Bollettino economico BCE, n. 1 - 2017

Le decisioni di politica monetaria assunte nel dicembre 2016 hanno conseguito lo scopo di preservare condizioni finanziarie molto favorevoli necessarie ad assicurare una convergenza durevole dei tassi di inflazione verso livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento nel medio termine. Le condizioni di prestito per famiglie e imprese seguitano a beneficiare dell’impatto delle misure della BCE. Come atteso, di recente l’inflazione complessiva è aumentata, in larga misura sulla scorta di effetti base dei prezzi dell’energia, ma le pressioni sull’inflazione di fondo restano contenute. Il Consiglio direttivo continuerà a guardare oltre le variazioni dell’inflazione misurata sullo IAPC qualora siano valutate temporanee e senza implicazioni per le prospettive per la stabilità dei prezzi nel medio termine.

Gli indicatori dell’economia mondiale disponibili segnalano il protrarsi di un moderato recupero della crescita dell’attività economica e del commercio a livello mondiale verso la fine del 2016. Nel contempo le condizioni finanziarie sono divenute più tese su scala internazionale e le economie di mercato emergenti si sono confrontate con deflussi di capitale. L’inflazione complessiva a livello mondiale è aumentata con il venir meno dei contributi negativi dei corsi dell’energia. I rischi per le prospettive dell’attività mondiale restano orientati verso il basso e sono connessi principalmente alle incertezze sul piano delle politiche e agli squilibri finanziari.

Dopo la riunione del Consiglio direttivo dell’8 dicembre 2016, i rendimenti delle obbligazioni sovrane sono lievemente diminuiti nell’area dell’euro e la curva a termine dell’EONIA si è spostata verso il basso per le scadenze di medio periodo. I prezzi delle azioni delle società non finanziarie sono aumentati, mentre i differenziali di rendimento sul debito societario hanno registrato un calo. Il tasso di cambio dell’euro si è mantenuto sostanzialmente stabile su base ponderata per l’interscambio.

Nell’area dell’euro l’espansione economica prosegue e si rafforza, trainata principalmente dalla domanda interna. In prospettiva, è atteso un suo ulteriore consolidamento. La trasmissione delle misure di politica monetaria della BCE sostiene la domanda interna e facilita il processo di riduzione della leva finanziaria in atto. Le condizioni finanziarie molto favorevoli e il miglioramento della redditività delle imprese continuano a promuovere la ripresa degli investimenti. In aggiunta, i durevoli incrementi dell’occupazione, che beneficiano anche delle passate riforme strutturali, forniscono sostegno ai consumi privati attraverso l’aumento del reddito disponibile reale delle famiglie. Al tempo stesso, vi sono segnali di un certo rafforzamento della ripresa mondiale. Tuttavia, la crescita economica dell’area dell’euro sarebbe frenata dalla lenta attuazione delle riforme strutturali e dagli ulteriori aggiustamenti dei bilanci in diversi settori. I rischi per le prospettive di crescita nell’area restano orientati al ribasso e sono connessi principalmente a fattori mondiali.

Secondo l’Eurostat, nell’area dell’euro l’inflazione sui dodici mesi misurata sullo IAPC è salita all’1,1 per cento a dicembre 2016, rispetto allo 0,6 per cento di novembre. Questa evoluzione riflette soprattutto un forte incremento sui dodici mesi della componente relativa ai beni energetici, mentre non vi sono ancora segnali convincenti di una tendenza al rialzo dell’inflazione di fondo. In prospettiva, sulla base delle quotazioni correnti dei contratti future sul petrolio, è probabile che l’inflazione complessiva aumenti ulteriormente nel breve periodo, riflettendo in gran parte movimenti del tasso di variazione sui dodici mesi dei prezzi dell’energia. Tuttavia, le misure dell’inflazione di fondo dovrebbero mostrare un incremento più graduale nel medio termine, sostenute dalle misure di politica monetaria della BCE, dall’attesa ripresa economica e dalla corrispondente graduale riduzione della capacità produttiva inutilizzata.

Sebbene gli andamenti del credito bancario continuino a riflettere, con il consueto scarto temporale, la sua relazione con il ciclo economico, nonché il rischio di credito e gli aggiustamenti in atto nei bilanci dei settori finanziario e non finanziario, le misure di politica monetaria messe in atto da giugno 2014 forniscono al momento un significativo sostegno alle condizioni di prestito per imprese e famiglie e quindi ai flussi di credito nell’intera area dell’euro. I risultati dell’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro per il quarto trimestre del 2016 indicano una sostanziale stabilizzazione dei criteri di erogazione dei prestiti alle imprese, mentre la domanda di prestiti ha continuato ad aumentare a un ritmo vigoroso per tutte le categorie. La crescita dei prestiti al settore privato ha quindi proseguito la sua graduale ripresa. Inoltre, si stima che il costo nominale complessivo del finanziamento esterno delle società non finanziarie si sia lievemente ridotto a dicembre.

Nella riunione del 19 gennaio 2017, sulla base della consueta analisi economica e monetaria, il Consiglio direttivo ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento della BCE. Esso continua ad attendersi che tali tassi si mantengano su un livello pari o inferiore a quello attuale per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività. Quanto alle misure non convenzionali di politica monetaria, il Consiglio direttivo ha confermato che l’Eurosistema continuerà a condurre acquisti nell’ambito del programma di acquisto di attività all’attuale ritmo mensile di 80 miliardi di euro sino alla fine di marzo 2017; inoltre, da aprile 2017, il Consiglio direttivo intende proseguire gli acquisti netti di attività a un ritmo mensile di 60 miliardi di euro sino alla fine di dicembre 2017 o anche oltre se necessario, e in ogni caso finché non riscontrerà un aggiustamento durevole dell’evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione. Contestualmente agli acquisti netti sarà reinvestito il capitale rimborsato sui titoli giunti a scadenza acquistati nel quadro del programma di acquisto di attività.

In prospettiva, il Consiglio direttivo ha confermato la necessità di un grado molto elevato di accomodamento monetario per consentire l’accumularsi di pressioni sui prezzi nell’area dell’euro e sostenere l’inflazione complessiva nel medio periodo. Se necessario per il conseguimento del suo obiettivo, esso agirà ricorrendo a tutti gli strumenti disponibili nell’ambito del suo mandato. In particolare, se le prospettive diverranno meno favorevoli o se le condizioni finanziarie risulteranno incoerenti con ulteriori progressi verso un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione, il Consiglio direttivo è pronto a incrementare il programma di acquisto di attività in termini di entità e/o durata.

Testo della pubblicazione