Bollettino Economico n. 4 - 2015

Le prospettive globali risentono delle incertezze sulla Cina

Nei principali paesi avanzati prosegue l’espansione dell’attività, ma il rallentamento dell’economia cinese ha inciso negativamente sui corsi delle materie prime e sull’attività nei paesi emergenti. Il percorso di rientro della Cina dagli alti livelli di investimento e di indebitamento costituisce un fattore di fragilità per il paese e un rischio per l’economia globale. L’incertezza del quadro macroeconomico internazionale ha influito sulla decisione della Riserva federale di non avviare il rialzo dei tassi di riferimento in settembre.

Nell’area dell’euro prosegue la ripresa ma vi sono rischi al ribasso…

Nell’area dell’euro le informazioni più recenti concordano nel confermare il proseguimento della ripresa dell’attività economica nel periodo estivo. Il rallentamento globale ha avuto finora effetti contenuti sull’area, ma costituisce in prospettiva un rischio al ribasso per la crescita e l’inflazione. Quest’ultima è tornata in settembre su valori lievemente negativi (-0,1 per cento sui dodici mesi), anche a seguito della discesa del prezzo del petrolio.

…che il Consiglio direttivo della BCE è determinato a contrastare

Le misure espansive adottate dal Consiglio direttivo della BCE hanno fornito sostegno all’attività economica e alla ripresa del credito. Il Consiglio è determinato a ricorrere a tutti gli strumenti disponibili, inclusa la possibilità di variare dimensione, composizione e durata del programma di acquisto di titoli pubblici e privati, qualora ciò sia necessario a contrastare i rischi al ribasso e ad assicurare il ritorno dell’inflazione verso valori coerenti con la definizione di stabilità dei prezzi.

È fonte di incertezza anche lo scandalo Volkswagen

La frode perpetrata dalla casa tedesca Volkswagen ha inciso sull’andamento dei mercati borsistici e sul clima di fiducia in Germania, introducendo un nuovo elemento di incertezza per le economie europee. Le possibili ripercussioni sono ancora di difficile quantificazione; dipenderanno dall’entità degli effetti sul settore automobilistico nel suo complesso (che ha finora contribuito in misura determinante alla ripresa ciclica), sull’industria tedesca e sull’indotto nei diversi paesi, oltre che sulle aspettative degli investitori e dei consumatori.

In Italia i principali indicatori confermano la ripresa…

In Italia l’attività economica ha ripreso a crescere dall’inizio del 2015, a ritmi intorno all’1,5 per cento in ragione d’anno. I segnali congiunturali più recenti – tra i quali l’andamento della produzione industriale, il rafforzamento della fiducia di famiglie e imprese e le inchieste condotte presso i responsabili degli acquisti – indicano la prosecuzione della crescita nel terzo trimestre a tassi analoghi a quelli della prima metà dell’anno. All’espansione del prodotto sta contribuendo, dopo anni di flessione della domanda interna, il consolidamento della ripresa dei consumi privati e il graduale riavvio degli investimenti in capitale produttivo. Sulla base delle recenti indagini, la maggior parte delle imprese valuta che gli effetti diretti del rallentamento dell’economia cinese sulla propria attività siano finora contenuti; sarebbero più marcati solo per alcune grandi aziende esportatrici.

…con sviluppi favorevoli sul mercato del lavoro

Nel corso del 2015 l’occupazione è aumentata a ritmi significativi (0,8 per cento nella media dei primi otto mesi sull’anno precedente); l’evidenza finora disponibile indica che l’incremento dell’occupazione dipendente, che ha riflesso soprattutto la ripresa ciclica, ha beneficiato altresì dei recenti provvedimenti adottati dal Governo in tema di decontribuzione e di riforma del mercato del lavoro. Durante l’estate è proseguita la lieve riduzione del tasso di disoccupazione, quasi raddoppiato tra il 2008 e il 2014. Le imprese sono moderatamente ottimiste sulle prospettive dell’occupazione.

La crescita dei prezzi rimane debole

La dinamica dei prezzi al consumo, che ha risentito del nuovo calo delle quotazioni del petrolio, rimane ancora molto bassa (0,2 per cento sui dodici mesi terminanti in settembre); prosegue invece il lento recupero dell’inflazione di fondo, tuttora sostenuta dall’accelerazione dei prezzi dei servizi. Famiglie e imprese si aspettano nei prossimi mesi un’inflazione molto contenuta, ma in graduale ripresa; si è ridotta la quota di consumatori che si attende prezzi in diminuzione.

