L'economia della ToscanaRapporto annuale

Nel 2007 l'economia toscana ha proseguito la fase espansiva avviata l'anno precedente, seppure con una crescita del prodotto meno sostenuta rispetto a quella del 2006. Dalla seconda metà del 2007 è intervenuto un peggioramento del quadro congiunturale che si è riflesso in una significativa decelerazione; tale tendenza sembra proseguire nell'anno in corso.

L'attività produttiva industriale, in forte crescita nel primo semestre dell'anno, ha bruscamente rallentato a partire dai mesi estivi; come negli anni precedenti l'andamento delle imprese di maggiori dimensioni e di quelle della meccanica allargata è stato migliore di quello medio; non hanno trovato conferma i segnali di vivacità mostrati nel 2006 dal sistema della moda. L'indagine della Banca d'Italia ha segnalato una stagnazione degli investimenti, dopo la ripresa registrata l'anno precedente.

L'evoluzione dell'edilizia è apparsa moderatamente positiva, anche se la domanda di immobili a uso abitativo ha iniziato a risentire del rialzo dei tassi di interesse. Il volume di opere pubbliche, ancora sostenuto in regione per gli interventi avviati negli anni precedenti, potrebbe contrarsi in prospettiva per effetto del significativo calo dei bandi di gara per nuovi appalti.

Il settore dei servizi è stato nel complesso caratterizzato da un quadro ancora favorevole. Tuttavia una decelerazione ha interessato il turismo ed è proseguita la stagnazione del commercio.

Le esportazioni regionali hanno conosciuto un rallentamento nell'ultima parte dell'anno in tutte le principali produzioni regionali; nel complesso del 2007 sono salite del 6,9 per cento in termini nominali, un ritmo inferiore a quello nazionale. Rispetto agli anni novanta sono mutate le caratteristiche delle imprese che esportano una quota significativa del fatturato; vi hanno influito il cambiamento del regime valutario e l'accresciuta competizione internazionale. La presenza sui mercati esteri richiede una stabile struttura organizzativa e si associa a maggiori dimensioni e redditività; la variabilità tra le aziende della dinamica delle vendite estere è aumentata, indicando un'accresciuta rilevanza degli elementi di competitività individuale.

L'occupazione è salita nell'anno in misura lieve, a un ritmo meno intenso di quello medio del paese; a tale dinamica hanno contribuito esclusivamente la componente femminile e, in prevalenza, i lavoratori autonomi. È proseguito il calo del tasso di partecipazione dei giovani, a indicare il rinvio dell'ingresso nel mercato del lavoro.

Nel 2007 il credito bancario concesso in regione è salito intorno al 10 per cento, un'espansione sostenuta e superiore a quella del prodotto nominale. I prestiti alle imprese hanno risentito della ridotta propensione agli investimenti non immobiliari; al rallentamento nella manifattura e nell'edilizia si è contrapposta l'accelerazione nei servizi. Sui finanziamenti alle famiglie ha influito la minore domanda di mutui per l'acquisto di abitazioni, le cui nuove erogazioni, in prevalenza a tasso fisso, sono calate. Una significativa decelerazione dei prestiti alle famiglie è intervenuta nel primo trimestre dell'anno in corso.

Analisi di medio periodo mettono in evidenza elementi peculiari del mercato del credito alle imprese in termini di costo e relazione di clientela. La Toscana presenta storicamente, rispetto al complesso del paese, un differenziale a proprio sfavore nei tassi a breve termine: tale divario si è ridotto negli ultimi anni ed è in prevalenza ascrivibile alla struttura settoriale e dimensionale dell'economia regionale. Nel finanziamento alle piccole imprese un ruolo maggiore rispetto alla media nazionale è svolto dalle banche di minori dimensioni; nel confronto con quelle più grandi, i rapporti creditizi delle piccole imprese sono più frequentemente intrattenuti con un unico intermediario e risultano maggiormente incentrati su forme tecniche dove rileva la conoscenza diretta del prenditore. L'analisi dei flussi finanziari mostra una maggiore capacità di autofinanziamento per le imprese più grandi.

La qualità del credito non è mutata in modo significativo: nel 2007 la dinamica delle nuove sofferenze è risultata ancora inferiore a quella dei prestiti e il tasso di decadimento non ha superato il punto percentuale. Le difficoltà incontrate dalle famiglie non si sono al momento riflesse in un significativo aumento della morosità, anche per la disponibilità degli intermediari ad accomodare le condizioni dei finanziamenti prevalentemente con l'allungamento della durata.

L'impiego del risparmio ha continuato a privilegiare gli strumenti con un minore grado di rischio; rispetto al 2006 l'aumento del costo opportunità connesso con la detenzione di moneta ha prodotto un significativo rallentamento dei depositi e una sostenuta crescita delle obbligazioni bancarie. Un saldo netto negativo ha nuovamente caratterizzato le gestioni patrimoniali bancarie e i fondi comuni di investimento mobiliare.

Tra il 1998 e il 2006 la ricchezza finanziaria pro capite dei toscani è salita in media di circa il 4 per cento in valori correnti. Nel periodo la composizione è mutata in modo significativo: nell'attivo è cresciuta la quota di azioni, obbligazioni e fondi comuni a scapito dei titoli pubblici e della liquidità; nel passivo sono saliti il credito al consumo e, soprattutto, i mutui per l'acquisto di abitazioni.

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