La gestione delle risorse umane in Banca d'Italia: evidenze e riflessioni sui cambiamenti in corso

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di Alberto Martiello e Giuseppe Pariginovembre 2024

Già ben prima dello scoppio della pandemia, il progresso tecnologico e la conseguente digitalizzazione sempre più pervasiva del nostro modo di lavorare e vivere avevano indotto un ripensamento dei modelli organizzativi e, più in generale, del modo di lavorare. La Banca d'Italia aveva iniziato da tempo a impostare un graduale cambiamento dapprima nelle tecnologie - ad esempio con l'introduzione di computer portatili al posto dei tradizionali desktop - e poi nell'articolazione delle strutture, puntando a un modello decentrato, basato su un nuovo concetto di lavoro focalizzato sul risultato. Ne è derivato un impulso riformatore che nell'ultimo decennio ha accompagnato una profonda rivisitazione dell'organizzazione della Banca, processo che è tuttora in atto. La pandemia da COVID19 e la concomitante esplosione delle tecnologie che sfruttano l'intelligenza artificiale hanno drasticamente accelerato le tendenze in atto, rendendo ancora più urgente una riflessione sulla gestione del fattore umano nelle imprese e nelle istituzioni. Da un lato, sono state completamente riviste le modalità di lavoro, con l'affermazione del lavoro agile; dall'altro, procedure informatiche sempre più sofisticate fanno presagire una perdita di ruolo del fattore umano, creando notevole disagio nelle persone private di punti di riferimento, se non del proprio posto di lavoro.

In questo contesto, la Banca ha agito con rapidità, introducendo, prima di molti altri in Italia,  il lavoro agile come modalità ordinaria in tutti i casi in cui non è richiesta la presenza fisica, investendo altresì sull'informatica per ripensare radicalmente i processi di lavoro. Emerge con nettezza la centralità delle risorse umane, che richiede una rivisitazione di alcuni aspetti gestionali: le procedure di assunzione, al fine di intercettare le figure più adatte al nuovo contesto tecnologico-digitale; la formazione, che deve essere sempre più aggiornata, pervasiva e continua nel tempo, con conseguenti piani di riqualificazione del personale; il rilievo degli aspetti comportamentali dei lavoratori, anche rispetto ai diversi ruoli svolti nell'organizzazione, in primis i capi; la modulazione delle carriere, per tenere conto delle caratteristiche demografiche e professionali della compagine aziendale.

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