L'economia della Campania nel 2004Rapporto annuale

Nel 2004, secondo le valutazioni della Svimez, il PIL della Campania a prezzi costanti è aumentato dello 0,9 per cento.

L’accelerazione rispetto al risultato del 2003 (0,5 per cento) non ha consentito di recuperare i tassi di crescita più sostenuti, prossimi o superiori al due per cento, che avevano caratterizzato l’economia regionale tra il 1997 e il 2002.

Fra le componenti della domanda, solo gli investimenti sono aumentati in misura significativa, soprattutto grazie al maggiore impiego di fondi pubblici. La spesa per consumi e le esportazioni sono cresciuti a ritmi deboli. I consumi delle famiglie, a partire dal 2000, sono aumentati dello 0,7 per cento all’anno contro il 2,5 per cento del precedente quinquennio. Il valore delle esportazioni a prezzi correnti, nonostante la lieve ripresa rilevata nel 2004, risulta inferiore del 15 per cento rispetto al livello massimo toccato nel 2001.

I vari comparti di attività hanno manifestato andamenti diversificati. Il valore aggiunto del settore industriale è diminuito per la prima volta da cinque anni; negli altri comparti esso è invece aumentato a tassi superiori rispetto al precedente anno.

Il settore primario ha recuperato il forte calo di produzione registrato nel 2003. La dimensione media delle aziende agricole campane è aumentata, ma risulta ancora ampiamente inferiore al dato nazionale e meridionale.

L’attività del settore della trasformazione industriale è risultata in regresso, riflettendosi anche in regione le generali condizioni di debolezza competitiva che caratterizzano l’attuale fase del cicloeconomico in Italia. L’accumulo di capacità produttiva inutilizzata e l’incertezza sulle prospettive della domanda hanno influenzato negativamente il tasso di investimento.

Il fatturato delle imprese manifatturiere è rimasto su valori bassi, seppure con andamenti molto diversificati fra i settori e le classi dimensionali. Le piccole e medie imprese che avevano realizzato significativi progressi nel recente passato, dando vita anche a fenomeni di agglomerazione industriale, hanno fortemente risentito della crescente concorrenza sui mercati interni ed internazionali. Le vendite hanno continuato a calare nei comparti del sistema moda e in particolare nelle produzioni caratterizzate da una qualità medio-bassa. Sono invece cresciute le realtà produttive di maggiore dimensione, soprattutto quelle operanti nei comparti della metalmeccanica e dei mezzi di trasporto.

La ripresa delle esportazioni, dopo un biennio di forte calo, è stata inferiore alla media nazionale; la specializzazione dell’export regionale resta sbilanciata verso i settori a minore contenuto tecnologico.

Nel comparto delle costruzioni l’attività è cresciuta, soprattutto grazie all’avanzamento dei lavori per opere pubbliche: nel 2004 i flussi di cassa in uscita per investimenti diretti realizzati dalla Regione, dalle Province e dai Comuni capoluogo hanno superato 1,3 miliardi di euro con una crescita del 37 per cento sul 2003 e di oltre il 50 per cento rispetto ai valori medi del biennio 2001-02. Vi hanno contribuito gli investimenti rientranti nel Piano Operativo Regionale 2000-06 per l’utilizzo dei fondi comunitari.

Nel 2004 i prezzi al consumo per l’intera collettività hanno continuato a crescere più che nel resto del paese. Al differenziale d’inflazione sfavorevole alla regione ha contribuito in misura significativa il maggior aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, dell’abbigliamento e dell’arredamento.

La presenza in Campania di strutture della grande distribuzione continua a risultare significativamente inferiore a quella delle altre regioni, anche meridionali. Consistenti investimenti sono tuttavia in corso per il potenziamento di tali strutture.

Le vendite degli esercizi commerciali sono calate. La riduzione ha continuato a riguardare esclusivamente gli esercizi di piccola dimensione. Soprattutto per l’acquisto di beni durevoli, è aumentato il ricorso al credito al consumo.

Le presenze turistiche negli esercizi ricettivi sono aumentate dopo il calo rilevato nel biennio 2002-03; ha continuato a espandersi a ritmi sostenuti il turismo crocieristico. Relativamente al traffico di passeggeri, il sistema portuale campano si colloca al primo posto tra le regioni italiane. Continuano a crescere gli investimenti per il potenziamento del sistema regionale dei trasporti e delle infrastrutture logistiche.

L’occupazione è lievemente diminuita. Risultano peggiorati i già gravi differenziali con la media nazionale nei tassi di occupazione, soprattutto nelle componenti giovanili e femminili delle forze di lavoro. Una quota elevata della popolazione campana permane in condizioni di ampio disagio economico e sociale.

Lo scorso anno, il ritmo di espansione degli impieghi bancari ha continuato a crescere, ponendosi ancora una volta al di sopra della media nazionale. Il risultato è stato determinato dall’accelerazione dei prestiti alle famiglie, dal finanziamento di alcune iniziative imprenditoriali di elevato importo unitario e dal sostegno alle imprese in una fase di accresciuto fabbisogno di liquidità.

Le condizioni di offerta dei prestiti alle imprese, in termini di prezzi e volumi di credito accordato, si sono mantenute espansive.

I mutui destinati all’acquisto di abitazioni hanno ancora accelerato, raggiungendo 2,3 miliardi di euro di erogazioni nell’anno.

L’indebitamento delle famiglie in rapporto al PIL è in crescita ma resta inferiore alla media italiana.

Il flusso di nuove sofferenze emerse nell’anno si è ancora ridotto; l’incidenza dei prestiti in sofferenza o in “incaglio” sul totale dei crediti si mantiene su valori bassi rispetto al passato, ma è ancora significativamente superiore al dato nazionale.

La raccolta bancaria ha continuato a crescere a ritmi inferiori rispetto ai prestiti. I titoli depositati presso le banche sono rimasti stazionari in valore nominale.

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