Migliorano gradualmente le condizioni creditizie…

Prosegue il miglioramento del mercato del credito, favorito dalla ripresa ciclica e dalle misure adottate dal Consiglio direttivo della BCE. Dopo un prolungato periodo di flessione, nell’estate i finanziamenti al settore privato non finanziario si sono stabilizzati. Nei dodici mesi terminanti in agosto si è attenuato il calo dei prestiti alle imprese (-0,8 per cento); si è rafforzata la crescita di quelli al settore manifatturiero (portatasi all’1,8 per cento). La dinamica del credito risente delle condizioni delle aziende nei diversi settori: ha continuato a essere più favorevole per quelle che non presentano anomalie nei rimborsi. Il costo dei nuovi prestiti alle imprese ha registrato un’ulteriore lieve diminuzione, anche se resta elevata la dispersione delle condizioni individuali.

…e rallenta il flusso di nuovi crediti deteriorati

Il miglioramento del quadro macroeconomico ha inciso favorevolmente sul flusso di nuovi prestiti deteriorati, diminuito nel secondo trimestre. Informazioni preliminari relative ai mesi di luglio e agosto indicano che l’esposizione complessiva delle banche nei confronti dei debitori segnalati per la prima volta in sofferenza avrebbe registrato una diminuzione rispetto al bimestre precedente. La consistenza dei crediti in sofferenza ereditati dalla lunga crisi resta elevata: alla fine di giugno le sofferenze complessive erano pari al 10,3 per cento del totale dei prestiti in essere.

Sono state approvate misure in campo bancario

In agosto il Parlamento ha approvato misure per aumentare la rapidità e l’efficienza delle procedure fallimentari ed esecutive e rendere immediatamente deducibili ai fini fiscali svalutazioni e perdite su crediti, con l’obiettivo di rimuovere alcune cause dell’ingente stock di crediti deteriorati e stimolare la creazione di un mercato secondario per queste attività. È tuttora in corso il dialogo tra le autorità italiane e la Commissione europea sull’opportunità di costituire una società specializzata nell’acquisto di sofferenze, con l’obiettivo ultimo di ripristinare un adeguato flusso di credito all’economia.

Proseguono gli acquisti di titoli italiani dall’estero

Rimane elevata la propensione degli investitori esteri a detenere titoli di Stato italiani: tra marzo e luglio i non residenti hanno effettuato acquisti netti per 21 miliardi, un ammontare di poco inferiore alle emissioni nette. Il sensibile aumento della posizione debitoria della Banca d’Italia sul sistema dei pagamenti TARGET2 osservato dalla primavera rispecchia l’ampia creazione di liquidità e la minore offerta di titoli pubblici, derivanti dalla politica di emissioni del Tesoro e dalle operazioni monetarie attuate dalla Banca d’Italia: entrambi i fattori hanno indotto gli intermediari italiani a ridurre la provvista interbancaria sull’estero e i residenti a riequilibrare il proprio portafoglio verso attività estere.

Il Governo ha rivisto al rialzo le stime di crescita…

Nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015, presentata il 18 settembre scorso, il Governo ha rivisto al rialzo le stime di crescita del prodotto per quest’anno e, nel quadro programmatico, per il 2016; le revisioni relative all’anno in corso sono coerenti con le recenti informazioni congiunturali che configurano, per le componenti interne della domanda, un quadro lievemente più favorevole di quello atteso in precedenza.

…e programma di diminuire il carico fiscale su famiglie e imprese

Il Governo programma di ridurre il carico fiscale su famiglie e imprese. Per il 2016 la Nota di aggiornamento prevede di disattivare gli inasprimenti previsti dalle clausole di salvaguardia e di introdurre misure di sgravio sulla fiscalità immobiliare. Per il prossimo anno le minori entrate sarebbero finanziate solo in parte con tagli di spesa; complessivamente la Nota programma una riduzione della velocità del consolidamento di bilancio. Il rapporto tra il debito e il PIL inizierebbe a ridursi nel 2016. Il quadro dei provvedimenti e delle coperture sarà definito con la legge di stabilità, il cui disegno è stato varato dal Consiglio dei ministri il 15 ottobre.

È importante sfruttare le condizioni favorevoli per ridurre il debito

L’avvio di una graduale riduzione delle imposte è coerente con l’esigenza di diminuire l’elevata pressione fiscale che costituisce un freno alla crescita. In questa prospettiva gli interventi più direttamente efficaci ai fini di un incremento del potenziale dell’economia sono quelli di riduzione del carico gravante sui fattori della produzione; l’abolizione della tassazione sull’abitazione principale potrebbe avere effetti circoscritti sui consumi. Nel contempo resta importante che il profilo temporale di riequilibrio dei conti pubblici sia tale da assicurare una chiara e progressiva riduzione del debito e che a questo scopo sia sfruttata appieno l’occasione offerta dalle condizioni finanziarie e monetarie eccezionalmente favorevoli e dal progressivo rafforzamento della ripresa.

Testo della pubblicazione