maggiore coinvolgimento della prima banca.

Nel triennio 2005-07 l'azione di bilancio dei Comuni del Piemonte ha continuato a risentire dei vincoli imposti dalla politica di bilancio nazionale, anche attraverso il Patto di stabilità interno. L'impatto maggiore di tali vincoli sull'evoluzione delle spese e delle entrate comunali si è avuto sulla spesa in conto capitale, che è significativamente calata, anche per il venir meno dell'impulso fornito dai Giochi Olimpici di Torino 2006. Dal lato delle entrate, ai più ampi margini di manovra derivanti dal venir meno della sospensione della facoltà di disporre incrementi dell'aliquota dell'addizionale all'Irpef nel 2007, si è contrapposta un'ulteriore contrazione dei trasferimenti erariali. L'esclusione dall'ICI delle unità immobiliari adibite ad abitazione principale e di quelle a esse assimilate disposta nel 2008 ha comportato una perdita di gettito che sinora è stata compensata solo in parte da trasferimenti erariali.

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