Relazione annuale sul 2017 in sintesi

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L'economia internazionale

[1] Nel 2017 l'espansione dell'economia mondiale è stata sostenuta (3,8 per cento) e superiore alle attese; sospinta dalla ripresa degli investimenti, si è estesa sia alle principali economie avanzate sia a quelle emergenti e in via di sviluppo.

Il commercio mondiale ha segnato un marcato recupero, tornando a crescere a un ritmo superiore a quello del prodotto. Gli indicatori qualitativi degli ordini esteri prospettano tuttavia un possibile indebolimento nel corso del 2018, cui contribuiscono probabilmente i timori indotti dalle crescenti tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e i loro principali partner.

Le favorevoli condizioni cicliche hanno sospinto i prezzi delle materie prime. Gli accordi tra i maggiori paesi produttori di petrolio hanno favorito il riassorbimento dell'eccesso di offerta che perdurava da un triennio. Nel maggio di quest'anno tensioni geopolitiche hanno impresso un ulteriore rialzo ai corsi, che hanno raggiunto i valori più elevati dal 2014.

La crescita dei prezzi delle materie prime ha contribuito al lieve aumento dell'inflazione globale, rimasta tuttavia moderata nella sua componente di fondo. La Riserva federale ha proseguito il percorso di normalizzazione della politica monetaria intrapreso nell'ultimo biennio, con effetti limitati sui mercati.

Nel corso del 2017 le condizioni sui mercati finanziari internazionali sono state distese. Nei primi mesi di quest'anno la volatilità degli indici azionari è rapidamente aumentata in connessione con una revisione al rialzo delle aspettative sui tassi di interesse e con l'annuncio di nuove misure protezionistiche negli Stati Uniti.

Riquadri:

Gli effetti della riforma fiscale statunitense

Gli sviluppi del negoziato per la Brexit

Il dibattito sul potenziamento della capacità di prestito delle banche multilaterali di sviluppo

 

L'economia dell'area dell'euro

[2] Nell'area dell'euro la fase espansiva dell'economia iniziata nella primavera del 2013 si è rafforzata, diffondendosi a tutti i paesi. Nel primo trimestre di quest'anno la crescita ha lievemente ripiegato, tornando in linea con quella media dell'ultimo triennio.

Venuti meno i timori di deflazione all'inizio del 2017, l'inflazione è gradualmente aumentata ; resta però ancora lontana dai valori coerenti con la definizione di stabilità dei prezzi adottata dall'Eurosistema, soprattutto nella sua componente di fondo. La progressiva ripresa dell'inflazione nei prossimi anni dipenderà dal riassorbimento delle risorse lavorative inutilizzate e dal connesso recupero delle aspettative di inflazione di famiglie e imprese.

Resta significativo il sostegno fornito alla crescita dalle politiche economiche, in particolare dalle condizioni monetarie molto favorevoli. Secondo le stime della Commissione europea, l'orientamento della politica di bilancio dell'area diventerebbe leggermente espansivo nell'anno in corso.

Nel 2017 la Commissione ha presentato alcune iniziative per la riforma della governance dell'Unione economica e monetaria, tra cui le proposte per il completamento dell'Unione bancaria e dell'Unione dei mercati dei capitali, unitamente al progetto per il potenziamento del Meccanismo europeo di stabilità (European Stability Mechanism, ESM), che verrebbe a configurarsi come una sorta di Fondo monetario europeo.

Riquadri:

La bassa inflazione nell'area dell'euro e l'economia globale

La crescita dei salari nell'area dell'euro durante la doppia recessione

Il debito pubblico nell'area dell'euro: alcune recenti proposte

 

[3] L'orientamento della politica monetaria è stato ricalibrato nel 2017 con molta gradualità. Le prospettive di crescita dell'economia si sono rafforzate e sono emersi primi segnali di ripresa dell'inflazione, anche se permane elevata l'incertezza attorno alla velocità di convergenza verso livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento. Restano incerte anche l'effettiva entità della forza lavoro inutilizzata che ancora frena la ripresa dei salari e la rapidità di risalita delle aspettative di inflazione. Non si è inoltre finora registrata una tendenza al rialzo dell'inflazione di fondo sufficientemente robusta.

