Da oltre duemila anni, la moneta è di continuo falsificata, sia essa di metallo, cartacea o elettronica.

Poco dopo l'immissione in circolazione di nuovi tipi di banconote si ritrovano già i primi esemplari contraffatti. Inizialmente di scarsa pericolosità, essi diventano sempre più insidiosi, maggiormente somiglianti nei disegni e nei colori e con elementi di sicurezza apparentemente tanto ben riprodotti da indurre talvolta le banche centrali ad accelerare la sostituzione dei biglietti emessi con altri di nuovo tipo più sicuri.

Il contrasto alla contraffazione stimola così lo sviluppo tecnologico degli elementi di sicurezza delle banconote più delle stesse esigenze di produzione e di rispondenza ai canoni estetici espressi dall'utenza. L'obiettivo ultimo rimane sempre quello di preservare la credibilità degli strumenti di pagamento.

I mezzi a disposizione delle due parti in gioco - banche centrali da un lato, falsari dall'altro - non sono fra loro paragonabili. Per la realizzazione di banconote autentiche la banca centrale utilizza materie prime e attrezzature specifiche, processi di produzione e conoscenze tecnologiche inaccessibili al falsario, al quale, tuttavia, tutto questo non occorre. Il suo obiettivo reale è, infatti, quello di riprodurre rapidamente - e a bassissimo costo - quel cosiddetto effetto cromatico d'insieme che spesso inganna il prenditore e lo induce a non controllare gli altri elementi di sicurezza visibili e tattili di cui le moderne banconote sono dotate.

La banconota autentica è forse il pezzo di carta con il più alto valore aggiunto, dove arte e tecnologia si fondono con la mediazione di raffinate tecniche di stampa integrate da innovativi elementi di sicurezza studiati appositamente per facilitare il riconoscimento della loro autenticità e ripristinare una più rassicurante distanza con la pericolosità delle banconote false.

Il contrasto alla contraffazione si sviluppa su tre linee:

  • l'informazione delle banche centrali nei confronti del pubblico e di coloro che trattano grandi quantità di contante - ad esempio, cassieri di banche e uffici postali - per metterli in condizione di riconoscere le banconote false
  • l'attività delle Forze dell'ordine per individuare le stamperie clandestine, spesso collegate ad altre forme di criminalità organizzata
  • la cooperazione e lo scambio di informazioni su base internazionale tra gli organismi interessati al contrasto del fenomeno.

La prevenzione della contraffazione è affidata all'impiego di soluzioni tecnologiche in fase di produzione delle banconote.

Per quelle in lire, era impiegata una carta di fibra di cotone particolarmente consistente, riconoscibile al tatto e che rimaneva opaca anche se esposta a luce ultravioletta in quanto la carta, a differenza di quella commerciale, non era sbiancata artificialmente.

Un altro importante elemento di riconoscibilità, presente nella carta, era la filigrana, che risaltava in controluce. Nelle ultime emissioni furono inseriti nella carta anche due fili di sicurezza: il primo, in prossimità della filigrana, conteneva la scritta "Banca d'Italia", mentre il secondo, nella parte centrale del biglietto, conteneva un codice magnetico utilizzato per la selezione automatica della banconota.

La calcografia - tecnica di stampa di particolare pregio e perciò impiegata per i tagli maggiori - consentiva un'eccellente resa grafica dei ritratti e dei disegni, che venivano resi così percepibili al tatto. La stampa tipografica era utilizzata, negli anni più recenti, per l'impressione delle combinazioni alfanumeriche delle serie.

Infine, gli inchiostri a variabilità ottica facilitavano l'individuazione delle banconote autentiche grazie al cambiamento di colore della stampa al variare dell'angolo di incidenza della luce.

Tutti questi elementi di sicurezza sono stati recepiti anche nelle attuali banconote in euro, che sono anche dotate di specifici elementi di sicurezza rilevabili da dispositivi di controllo automatico.