L'economia della SardegnaRapporto annuale

Nel 2007 l'economia della Sardegna ha continuato a crescere. In base alle stime disponibili elaborate dalla Svimez il prodotto interno lordo è aumentato dell'1,3 per cento; la crescita è stata lievemente inferiore rispetto alla media nazionale. L'espansione si è concentrata in prevalenza nella prima parte dell'anno; nei mesi successivi il ciclo economico ha rallentato, in linea con il peggioramento del quadro nazionale. La fase di debolezza congiunturale è proseguita nella prima parte del 2008.

In agricoltura i risultati sono stati complessivamente negativi: vi ha contribuito il calo della produzione delle principali coltivazioni; l'andamento del comparto zootecnico è lievemente migliorato.

Nell'industria è proseguita la fase moderatamente espansiva avviatasi nel 2006: nella media dell'anno la produzione industriale è cresciuta a ritmi moderati, sostenuta sia dalla domanda interna sia dagli ordinativi provenienti dall'estero. Il fatturato e gli investimenti delle imprese sono aumentati e la redditività è rimasta positiva. Nel corso dell'anno si è osservato tuttavia un progressivo deterioramento del clima economico nel settore, che si è accentuato nell'ultimo trimestre, con la riduzione dei livelli produttivi e del grado di utilizzo degli impianti.

Il settore industriale regionale si distingue per la ridotta dimensione delle imprese, inferiore a quella nazionale. Negli ultimi anni la capacità di crescita degli operatori è risultata limitata, soprattutto per quelli di minori dimensioni. Queste caratteristiche condizionano negativamente i risultati del sistema industriale regionale.

L'interscambio regionale con l'estero è aumentato, anche se a un ritmo inferiore rispetto al 2006. Le esportazioni dell'industria petrolifera, di quella chimica e di quella dei metalli hanno rallentato; si è registrata un'accelerazione delle vendite all'estero dei prodotti dell'industria tradizionale a eccezione di quella della lavorazione del sughero. La fornitura di materie prime destinate all'industria energetica regionale ha decelerato.

La congiuntura nel settore delle costruzioni è rimasta debole. Alla crescita dell'edilizia residenziale, proseguita per effetto di condizioni di domanda complessivamente favorevoli, si è contrapposta una riduzione dei livelli produttivi nel comparto non residenziale e nelle opere pubbliche.

Negli ultimi anni le amministrazioni locali hanno aumentato l'utilizzo del partenariato pubblico-privato e della finanza di progetto. Con tali strumenti, attraverso i quali i soggetti privati sono coinvolti nella costruzione e nella successiva gestione delle opere, si è provveduto principalmente alla costruzione di infrastrutture per i servizi collettivi.

L'attività delle imprese dei servizi ha rallentato: la domanda di beni di consumo delle famiglie è cresciuta in misura contenuta; della debolezza della domanda hanno risentito in particolare gli esercizi commerciali di minore dimensione. L'attività dei servizi turistici ha continuato a crescere, sostenuta dai maggiori flussi di visitatori stranieri; il traffico dei viaggiatori lungo le tratte aeree internazionali si è ulteriormente sviluppato. La maggiore disponibilità di collegamenti e accessibilità delle destinazioni regionali ha favorito l'arrivo di nuovi turisti, ma ha comportato una riduzione della durata media della permanenza.

Nel 2007 l'intervento pubblico a sostegno dell'economia regionale è complessivamente aumentato, per i maggiori pagamenti connessi alla conclusione del Programma Operativo Regionale 2000-06. Nel corso dell'anno si è avviato il nuovo ciclo di programmazione (2007-2013) per la spesa dei fondi comunitari: nel nuovo quadro la Sardegna non è più considerata tra le regioni in ritardo di sviluppo e l'ammontare delle risorse ad essa destinate è diminuito.

Nella media del 2007 la dinamica dell'occupazione è stata positiva e il tasso di disoccupazione è ulteriormente diminuito. Nel corso dell'anno, tuttavia, la crescita degli occupati si è progressivamente indebolita. Le forze di lavoro sono risultate in lieve flessione, anche per l'incremento della quota di persone in età pensionabile. La Sardegna negli ultimi anni si è caratterizzata per un processo di invecchiamento della popolazione molto accentuato, più rapido della media nazionale. In prospettiva l'andamento osservato, connesso anche al basso tasso di fecondità, può incidere significativamente sull'offerta di lavoro.

I finanziamenti bancari all'economia della regione sono aumentati a un ritmo lievemente inferiore a quello registrato nel 2006. I prestiti alle imprese hanno rallentato, soprattutto per le imprese dei servizi; quelli concessi alle famiglie hanno continuato a crescere, sostenuti dalla domanda di mutui ipotecari.

In base agli indicatori disponibili non si sono osservati segnali di peggioramento della qualità del credito: il rapporto tra i flussi di nuove sofferenze e i prestiti netti all'inizio dell'anno è diminuito, in particolare con riferimento alle imprese manifatturiere e delle costruzioni. La rischiosità del credito alle famiglie è rimasta invariata.

Negli ultimi anni l'indebitamento delle famiglie sarde è notevolmente cresciuto, in linea con la tendenza nazionale: dal 1998 al 2007 il rapporto tra l'ammontare dei prestiti e il reddito disponibile è quasi raddoppiato. A questa crescita hanno contribuito lo sviluppo del mercato immobiliare, la maggiore offerta di servizi da parte dell'industria finanziaria e il cambiamento dei modelli di consumo. Nella media del periodo al maggiore indebitamento non si è associato un aumento delle insolvenze.

La raccolta bancaria presso i clienti residenti in Sardegna ha decelerato, a causa della ridotta crescita dei depositi in conto corrente delle famiglie. La minore accumulazione di risparmio ha riguardato anche i titoli affidati alle banche in custodia e amministrazione.

La struttura del sistema finanziario in Sardegna si è ulteriormente sviluppata: il numero degli intermediari e delle dipendenze bancarie è aumentato. Tra gli intermediari non bancari si consolida il ruolo dei consorzi di garanzia collettiva dei fidi.

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