La progressiva rimodulazione degli strumenti della politica monetaria è avvenuta senza ripercussioni sui mercati finanziari e sui tassi di interesse a lungo termine, come molti osservatori paventavano. Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha costantemente ribadito la necessità di un'azione prudente, perseverante e paziente; in prospettiva ritiene necessario mantenere comunque un grado elevato di accomodamento monetario, la cui evoluzione resta condizionata alle informazioni che si renderanno via via disponibili.

Riquadro:

La ricalibrazione della politica monetaria

 

L'economia italiana

[4] Nel 2017 si è consolidato il recupero dell'economia italiana, in atto ormai quasi senza interruzioni dal secondo trimestre del 2013. La ripresa procede tuttavia a un passo più lento nel confronto con le riprese cicliche precedenti e rispetto alla crescita che si registra nelle altre principali economie dell'area dell'euro.

La crescita è stata superiore a quanto atteso dai principali previsori all'inizio dell'anno e ha riguardato tutte le macroaree, ma soprattutto le regioni del Nord. È stata sostenuta da ogni componente: l'interscambio con l'estero, i consumi delle famiglie, l'accumulazione in beni strumentali e in costruzioni, il cui divario rispetto ai valori precedenti la crisi rimane tuttavia assai ampio anche per i ridotti investimenti delle Amministrazioni pubbliche.

Le esportazioni hanno accelerato più delle importazioni; l'interscambio con l'estero ha così fornito un contributo positivo alla crescita del PIL per la prima volta dal 2013. L'avanzo delle partite correnti con l'estero ha raggiunto il valore più alto dalla metà degli anni novanta.

Il credito al settore privato non finanziario è aumentato, in misura ancora modesta per le imprese, come osservato in passato nell'uscita da recessioni profonde o associate a crisi finanziarie.

La politica di bilancio ha mantenuto, per il quarto anno consecutivo, un orientamento moderatamente espansivo; l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche è comunque diminuito. Anche il rapporto tra debito e prodotto è lievemente sceso; condizioni di finanziamento meno favorevoli non avrebbero ripercussioni significative sulla sostenibilità, nella misura in cui la politica di bilancio resti prudente e si confermino gli attuali tassi di crescita.

Riquadri:

I cicli economici in Italia

Le determinanti dell'attività economica nel 2017 secondo il modello della Banca d'Italia

Gli andamenti territoriali

La normalizzazione delle condizioni finanziarie e l'economia italiana

 

[5] Soprattutto grazie alla ripresa dell'occupazione dipendente, la crescita del reddito disponibile delle famiglie si è rafforzata, sostenendo l'aumento dei consumi in atto dalla metà del 2013. Anche la fiducia dei consumatori è migliorata nella seconda parte dell'anno, rispecchiando le più favorevoli attese sul mercato del lavoro.

Tra il 2014 e il 2016 è lievemente aumentata la disuguaglianza dei redditi. Nell'ultimo decennio si è ampliata sia tra classi di età sia all'interno delle diverse aree territoriali del Paese, risentendo del peggioramento delle condizioni delle famiglie meno abbienti. Nel 2016 l'incidenza degli individui in condizione di povertà assoluta ha raggiunto i livelli massimi degli ultimi dieci anni.

Secondo nostre stime lo scorso anno il calo della ricchezza immobiliare delle famiglie si sarebbe arrestato, nonostante l'ulteriore moderata diminuzione dei prezzi delle abitazioni, sui quali non si è ancora trasmesso il recupero della domanda.

Riquadri:

Disuguaglianza e povertà: generazioni a confronto prima e dopo la Grande recessione

La disuguaglianza dei redditi tra Centro Nord e Mezzogiorno

Incertezza sulle politiche economiche e consumi delle famiglie

 

[6] Lo scorso anno l'attività si è rafforzata in tutti i settori dell'economia tranne che nell'agricoltura. Il valore aggiunto ha accelerato nella manifattura e nei servizi e ha segnato il primo incremento significativo dal 2006 nelle costruzioni.

È migliorato il saldo demografico delle imprese per effetto della riduzione della mortalità. Sebbene il tasso di natalità rimanga su livelli inferiori a quelli prevalenti prima della crisi, sono cresciuti, per il terzo anno consecutivo, la capacità di sopravvivenza delle imprese giovani e il loro contributo al valore aggiunto e all'accumulazione di capitale, soprattutto immateriale.

