Nell’area dell’euro e in Italia la ripresa dell’attività produttiva e gli interventi di politica monetaria concorrono a limitare i rischi per la stabilità finanziaria, ma l’inflazione resta particolarmente bassa e il rallentamento dell’economia cinese rende lo scenario internazionale più incerto. In Italia migliorano le condizioni finanziarie delle famiglie e, in presenza di un lieve aumento dei margini di profitto, si riduce il numero di aziende vulnerabili. Le imprese restano esposte ai rischi di un’evoluzione sfavorevole delle condizioni macroeconomiche.
Dopo le tensioni osservate nei mesi estivi le condizioni di liquidità dei mercati finanziari sono tornate distese. Il graduale miglioramento dell’economia si riflette sui bilanci delle banche, per le quali crescono reddito e patrimonio, mentre si riduce l’esposizione ai rischi di tasso. Si contraggono i flussi dei crediti deteriorati, ma le consistenze continuano a crescere, anche perché stenta a svilupparsi il mercato secondario di queste attività. Le compagnie assicurative italiane sono patrimonialmente solide e in grado di far fronte a un periodo anche prolungato di bassi tassi di interesse. La rapida espansione del settore del risparmio gestito non genera rischi rilevanti per la stabilità finanziaria.