Il principale mercato dell'oro è rappresentato dalla piazza di Londra, dove avvengono gli scambi di oro da parte dei membri della London bullion Market Association (LBMA). Due volte al giorno viene determinato - tramite una piattaforma elettronica gestita dall'ICE -, alle 10:30 e alle 15:00 GMT, il fixing dell'oro (LBMA gold price). Tale quotazione è di particolare importanza in quanto la gran parte dei contratti legati all'oro a livello internazionale fanno riferimento a questo fixing. Sul mercato di Londra vengono scambiate circa 500 tonnellate di oro al giorno, pari a circa un quinto della produzione annua globale. Il mercato dell'oro fisico è utilizzato prevalentemente dall'industria dei beni di lusso che assorbe circa la metà dell'offerta di metallo prezioso. Una parte non trascurabile dell'offerta di oro fisico viene assorbita dagli acquisti da parte delle banche centrali.
Per quanto riguarda il mercato dell'oro finanziario, la maggior parte degli scambi avvengono presso il Comex del New York Mercantile Exchange (NYMEX) dove è infatti possibile negoziare i più liquidi strumenti derivati a termine (futures) sull'oro. I futures permettono infatti di assumere una posizione sull'oro sia al rialzo sia al ribasso, senza dover sopportare i costi connessi con la detenzione fisica del metallo prezioso. Negli ultimi anni l'utilizzo dei futures sull'oro è progressivamente aumentato, contribuendo a dare liquidità al mercato e a migliorare il contenuto informativo dei prezzi.
Un ulteriore impulso all'utilizzo dell'oro finanziario è da attribuire allo sviluppo del mercato degli Exchange Traded Fund (ETF) sull'oro, strumenti emessi a fronte dell'investimento diretto dell'emittente in oro. Alla stregua dei future, il prezzo degli ETF è legato all'andamento del sottostante. Gli ETF permettono quindi un agevole accesso al mercato dell'oro, senza dover sostenere i costi connessi alla proprietà fisica dell'oro (ad esempio costi di custodia e assicurazione). La domanda di oro fisico da parte degli emittenti degli ETF ha subito un picco nel biennio 2011-2012, per fronteggiare la forte domanda di oro da investimento in corrispondenza dei timori legati al sistema finanziario internazionale.