Gli investimenti hanno accelerato, in particolare quelli in impianti, macchinari e mezzi di trasporto. Vi hanno contribuito gli incentivi fiscali, le favorevoli condizioni monetarie e finanziarie, la riduzione dell'incertezza e l'aumento della fiducia delle imprese sulle prospettive della domanda. In rapporto al PIL gli investimenti rimangono tuttavia su livelli contenuti rispetto a quelli pre-crisi.

Anche l'attività innovativa e la propensione all'adozione delle nuove tecnologie, pur modeste nel confronto internazionale, si sono rafforzate, favorite dalle politiche di sostegno introdotte negli ultimi anni. La produttività del lavoro nel settore privato è tornata a crescere, riportandosi sui livelli precedenti la crisi: nell'industria ha proseguito l'aumento in atto da dieci anni, sia pure a tassi inferiori rispetto all'area dell'euro; nei servizi ha ripreso a salire.

Riquadri:

Gli indicatori di incertezza delle imprese italiane

Le start up innovative in Italia: alcune evidenze sulle recenti misure di sostegno

Le imprese italiane innovative: sviluppo di brevetti e struttura finanziaria

Il potenziale di crescita e la produttività sulla base dei dati di impresa

L'efficienza dell'allocazione dei fattori produttivi in Italia e le condizioni del credito

 

[7] Le condizioni finanziarie sono complessivamente migliorate sia per le famiglie sia per le imprese.

È cresciuta la ricchezza totale delle famiglie, anche per l'aumento di valore delle attività finanziarie, ed è salito il peso del risparmio gestito, che favorisce la diversificazione del rischio di portafoglio. I prestiti concessi alle famiglie da banche e altri intermediari finanziari hanno accelerato.

Nel 2017 gli utili delle imprese hanno continuato a crescere. La leva finanziaria si è ancora ridotta, principalmente per l'incremento del patrimonio netto. I debiti verso le banche sono rimasti stabili; segnali di aumento sono emersi solo nei primi mesi di quest'anno. Si è intensificato il ricorso al mercato dei capitali, anche da parte delle imprese di media dimensione. La disponibilità di risorse finanziarie esterne rappresenta un fattore rilevante per l'attività delle imprese di nuova costituzione.

Riquadri:

Ripresa economica e credito alle imprese

Gli investitori istituzionali nel mercato obbligazionario italiano

La struttura finanziaria delle nuove imprese

 

[8] Lo scorso anno l'occupazione ha continuato a espandersi in tutti i principali settori economici. Restano però ampi margini di forza lavoro inutilizzata: le ore lavorate per addetto sono ancora inferiori di circa il 5 per cento rispetto ai livelli pre-crisi; rimane elevata la quota dei lavoratori part-time che preferirebbero un impiego a tempo pieno.

Sono ancora diminuiti i lavoratori indipendenti e cresciuti quelli alle dipendenze: nell'ultimo triennio gli autonomi (che includono gli impieghi parasubordinati) si sono ridotti di circa 160.000 unità, mentre i dipendenti sono aumentati di oltre 900.000, di cui più della metà a tempo indeterminato. Nel 2017 la crescita del lavoro subordinato è stata però interamente riconducibile ai rapporti a termine. L'occupazione permanente ha risentito del venire meno degli sgravi contributivi concessi sulle nuove assunzioni nel 2015-16 e, nei mesi finali dell'anno, della scelta delle imprese di attendere i nuovi sgravi previsti dal 2018 per le assunzioni di lavoratori giovani.

Il tasso di attività è ancora cresciuto, soprattutto tra i più anziani; si è invece ridotto tra i più giovani, riflettendo la maggiore partecipazione al sistema educativo.

Il tasso di disoccupazione è diminuito solo lievemente, restando su valori storicamente elevati; quello giovanile è calato di più, ma è ancora tre volte più alto rispetto a quello relativo all'intera popolazione.

Nel 2017 l'aumento delle retribuzioni contrattuali è stato modesto, come l'anno precedente. Dai contratti siglati nella seconda parte dell'anno e nei primi mesi del 2018 sono emersi però segnali di rafforzamento della dinamica salariale, determinati da un più stretto ancoraggio all'andamento previsto dei prezzi e da un incremento delle aspettative di inflazione delle imprese.

