Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia - aprile 2010, n. 27Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Tra il 6 aprile e il 3 maggio 2010 si sono svolte le interviste del Sondaggio congiunturale presso gli agenti immobiliari sul mercato delle abitazioni in Italia, condotto congiuntamente da Banca d’Italia e Tecnoborsa. Hanno partecipato 932 agenti, che hanno fornito informazioni sull’attività di compravendita e sui prezzi nel trimestre di riferimento (gennaio-marzo 2010), nonché sulle prospettive del settore.

I principali risultati

Prezzi delle abitazioni

Nel primo trimestre del 2010 è proseguito il calo della quota di agenti che segnalano una diminuzione dei prezzi, scesa al 42,6 per cento dal 45,4 rilevato a fine 2009; si è affiancato un aumento della quota di coloro che ne riscontrano una stabilità, che per il terzo trimestre consecutivo si colloca sopra il 50 per cento (rispetto al 37,1 per cento registrato per il primo trimestre 2009). Nel complesso, il saldo negativo tra le percentuali di risposte “in aumento” e “in  diminuzione” si è ulteriormente ridotto (–41 per cento, contro –43,2 nello scorcio del 2009). Le opinioni al ribasso si confermano prevalenti nelle regioni del Sud e del Nord Est, salendo in misura più pronunciata al Centro (ora al 44 per cento).

Numero di compravendite

Nei primi mesi dell’anno la quota di operatori che hanno venduto almeno un immobile è salita al 71 per cento, il valore più alto dall’inizio delle rilevazioni nel gennaio 2009. Il numero di case vendute è aumentato di oltre il 12 per cento rispetto al periodo precedente, in linea con i segnali di stabilizzazione già emersi nello scorcio dell’anno secondo le rilevazioni dell’Agenzia del Territorio. Al recupero del numero totale di compravendite effettuate mediante intermediazione nelle aree non urbane del Nord si è contrapposto un calo in quelle urbane del Centro e del Sud.

Incarichi a vendere

Il saldo positivo tra le risposte che segnalano l’aumento o la diminuzione congiunturale delle giacenze di incarichi a vendere è salito a 17,2 punti percentuali (12,7 nella precedente rilevazione), interrompendo il progressivo calo registrato dall’avvio del sondaggio. Si è associato un deciso aumento del saldo tra le indicazioni di aumento e di diminuzione dei flussi dei nuovi  incarichi, salito a 14,8 punti percentuali, da 4,5 di tre mesi prima. Permane la divergenza tra i prezzi di offerta e di domanda: tra le cause di cessazione dell’incarico a vendere, il 64,2 per cento degli agenti indica che la motivazione principale è rappresentata dall’assenza di proposte di acquisto a fronte di richieste del venditore ritenute troppo elevate (63,2 per cento alla fine del 2009); inoltre sono di nuovo aumentate le percentuali di coloro che segnalano un ritiro dell’incarico  dovuto ad attese di prezzi più favorevoli o a proposte di acquisto a prezzi troppo bassi per il venditore.

Trattative e tempi di vendita

Nel primo trimestre del 2010 il margine di riduzione del prezzo di vendita è leggermente diminuito (11,7 per cento, contro 12,1 rilevato nell’inchiesta svolta in gennaio); la tendenza ha interessato principalmente le aree non urbane del Nord Est e del Centro. I tempi che intercorrono tra il conferimento dell’incarico e la vendita effettiva si sono lievemente ridotti (6,4 mesi rispetto ai 7 della precedente rilevazione), risultando più contenuti nei centri di maggiori dimensioni.

Modalità di finanziamento degli acquisti

La quota di acquisti di abitazioni effettuata con accensione di un mutuo ipotecario è diminuita a circa il 66 per cento (70 nella rilevazione precedente), con una flessione più accentuata nelle aree non urbane del Nord. Il rapporto tra il prestito erogato e il valore dell’immobile si è stabilizzato intorno al 71 per cento.

Le prospettive del mercato in cui operano le agenzie

Migliorano le opinioni degli operatori sulle condizioni del mercato di riferimento, con un saldo positivo tra giudizi “favorevoli” e “sfavorevoli” di 8 punti per centuali (3,3 punti nel trimestre precedente). Un maggiore ottimismo si riscontra nei centri di maggiori dimensioni. È risultato stabile, sui 13 punti percentuali, il saldo tra le attese di aumento e di diminuzione del numero di nuovi incarichi a vendere, come pure il saldo, negativo, tra attese di aumento e di riduzione dei prezzi nel trimestre in corso (–33 punti percentuali), con una percentuale di attese di calo dei prezzi  particolarmente elevata (superiore al 40 per cento) al Sud e nelle Isole.

Le prospettive del mercato nazionale

In deciso aumento l’incidenza delle attese di stazionarietà della situazione generale del mercato immobiliare a breve termine rispetto all’inchiesta precedente (al 65,2 per cento, dal 59,5). Vi ha contribuito in larga misura una riduzione della quota di agenti che anticipano prospettive più favorevoli (all’11,8 per cento, dal 15,8 dell’ultimo trimestre del 2009), che ha determinato un ampliamento del saldo negativo tra attese di miglioramento e di peggioramento. Anche nel medio termine emerge un quadro più incerto rispetto alla rilevazione precedente: le prospettive per i prossimi due anni sono giudicate positive dal 60,4 per cento delle agenzie (contro il 66,1 dell’inchiesta precedente) e in peggioramento dal 14,5 (contro il 12,2).

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