Content not available in English

La Divina Commedia, illustrazioni di Dalì

La Divina Commedia, illustrazioni di Dalì

La Divina Commedia. Illustrazioni di Dalì (1963-1964)

Storia

Nel 1950, in previsione della commemorazione del settimo centenario della nascita di Dante Alighieri, il Poligrafico dello Stato commissionò a Salvador Dalì l'illustrazione della Divina Commedia. Le prime 40 tavole furono esposte a Roma nel 1954, ma la mostra scatenò accese polemiche per la scelta di un artista straniero ed eccentrico, non ritenuto adatto a interpretare lo spirito dantesco, tanto che l'incarico a Dalì fu revocato. L'artista continuò comunque a lavorare al progetto per quasi nove anni e realizzò 100 acquerelli, uno per canto più quello introduttivo. Nel 1960 le 100 illustrazioni furono esposte in anteprima al Musée Galliera di Parigi per poi essere trasposte in altrettante xilografie a cura di Raymond Jacquet.

Il progetto di realizzare una Commedia illustrata da Dalì fu ripreso da Adriano Salani Editore di Firenze che, insieme alla casa editrice Arti e Scienze di Roma, ne curò un'edizione in sei tomi, due per ogni cantica, corredati dalle tavole realizzate dall'artista catalano. Salani scelse il miglior tipografo e la migliore cartiera dell'epoca - Giovanni Mardersteig della Stamperia Valdonega di Verona e le Cartiere Enrico Magnani di Pescia - e i volumi furono pubblicati tra il 1963 e il 1964.

Leggi la rassegna stampa storica sull'esposizione del 1954

Caratteristiche

Dell’opera sono stati stampati 44 esemplari ad personam, 100 esemplari numerati in numeri romani da I a C e 2900 esemplari, contraddistinti dai numeri da 1 a 2900; tra questi, la copia posseduta dalla Biblioteca Paolo Baffi è la numero 2706.

Come in altri casi, nell'esemplare della Biblioteca Paolo Baffi i sei tomi sono rilegati in tre volumi (Inferno, Purgatorio, Paradiso) ognuno contenuto in un cofanetto. Ciascuno ha un proprio frontespizio con un titolo stampato in un colore diverso: rosso per l'Inferno, viola per il Purgatorio e azzurro per il Paradiso. I volumi hanno una legatura in pelle con piatti anteriori in bronzo decorato a sbalzo con tre diverse illustrazioni allegoriche ispirate ai temi grafici di Dalì; i titoli sono impressi in oro sui dorsi, ciascuno dei quali è impreziosito da cinque nervi.

Divina commedia

Divina commedia

Divina commedia. Testo e sommari a cura di Luigi Pietrobono; miniature scelte e commentate da Sergio Samek Ludovici (1965)

Storia

Nel 1965, in occasione del settimo centenario della nascita di Dante Alighieri, l'Istituto Poligrafico dello Stato pubblicò a Roma tre volumi della Divina Commedia in edizione di pregio.

La realizzazione delle illustrazioni fu inizialmente commissionata a Salvador Dalì, ma, in seguito alla mostra dedicata ad alcune tavole dell'artista e organizzata a Roma nel 1954, l'incarico fu revocato per le accese critiche mosse nei confronti della scelta di un artista straniero, non ritenuto adeguato dall'opinione pubblica a interpretare lo spirito del poema [I. Schiaffini, La Divina Commedia di Salvador Dalí: una storia italiana, "Critica del testo", 14, 2, 2011, p. 652].

Il testo e i sommari dei volumi furono curati dal critico letterario Luigi Pietrobono (1863-1960), grande studioso delle opere di Dante; le immagini invece, venuta meno la collaborazione con Dalì, furono proposte e commentate da Sergio Samek Ludovici (1907-1979), bibliotecario e docente di Storia delle arti decorative del libro, che le scelse tra le miniature presenti in tre manoscritti della Commedia del Trecento e del Quattrocento:

  • il Codice urbinate latino 365, conservato dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, per le illustrazioni fino al canto XVII dell'Inferno;
  • il Codice Yates-Thompson della British Library, per le illustrazioni del Paradiso.

Ne risultò un'opera aderente alla tradizione e in linea con le pubblicazioni della Divina Commedia fino a quel momento realizzate.

Caratteristiche

Le 100 tavole a colori che corredano il volume sono inserite nel testo, incollate in pagine dedicate (34 nel primo volume, 33 nel secondo e 33 nel terzo).

L'opera è stampata su pregiata carta di Pescia, appositamente preparata per l'edizione. I volumi sono arricchiti da una rilegatura in pelle con incisioni dorate sulla copertina e sono conservati in un cofanetto rigido di custodia in tela chiara.

L'esemplare della Biblioteca Paolo Baffi è il n. 58 di 1000 pubblicati.

Vita nuova

Vita nuova

Vita nuova. A cura di Mario Marti; illustrata da Pericle Fazzini (1984)

Caratteristiche

Si tratta dell'editio princeps della Vita nuova illustrata da Pericle Fazzini con 20 tavole a colori firmate; il testo introduttivo è curato da Mario Marti e l'opera edita da TREC - Edizioni pregiate.

In copertina è presente il bassorilievo in bronzo raffigurante Beatrice, realizzato da Ernesto Treccani.
Il volume è contenuto in una custodia di legno. L'opera è stampata dalla tipografia Poliglotta Vaticana su carta a mano fabbricata a Pescia dalle cartiere di Enrico Magnani, con filigrana all'acqua; la rilegatura è artigianale, con pelli selezionate e scritte in oro.

Dell'opera sono state stampate 1399 copie numerate in numeri arabi, 99 in numeri romani e 25 segnate dalla A alla Z; ogni volume è firmato sul colophon da Pericle Fazzini.

L'esemplare posseduto è il n. 824 dei 1399 numerati in numeri arabi.

Il Dante svelato dei Girolamini. Il Manoscritto CF 2 16. Commentario

Il Dante svelato dei Girolamini. Il Manoscritto CF 2 16. Commentario

Il Dante svelato dei Girolamini. Il Manoscritto CF 2 16. Commentario. A cura di Andrea Mazzucchi (2021)

Caratteristiche

Si tratta del facsimile del manoscritto CF 2 16, custodito nella Biblioteca oratoriana dei Girolamini di Napoli; il volume, corredato di un commentario dal titolo Il Dante svelato dei Girolamini, è pubblicato dall'Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani per celebrare il settimo centenario della morte di Dante.

Il manoscritto riprodotto, cosiddetto Codice Filippino, è databile intorno alla metà del XIV secolo e il suo apparato illustrativo, costituito da 146 miniature, è il più vasto tra quelli dei codici coevi della Commedia. Diversamente da altri codici dell'epoca, le illustrazioni sono posizionate tra le terzine e non all'inizio dei canti. Impreziosiscono il testo note in latino e in volgare, che dimostrano come il codice sia stato oggetto di intenso studio nel corso degli anni.

Il commentario contiene i saggi di Andrea Mazzucchi e Alessandra Perriccioli Saggese che sottolineano l'importanza del manoscritto.

Il volume e il relativo commentario sono contenuti in una custodia.