Riquadri:

Le variazioni della struttura dell'occupazione in Italia negli ultimi dieci anni

L'evoluzione dell'indennità di disoccupazione in Italia

Disallineamento tra domanda di lavoro e livello di istruzione

 

[9] Lo scorso anno i prezzi al consumo in Italia sono tornati a crescere, sospinti dalle componenti più volatili. L'inflazione di fondo, pur in lenta ripresa, resta bassa nel confronto storico, più che nell'area dell'euro, risentendo soprattutto di margini ancora ampi di risorse produttive non utilizzate. Le attese sull'inflazione hanno mostrato segnali di recupero tuttora incerti.

Anche la dinamica salariale è risultata debole, frenata da un grado di utilizzo del fattore lavoro ancora contenuto e dall'introduzione, in alcuni accordi salariali siglati tra la fine del 2015 e l'inizio del 2016, di clausole di indicizzazione degli incrementi retributivi alla bassa inflazione degli anni precedenti.

La competitività di prezzo delle imprese italiane non ha risentito dell'apprezzamento dell'euro, per effetto di un aumento dei prezzi alla produzione dei manufatti inferiore a quello dei principali partner commerciali. Il guadagno di competitività nei confronti degli altri paesi dell'area dell'euro ha compensato la perdita rispetto ai concorrenti esterni.

Riquadri:

La debolezza dell'inflazione di fondo e le condizioni del mercato del lavoro

Le aspettative di inflazione delle imprese italiane e il mercato del lavoro

 

[10] L'avanzo di conto corrente è ancora salito. Le esportazioni hanno accelerato, favorite dalla crescita della domanda derivante dalla buona congiuntura internazionale; tra i servizi è proseguita l'espansione delle entrate da turismo, in atto da otto anni. I redditi da capitale del Paese sono tornati in surplus.

Sono ripresi gli investimenti in titoli italiani da parte dei non residenti, mentre gli investitori italiani hanno acquistato titoli esteri di portafoglio, principalmente quote di fondi comuni, per un importo ancora più elevato rispetto al triennio precedente. Nella seconda parte del 2017 si è arrestato l'ampliamento del saldo passivo della Banca d'Italia sul sistema dei pagamenti TARGET2.

Negli ultimi anni la posizione debitoria netta sull'estero dell'Italia è significativamente diminuita, grazie all'accumularsi di surplus di conto corrente. Dal picco del 24,6 per cento del PIL raggiunto nel marzo 2014 è scesa al 6,7 per cento alla fine del 2017. In base alle proiezioni del Fondo monetario internazionale sul saldo di conto corrente, la posizione netta sull'estero dell'Italia dovrebbe azzerarsi attorno al 2020, mentre resterebbero ampi gli squilibri degli altri maggiori paesi dell'area dell'euro.

Riquadri:

La spesa di turisti stranieri in Italia

Gli investimenti in fondi comuni esteri e la composizione delle attività di portafoglio dei residenti

Il recente andamento del saldo della Banca d'Italia su TARGET2

Il miglioramento della posizione netta sull'estero

 

[11] Nel 2017 la politica di bilancio ha mantenuto un orientamento moderatamente espansivo, motivato dall'obiettivo di non frenare il consolidamento della ripresa economica. L'avanzo primario, rimasto invariato all'1,5 per cento del PIL, secondo le stime della Commissione europea è sceso di 0,6 punti percentuali del prodotto al netto degli effetti del ciclo economico. Beneficiando dell'ulteriore riduzione della spesa per interessi l'indebitamento netto ha continuato a contrarsi, portandosi dal 2,5 al 2,3 per cento. Il debito è diminuito marginalmente, al 131,8 per cento.

L'orientamento della politica di bilancio nel 2018 sarebbe sostanzialmente neutrale. Nel quadro a legislazione vigente del Documento di economia e finanza presentato alla fine di aprile, è stato confermato il calo dell'indebitamento netto nel 2018 all'1,6 per cento; nel 2020 sarebbe conseguito il pareggio di bilancio. Nell'anno in corso l'incidenza del debito sul prodotto diminuirebbe di circa un punto percentuale; la riduzione proseguirebbe a un ritmo più sostenuto negli anni successivi fino a un valore prossimo al 122 per cento nel 2021.

A maggio la Commissione ha valutato l'andamento dei conti pubblici nel 2017 sostanzialmente coerente con le regole di bilancio europee; per l'anno in corso ha segnalato il rischio di scostamenti significativi che saranno valutati nella primavera del 2019 alla luce dei dati di consuntivo.

