L'economia del VenetoRapporto annuale

Nel 2007 l'economia veneta è cresciuta a tassi più contenuti di quelli registrati nel 2006, quando una ripresa diffusa alla maggior parte dei settori economici aveva interrotto un prolungato periodo di stagnazione. Il rialzo dei prezzi delle materie prime e le tensioni sui mercati finanziari internazionali innescate dalla crisi del mercato immobiliare negli Stati Uniti hanno progressivamente indebolito la domanda interna e quella estera, l'apprezzamento della valuta europea ha contribuito a peggiorare le condizioni di competitività internazionale delle merci prodotte. A partire dalla scorsa primavera il tasso di sviluppo dell'economia regionale ha registrato un ridimensionamento, proseguito con maggiore enfasi nella parte finale dell'anno e nel primo trimestre del 2008.

L'attività industriale, significativamente dipendente dalle condizioni della domanda mondiale, ha registrato una decelerazione dei livelli di attività, specialmente nei comparti produttori di beni per la persona e per la casa, nei quali le manifatture regionali sono storicamente specializzate. Le industrie della filiera di trasformazione dei metalli, della meccanica e dell'elettromeccanica hanno mantenuto un sentiero di crescita più stabile grazie alla domanda ancora sostenuta di beni d'investimento proveniente dai mercati emergenti dell'Europa orientale e dell'Asia. Le esportazioni hanno registrato un marcato rallentamento, in particolare quelle verso i paesi dell'Unione europea dove le vendite di prodotti del comparto della moda sono diminuite.

La diffusa percezione da parte degli imprenditori di un peggioramento della situazione congiunturale, a cui si è accompagnato un calo della capacità produttiva utilizzata, ha progressivamente attenuato il ciclo degli investimenti industriali.

La produzione nel settore delle costruzioni è lievemente diminuita. L'aumento del costo dell'indebitamento ha contribuito ad attenuare la domanda di abitazioni, mentre il percorso di risanamento della finanza pubblica ha limitato gli investimenti pubblici. L'approfondimento sugli investimenti in infrastrutture rimarca come le risorse pubbliche per gli investimenti in opere del genio civile, sistematicamente inferiori a quelle riservate in media al resto del paese nella seconda metà degli anni novanta, siano in seguito aumentate significativamente fino ad allinearsi ai livelli di spesa medi nazionali.

Il settore terziario ha beneficiato, specialmente nella prima parte dell'anno, dell'aumento dei consumi delle famiglie, che ha sostenuto i comparti del commercio e del turismo, e dello sviluppo dell'attività economica complessiva con i suoi effetti positivi sul giro d'affari nel settore dei trasporti. Il turismo internazionale ha fornito un significativo contributo alla crescita economica anche nel 2007.

Il mercato del lavoro ha registrato un ulteriore miglioramento complessivo con una diminuzione del tasso di disoccupazione e un lieve progresso del tasso di occupazione. In sintonia con la situazione congiunturale, la crescita dell'occupazione ha registrato un rallentamento nella seconda parte del 2007, periodo nel quale anche il ricorso agli ammortizzatori sociali ha registrato una lieve ripresa. Il mercato del lavoro regionale è oramai caratterizzato dalla diffusa presenza di immigrati stranieri. Questi, grazie anche alla maggiore presenza di persone in età lavorativa, presentano tassi di attività e occupazione superiore a quelli medi dei lavoratori nazionali. Rispetto alla media del paese l'incidenza dei lavoratori stranieri è più elevata nei comparti delle costruzioni e dell'industria, dove trovano occupazione oltre la metà dei lavoratori stranieri.

Proseguendo la tendenza in atto nell'ultimo quinquennio, il settore finanziario ha assicurato un'ampia disponibilità di credito. I prestiti bancari alle imprese sono ulteriormente aumentati, sostenuti dalla domanda del comparto edilizio e immobiliare e dalla necessità di finanziare, specialmente nella prima parte dell'anno, gli investimenti e il capitale circolante delle imprese manifatturiere e dei servizi. Ha invece rallentato il credito alle famiglie, in particolare quello destinato all'acquisto dell'abitazione.

I tassi d'interesse praticati dalle banche alla clientela sono aumentati in seguito al rialzo dei tassi di riferimento della politica monetaria e, nella parte finale dell'anno, in conseguenza dell'aumento dei tassi interbancari innescato dalla crisi finanziaria internazionale. Negli ultimi tre anni i tassi d'interesse praticati dalle banche alle imprese del Veneto hanno comunque registrato un rialzo meno marcato di quello rilevato a livello nazionale, grazie al contenimento delle spese e degli oneri accessori compresi nel computo del tasso d'interesse.

La qualità media dei prestiti bancari è rimasta su livelli complessivamente soddisfacenti; alcuni indicatori segnalano peraltro un lieve aumento della rischiosità dei finanziamenti alle imprese del comparto edilizio e immobiliare e alle famiglie consumatrici.

La raccolta bancaria ha beneficiato di una ripresa delle emissioni obbligazionarie destinate alla clientela, rese maggiormente appetibili dal rialzo dei tassi d'interesse. Per lo stesso motivo le famiglie hanno preferito investire la propria ricchezza finanziaria in titoli a reddito fisso, mentre le azioni sono state sfavorite dalla diminuzione dei relativi corsi. È inoltre proseguito il calo dei fondi comuni d'investimento, delle gestioni patrimoniali e degli strumenti del risparmio assicurativo. L'approfondimento sull'evoluzione della ricchezza delle famiglie documenta la minore entità della ricchezza finanziaria delle famiglie venete rispetto a quella delle altre regioni del Nord e la più ampia quota costituita da circolante e depositi e da attività connesse al risparmio previdenziale (fondi pensione e polizze vita).

La spesa primaria corrente delle Amministrazioni locali del Veneto, pur continuando a mantenersi su un livello pro capite inferiore a quello medio delle regioni a statuto ordinario, nel triennio 2004-06 ha mostrato tassi di crescita relativamente più elevati e superiori a quelli del prodotto nominale; vi ha contribuito, in particolare, la crescita dei costi del servizio sanitario regionale, tornata ad accelerare dopo il rallentamento registrato nel 2006. La Regione ha garantito l'equilibrio finanziario del servizio sanitario, anche attraverso l'attuazione di manovre tributarie il cui gettito è stato prevalentmente finalizzato alla copertura dei disavanzi sanitari.

Gli investimenti delle Amministrazioni locali, che nel biennio 2005-06 erano calati a causa delle difficoltà di bilancio incontrate dai Comuni, nel 2007 sono lievemente aumentati grazie al contributo della Regione e delle ASL.

Il contributo delle amministrazioni comunali allo sviluppo dell'economia regionale tramite nuovi investimenti è risultato in calo negli anni più recenti; fino al 2006 i margini di manovra a disposizione delle amministrazioni comunali sono stati limitati dal blocco delle aliquote dell'addizionale all'Irpef e dalla contrazione dei trasferimenti erariali correnti, ancora ampiamente basati sul criterio della spesa storica, cui si sono associati i vincoli imposti dal Patto di stabilità interno. Nel 2007 il gettito dei principali tributi comunali è cresciuto a ritmi più sostenuti, mentre i trasferimenti erariali sono ulteriormente calati.

Il debito delle Amministrazioni locali del Veneto è diminuito, in controtendenza rispetto a quanto rilevato nel resto del paese, dopo la significativa crescita del biennio 2005-06 che aveva interessato, in particolare, le emissioni obbligazionarie sui mercati internazionali.

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