L'economia della Valle d'Aosta nel 2004

Rapporto annuale

Giugno 2005
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Nel 2004 in base alle valutazioni della Svimez il prodotto interno lordo della Valle d’Aosta sarebbe calato dello 0,3 per cento a prezzi costanti, a fronte di una crescita nazionale pari all’1,2 per cento. Nel 2003 il prodotto regionale era rimasto stazionario secondo i dati forniti dall’Istat.

Nel settore industriale l’attività e le vendite all’estero hanno beneficiato del positivo andamento del settore siderurgico; negli altri comparti gli ordini e la produzione sono rimasti complessivamente deboli.

Sono proseguite le difficoltà nel settore delle costruzioni. L’attività produttiva e gli investimenti nel comparto delle opere pubbliche sono diminuiti; l’edilizia privata è stata sostenuta dalle strutturazioni di abitazioni e di immobili non residenziali, mentre è rimasta contenuta l’attività di nuova ostruzione. È proseguito il positivo andamento del mercato immobiliare, favorito dal contenuto costo del credito bancario e dall’elevata domanda di abitazioni nelle principali località turistiche.

Nel corso dell’anno si è interrotto il positivo andamento del comparto turistico; vi ha influito il calo del numero di presenze e di arrivi di italiani. È proseguito l’ampliamento della superficie di vendita delle strutture della grande distribuzione e sono ancora aumentati gli investimenti da parte delle piccole e medie imprese commerciali, favoriti dalle agevolazioni regionali.

Secondo la nuova Indagine sulle forze di lavoro dell’Istat, si è ridotto il numero di occupati in Valle d’Aosta; le difficoltà delle imprese si sono riflesse anche nella crescita del numero di iscrizioni nelle liste di mobilità e in quello delle ore di Cassa integrazione guadagni.

I prestiti bancari alla clientela residente in regione sono aumentati a un ritmo più elevato rispetto all’anno precedente; la crescita ha interessato la componente a medio e a lungo termine. Vi ha contribuito principalmente l’espansione dei finanziamenti alle famiglie consumatrici, soprattutto per l’acquisto di abitazioni; anche il credito erogato dagli intermediari non bancari per finanziare la spesa delle famiglie è cresciuto a tassi sostenuti. L’aumento dei prestiti alle società non finanziarie si è concentrato nei comparti dei servizi, delle costruzioni e dell’energia; nell’industria manifatturiera, dove la domanda di credito da parte delle imprese si è mantenuta debole, i prestiti sono diminuiti.

Nonostante la perdurante debolezza del quadro congiunturale, la qualità del credito in regione non ha subito significativi mutamenti. Soltanto nell’industria sono emersi segnali di lieve deterioramento. I risparmiatori valdostani hanno ancora preferito strumenti finanziari meno rischiosi. Ne hanno  beneficiato la raccolta bancaria e i titoli di Stato. Sono sensibilmente calate le obbligazioni non bancarie, le quote di OICR e le gestioni patrimoniali.

Secondo i dati dell’ottavo Censimento generale dell’industria e dei servizi, la dimensione media delle unità locali delle imprese si è ridotta nel 2001 a 3,3 addetti, dai 3,7 del 1991. Il numero di addetti è aumentato del 4,9 per cento nel decennio: nell’industria in senso stretto è diminuito del 10,3 per cento. La quota di addetti nel settore dei servizi è cresciuta dal 57,9 al 60,9 per cento, confermando la vocazione verso il terziario dell’economia regionale. Peraltro, si è leggermente ridotta la specializzazione relativa nel comparto alberghiero e in quello delle attività ricreative, culturali e sportive.

L’incidenza degli addetti nell’industria in senso stretto è calata dal 22,9 al 19,6 per cento; vi ha influito la despecializzazione relativa intervenuta nel comparto dei metalli e prodotti in metallo, solo in parte compensata dalla più elevata quota di addetti registrata nel comparto delle apparecchiature elettriche e ottiche rispetto alla media nazionale.

La specializzazione nel settore delle costruzioni è lievemente diminuita; vi ha influito, in presenza di una crescita pari al 6,2 per cento del numero di addetti, la riduzione della dimensione media delle unità locali da 3,9 a 3,4 addetti.

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