L'economia della LombardiaRapporto annuale

Nel corso del 2007 lo scenario macroeconomico è andato rapidamente deteriorandosi: lo slancio dispiegato dall'economia lombarda si è progressivamente esaurito. Gli indicatori qualitativi e la frenata della produzione industriale del primo trimestre suggeriscono che la fase di debolezza ciclica si protrarrà nel 2008.

L'economia regionale risente di problemi strutturali di lunga data che si sono riflessi in un progresso modesto del prodotto per addetto. Nel confronto europeo, la Lombardia sconta un ritardo per il livello della spesa in ricerca e sviluppo. Il contributo delle imprese private è però superiore alla media italiana. Un'importante fonte di innovazione è costituita dal rapporto con l'Università, che ha coinvolto quasi un quarto delle imprese industriali lombarde nel triennio 2005-07, oltre il doppio dei tre anni precedenti.

La qualità del sistema scolastico regionale, ai primi posti in Italia, stenta a reggere il confronto coi principali paesi europei; anche l'incidenza di diplomati e di laureati è inferiore alla media della UE.

L'occupazione ha rallentato, riflettendo il peggioramento dell'attività; è proseguito il calo del tasso di disoccupazione. La partecipazione al mercato del lavoro resta tuttavia più bassa che in molte regioni europee, soprattutto per le coorti meno giovani e le donne. La Lombardia conferma la propria capacità di attrarre lavoratori laureati e studenti universitari dal resto d'Italia, nonché forza lavoro straniera (vi risiede un quarto della popolazione immigrata del Paese).

Le turbolenze sui mercati finanziari internazionali hanno avuto un impatto modesto sulla dinamica delle principali grandezze finanziarie della regione. Il credito bancario ha continuato a crescere a tassi sostenuti, seppure in progressivo rallentamento. L'offerta di credito è rimasta distesa per la maggior parte dell'anno; segnali di lieve irrigidimento si sono notati a partire dall'ultimo trimestre del 2007.

Sono risultati in espansione anche gli interventi di private equity indirizzati a imprese localizzate in Lombardia. Nel 2007 essi rappresentavano circa la metà del totale degli investimenti erogati in Italia dal settore.

Il credito alle famiglie ha continuato ad aumentare a ritmi elevati. Ha però rallentato l'erogazione di mutui ipotecari, in linea con il raffreddamento del mercato immobiliare e con il rialzo dei tassi di interesse; nel primo trimestre del 2008, la decelerazione è divenuta più marcata. Nell'ultimo quinquennio, sono state introdotte innovazioni significative nelle caratteristiche dei mutui ipotecari, che hanno consentito un aumento dell'importo medio finanziato.

Il mutamento delle condizioni monetarie ha contribuito a spostare parte delle risorse finanziarie delle famiglie verso forme di risparmio più remunerative; la raccolta bancaria presso la clientela residente nella regione ha rallentato. È continuato il deflusso di risorse investite nelle diverse forme di gestione professionale del risparmio.

Nel corso del 2007 è proseguito il processo di concentrazione tra gli intermediari bancari della regione. Si è rafforzata ulteriormente la rete commerciale delle banche realizzata tramite l'apertura di nuovi sportelli e i contatti per via telematica. Ciò ha richiesto alle banche interventi organizzativi di rilievo, volti a definire strutture più adatte a rispondere alle esigenze della clientela; la tendenza a un maggiore decentramento decisionale è stata in parte compensata dall'introduzione di meccanismi di incentivazione dei responsabili locali e da una progressiva diffusione di tecniche quantitative di valutazione della clientela.

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