Riquadri:

L'impatto sui conti pubblici delle misure di sostegno al settore finanziario

Effetti su incentivi e redistribuzione di una ricomposizione della tassazione sulle famiglie

I debiti commerciali delle Amministrazioni pubbliche

 

[12] I progressi in materia di concorrenza sono stati contenuti. Le limitate aperture, realizzate anche in seguito al varo della prima legge annuale per il mercato e la concorrenza (L. 124/2017), sono state accompagnate da arretramenti in alcuni settori.

È stata approvata una legge delega di riforma della disciplina delle crisi di impresa. I criteri previsti offrono spazi per un'ampia revisione della procedura di liquidazione che potrebbero essere sfruttati per ridurre i tempi e i costi nel recupero dei crediti. La riforma introduce procedure di allerta e di composizione delle crisi da cui potrà discendere un utile superamento dell'inerzia del debitore; sussiste però il rischio che automatismi eccessivi nell'avvio di tali procedure inneschino liquidazioni precoci ed effetti di congestionamento degli organismi preposti alla loro gestione.

Nel settore della giustizia civile è proseguita, a causa del calo della litigiosità, la riduzione dei procedimenti pendenti presso i tribunali; i progressi in termini di durata restano tuttavia limitati, con l'eccezione delle esecuzioni immobiliari, i cui tempi si sono ridotti per effetto delle misure introdotte nel 2015-16.

Restano ancora inattuate rilevanti disposizioni previste dal nuovo Codice dei contratti pubblici, incluse quelle riguardanti un'adeguata qualificazione delle stazioni appaltanti. Queste misure sono fondamentali per accrescere l'efficienza del sistema, soprattutto alla luce della maggiore discrezionalità che le nuove norme assegnano all'acquirente pubblico.

Riquadri:

Regolamentazione delle professioni e mobilità intergenerazionale

La durata delle procedure esecutive: effetti di alcune recenti riforme

Regolamentazione sugli appalti: alcuni possibili costi della discezionalità

 

[13] Nel 2017 la situazione economica e patrimoniale delle banche si è rafforzata. La consistenza dei crediti deteriorati è notevolmente diminuita sia a seguito delle numerose operazioni di cessione di sofferenze, sia per la riduzione delle nuove insolvenze, che - valutate in rapporto ai prestiti - sono tornate sui livelli antecedenti la crisi finanziaria globale.

Le condizioni monetarie espansive hanno contribuito a ridurre il costo della provvista, sceso su valori molto bassi nel confronto storico. L'incremento dei depositi da clientela ha quasi compensato il calo della raccolta obbligazionaria al dettaglio.

Gli utili sono fortemente cresciuti per effetto della riduzione delle rettifiche sui crediti deteriorati; vi ha contribuito anche la diminuzione dei costi operativi. Il recupero di redditività e i cospicui aumenti di capitale hanno notevolmente ridotto il divario di patrimonializzazione tra le principali banche italiane ed europee. Il rafforzamento del capitale nel 2017 è stato il più rilevante dell'ultimo decennio.

Nel corso dell'anno sono state risolte le situazioni di crisi di alcuni gruppi bancari. Banca Monte dei Paschi di Siena ha avuto accesso alla ricapitalizzazione precauzionale; Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza sono state poste in liquidazione; si è perfezionata la cessione delle banche ponte costituite a seguito della risoluzione, alla fine del 2015, di quattro intermediari locali.

L'afflusso di risorse verso i fondi comuni è aumentato grazie alle agevolazioni fiscali introdotte con la normativa sui piani individuali di risparmio. Sono cresciuti anche gli utili delle società di gestione.

Riquadri:

La riforma del credito cooperativo

Gli strumenti finanziari complessi nei bilanci delle banche significative dell'SSM

I cambiamenti della regolamentazione e della supervisione bancaria, l'offerta di credito e l'economia

Il costo dell'investimento in fondi comuni

 

[14] Nel 2017 le condizioni dei mercati finanziari italiani sono migliorate, per effetto dell'orientamento fortemente espansivo della politica monetaria, del rafforzamento della ripresa economica, del buon andamento degli utili societari e del riassorbimento di gran parte dei rischi sistemici nel settore bancario. L'indice generale della borsa italiana ha beneficiato in particolare del rialzo dei corsi azionari delle banche.

