L'economia dell'Emilia-RomagnaRapporto annuale

Nel 2007 è proseguita la crescita dell'attività economica regionale a un ritmo analogo a quello dell'anno precedente. In base alle stime della Svimez il PIL sarebbe aumentato del 2,1 per cento, un dato lievemente superiore alla media italiana ma sensibilmente inferiore a quella dell'area dell'euro. Alla crescita avrebbero contribuito sia la domanda interna sia, soprattutto, quella estera. Il valore della produzione agricola è ulteriormente aumentato, sostenuto dal forte rialzo dei prezzi. Nell'industria manifatturiera si è avuta una crescita che ha interessato, con intensità diverse, tutti i rami produttivi a eccezione di quello tessile. L'espansione si è accompagnata a un aumento dell'accumulazione di capitale. Il mercato delle costruzioni ha continuato a crescere, sebbene a un tasso inferiore a quello dell'anno precedente a causa della flessione nel comparto delle opere pubbliche. Nel settore dei servizi, le vendite al dettaglio hanno continuato ad aumentare presso le strutture della grande distribuzione; i consumi di beni durevoli sono rimasti sostanzialmente stazionari in termini reali. È proseguito, intenso, l'incremento dei flussi turistici verso la regione, soprattutto di quelli provenienti dall'estero. Le esportazioni sono aumentate in misura significativa, a un ritmo analogo a quello dell'anno precedente e superiore a quello del commercio mondiale. L'espansione dei livelli di attività si è favorevolmente riflessa sul mercato del lavoro regionale, determinando un ulteriore calo del tasso di disoccupazione al 2,9 per cento.

Nel mercato del credito, i prestiti alla clientela regionale sono cresciuti a ritmi elevati, soprattutto nella componente dei finanziamenti alle imprese manifatturiere e alle costruzioni. Per le famiglie si è avuta una decelerazione dei mutui immobiliari e del credito al consumo bancario, attribuibile all'aumento dei tassi e anche a una maggiore prudenza delle banche dal lato dell'offerta. La rischiosità dei prestiti è rimasta su livelli contenuti, anche se emergerebbe un aumento dei casi di soggetti che presentano difficoltà ad onorare le obbligazioni derivanti dal debito. I flussi di risparmio delle famiglie si sono indirizzati prevalentemente verso i certificati di deposito, i pronti contro termine, i titoli di stato e le obbligazioni.

Nei primi mesi del 2008 gli ordini alle imprese industriali hanno mostrato segnali di indebolimento, proseguendo una tendenza iniziata nella seconda metà del 2007. Anche le aspettative a breve termine sono risultate in peggioramento. Segnali analoghi provengono dal settore delle costruzioni, mentre le esportazioni continuano a crescere a tassi sostenuti. Le maggiori difficoltà deriverebbero dalla debolezza della domanda interna, che risente del rialzo delle quotazioni dei prodotti energetici e di altre materie prime. I dati confermano inoltre le difficoltà delle imprese di minori dimensioni a sostenere la crescente concorrenza in diversi comparti di attività economica.

Il Rapporto contiene alcuni approfondimenti sulla struttura dell'economia della regione che includono, tra gli altri, lo stato di attuazione della riforma del trasporto pubblico locale, i flussi migratori interni, l'andamento del debito delle famiglie negli anni più recenti.

Nel trasporto pubblico locale, la nuova regolamentazione introdotta nel 1997 è stata recepita in Emilia-Romagna in misura maggiore che nella media delle altre regioni italiane. Sono state effettuate le gare in tutti i capoluoghi di provincia a eccezione di Bologna, ma la gestione del servizio rimane generalmente affidata alle aziende a capitale pubblico già attive sui singoli mercati. Fra il 1996 e il 2005 i ricavi per km sono diminuiti a fronte di un notevole aumento dei costi medi per addetto. La quota di utilizzatori, che era più elevata della media italiana nel 1996, si è ridotta allineandosi a quest'ultima negli anni più recenti.

Le prospettive occupazionali che l'Emilia-Romagna offre contribuiscono ad attirare forza lavoro dalle altre aree del Paese. Il saldo migratorio interno in rapporto alla popolazione residente è il più elevato fra le regioni italiane. Fra il 2000 e il 2004 l'afflusso netto è stato di quasi 100 mila persone; tra questi è alta la quota di laureati. Oltre ai trasferimenti di residenza negli ultimi anni sono aumentati anche il pendolarismo e i trasferimenti verso un'altra città non formalizzati presso le anagrafi. Anche in questo caso la regione si conferma tra le più attrattive in Italia.

Nel periodo 1998-2006, sono aumentati in misura rilevante le passività finanziarie totali e i mutui delle famiglie in rapporto al reddito disponibile. Nonostante la crescita, il grado d'indebitamento delle famiglie in Emilia-Romagna risulta sostanzialmente in linea con il dato medio nazionale e rimane conte¬nuto se valutato su scala internazionale. Nello stesso periodo vi è stata inoltre una sostenuta accumulazione di attività finanziarie che ha superato per intensità quella osservata in altre aree del Paese. Alla crescita dei mutui, che costituiscono la parte prevalente dell'indebitamento bancario, ha contribuito l'evoluzione delle condizioni contrattuali. La quota del valore dell'immobile finanziata dal mutuo, la sua durata, il rapporto tra rata e reddito richiesto al momento della stipula del contratto e, infine, la possibilità di rinegoziare le condizioni contrattuali sono state tutte orientate a favorire l'accesso a tale forma di finanziamento.

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