L'economia dell'Emilia-Romagna nel 1999Rapporto annuale

Nel 1999 l’economia regionale ha risentito negativamente del rallentamento ciclico iniziato intorno alla metà dell’anno precedente. A partire da giugno, tuttavia, si sono sempre più diffuse aspettative di ripresa, legate all’andamento del commercio internazionale, che si sono concretizzate in particolare nel quarto trimestre. Le previsioni degli operatori indicano una prosecuzione della fase espansiva anche per l’anno 2000.

Il comparto meccanico è cresciuto a tassi inferiori rispetto alla media dell’industria manifatturiera della regione. Tale andamento è attribuibile in gran parte al forte rallentamento della domanda estera, anche se già a partire dal quarto trimestre vi sono stati decisi segnali di inversione di tendenza. Sospinto dai bassi tassi d’interesse e dalla ripresa della domanda, il settore delle costruzioni sembra avere imboccato un sentiero di crescita. Ne hanno beneficiato le industrie legate all’attività edilizia. L’importante comparto della produzione di beni alimentari ha conseguito dei buoni risultati, proseguendo nella politica di penetrazione di alcune tipiche produzioni regionali nell’ambito di importanti mercati di sbocco esteri.

Gli elevati profitti conseguiti e la disponibilità di finanziamenti esterni a tassi contenuti non sono stati sufficienti a indurre le imprese della regione ad accrescere le spese per investimenti. In questa fase congiunturale sembra essere stata privilegiata una crescita per linee esterne, attraverso l’acquisizione di altre imprese o di rami d’azienda, di marchi commerciali e talvolta di società dedite alla distribuzione dei prodotti. L’adozione di tecnologie informatiche risulta piuttosto diffusa tra le imprese della regione, anche presso quelle di minori dimensioni.

L’occupazione in Emilia-Romagna è cresciuta in misura rilevante; l’incremento è stato più elevato nei servizi e nelle costruzioni, anche per la maggiore vivacità della domanda, e più contenuto nell’industria. Il tasso di disoccupazione si è ridotto. Al pari del 1998, le nuove assunzioni di personale sono avvenute in gran parte attraverso forme contrattuali dotate di maggiore flessibilità rispetto al passato.

Gli impieghi bancari hanno ulteriormente accelerato la loro crescita nel 1999. Sono aumentati in primo luogo i finanziamenti concessi alle famiglie soprattutto nella forma di mutui ma anche di impieghi volti al finanziamento di acquisti di beni di consumo durevoli. La quota di impieghi concessi alle famiglie in Emilia-Romagna è stata più bassa di quella dell’Italia e sensibilmente inferiore a quella dei principali paesi europei. Vi è dunque spazio per una ulteriore crescita di questo segmento di mercato. Anche gli impieghi alle imprese non finanziarie sono cresciuti in misura rilevante, sebbene inferiore a quelli alle famiglie. Oltre alla vivacità della domanda in alcuni comparti dei servizi, hanno probabilmente influito sulla richiesta di credito delle imprese le necessità di finanziamento connesse a operazioni di finanza straordinaria. Le sofferenze hanno continuato a ridursi, confermando il buono stato di salute dei bilanci delle imprese.

Nel 1999 il risparmio regionale è stato prevalentemente indirizzato verso i fondi comuni, gli acquisti di azioni e di obbligazioni, specie quelle emesse da banche.

Le banche con sede in Emilia-Romagna hanno accresciuto notevolmente i loro impieghi, soprattutto nella componente a medio e a lungo termine. La loro espansione è stata finanziata attraverso la crescita dei conti correnti, lo smobilizzo dei titoli in portafoglio e l’emissione di obbligazioni. Dopo gli eccellenti risultati reddituali nel 1998 è diminuito il risultato di gestione delle banche della regione a fronte di un aumento dell’utile dopo le imposte. La riduzione del margine d’interesse dei profitti da operazioni finanziarie e la decelerazione della crescita dei ricavi netti da servizi hanno contribuito al peggioramento della redditività operativa. L’utile finale è tuttavia aumentato grazie all’apporto di componenti straordinarie di reddito, dovute alle plusvalenze realizzate sulla cessione di alcuni pacchetti azionari e al differimento di imposte.

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