I rendimenti sui titoli di Stato italiani sono aumentati gradualmente grazie al consolidamento della ripresa economica nell'area dell'euro. Il differenziale di rendimento dei titoli di Stato decennali italiani rispetto a quelli tedeschi è rimasto stabile, nonostante il perdurare di tensioni internazionali. Dalla metà di maggio del 2018 il differenziale è tornato a salire sensibilmente, a causa del riaffiorare di incertezze sulle prospettive dell'economia nazionale. Il contenimento dei premi per il rischio sui titoli di Stato italiani presuppone una credibile prospettiva di aggiustamento dei conti pubblici e la prosecuzione di riforme volte a innalzare il potenziale di crescita di lungo periodo dell'economia italiana.

Riquadri:

Il legame tra le quotazioni azionarie e quelle dei titoli di Stato lungo il ciclo economico

 

Capitolo monografico - Le esportazioni di beni dell'Italia nell'ultimo ventennio: andamento e determinanti

[15] Dal 1999 le esportazioni italiane di beni a prezzi correnti sono più che raddoppiate. La crescita è stata tuttavia inferiore a quella del commercio mondiale e a quella registrata nel complesso delle altre economie dell'Unione monetaria. Dal 2010 l'andamento delle esportazioni del Paese ha segnato un sensibile miglioramento nel confronto internazionale, confermato dall'arresto del prolungato declino della quota di mercato sulle importazioni mondiali.

Fino al 2010 gli esportatori italiani hanno scontato difficoltà di natura strutturale in tutti i principali settori, acuite dalla perdita di competitività di prezzo e di costo: una specializzazione settoriale particolarmente esposta alla crescente concorrenza dei paesi a basso costo del lavoro e una diffusa presenza di piccole imprese, meno abili ad adeguarsi ai mutamenti indotti dalla globalizzazione.

Il miglioramento in atto dal 2010 ha tratto origine dal recupero della competitività e dai cambiamenti strutturali maturati nel decennio precedente: oltre al deprezzamento dell'euro e alla riduzione in termini relativi dei prezzi e del costo del lavoro, i mutamenti nella struttura produttiva hanno ridotto nel tempo l'esposizione alla concorrenza dei paesi emergenti; è inoltre cresciuto il peso negli scambi delle imprese medio-grandi, maggiormente in grado di fronteggiare shock esterni e di cogliere nuove opportunità sui mercati internazionali.

Riquadri:

Strategie di impresa e dinamica delle esportazioni italiane di beni

Valuta di fatturazione ed effetti delle fluttuazioni del cambio sull'attività delle imprese

 

Capitolo monografico - Il rischio cibernetico nell'economia italiana

[16] Un numero crescente di attività produttive, finanziarie e di consumo dipende dalle tecnologie digitali ed è pertanto esposto al rischio di attacchi informatici. La sicurezza cibernetica non è solo un problema tecnologico; le vulnerabilità dipendono spesso da una sottovalutazione dei rischi e da falle organizzative. Il quadro normativo internazionale, europeo e italiano sta rapidamente mutando per rafforzare le difese di istituzioni, imprese e cittadini, ma la limitata conoscenza della diffusione degli attacchi e del loro impatto è un ostacolo al disegno di politiche di contrasto efficaci.

Recenti dati della Banca d'Italia mostrano che le imprese di maggiore dimensione e quelle che adottano tecnologie avanzate sono danneggiate da incursioni informatiche più spesso delle altre. Tali imprese sono particolarmente attraenti per gli hacker, in quanto fanno uso intensivo di dispositivi connessi e custodiscono dati di valore. Fanno eccezione le imprese del settore dell’information and communication technology, che sono più consapevoli del rischio e che investono di più per proteggersi dalle incursioni.

La Banca d'Italia è chiamata a contribuire alla sicurezza cibernetica del sistema finanziario sia direttamente, come gestore di infrastrutture critiche quali il sistema dei pagamenti, sia indirettamente, nello svolgimento dell'attività di vigilanza sugli intermediari che riguarda in misura crescente aspetti di sicurezza informatica.

Riquadri:

Misurare l'impatto economico degli attacchi informatici

Iniziative internazionali per la sicurezza cibernetica del settore finanziario

I computer emergency response teams (CERT) nel settore finanziario italiano

 

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