L'economia globale continua a beneficiare degli effetti della campagna di vaccinazione e delle politiche espansive delle autorità monetarie e fiscali. Segnali di rallentamento sono tuttavia emersi negli ultimi mesi a seguito di rigidità dell'offerta che, insieme all'incremento del prezzo delle materie prime e dei prodotti energetici, stanno determinando anche pressioni sui prezzi più persistenti del previsto; in base a quanto attualmente valutabile, gli effetti sulle aspettative di inflazione a lungo termine sono stati finora di lieve entità. Sui mercati finanziari gli spread sovrani di alcuni paesi dell'area dell'euro hanno registrato un marcato aumento tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre in connessione con i timori di un'eventuale riduzione dell'accomodamento monetario.
In Italia i rischi per la stabilità finanziaria sono moderati; persistono vulnerabilità di medio termine collegate soprattutto con la possibilità che la crescita economica, attualmente solida, perda di intensità. I programmi di acquisto di titoli pubblici e privati dell'Eurosistema contribuiscono a mantenere distese le condizioni di finanziamento sui mercati, anche nel comparto dei titoli di Stato. Gli spread sulle obbligazioni private rimangono su livelli storicamente bassi, sia nel segmento investment grade sia in quello high yield. La progressiva riduzione dei tassi di insolvenza delle imprese, resa possibile dal buon andamento dell'economia, attenua il rischio di bruschi cali dei corsi obbligazionari.
Prosegue la graduale ripresa del mercato immobiliare, in linea con l'evoluzione del quadro congiunturale. I rischi per la stabilità finanziaria derivanti da questo settore rimangono contenuti, diversamente da quanto si osserva in altri paesi europei, dove i prezzi degli immobili stanno crescendo in modo marcato ed emergono segnali di una loro sopravvalutazione.
I rischi connessi con la situazione finanziaria delle famiglie restano nel complesso limitati. Il miglioramento ciclico e i provvedimenti di sostegno si sono tradotti in una crescita complessiva del risparmio e della ricchezza finanziaria, sebbene non omogenea tra le diverse categorie di famiglie. L'indebitamento, in moderato aumento, rimane basso nel confronto internazionale; la capacità di rimborso dei prestiti è buona, anche grazie ai bassi tassi di interesse; la quota di debito detenuto dai nuclei finanziariamente vulnerabili è relativamente contenuta.
La ripresa della redditività, l'abbondante liquidità accumulata nel periodo della pandemia e le favorevoli condizioni di accesso al credito contribuiscono a un significativo miglioramento dei bilanci delle imprese. Grazie alla solida ripresa dell'economia, la progressiva riduzione delle misure pubbliche di sostegno sta avvenendo senza indurre tensioni. Rischi potrebbero derivare da un'evoluzione del quadro economico e della redditività delle aziende meno favorevole di quanto ci si attende al momento.
Gli interventi del Governo a sostegno di famiglie e imprese e la ripresa economica hanno contribuito ad attenuare gli effetti della pandemia sulla qualità degli attivi bancari; il tasso di deterioramento dei prestiti è stabile su livelli storicamente contenuti e le dismissioni di crediti deteriorati proseguono. Sono tuttavia aumentati i prestiti in bonis oggetto di misure di concessione (forborne exposures), soprattutto tra i prenditori che hanno beneficiato di moratorie. È importante che le banche prestino particolare attenzione alla valutazione della capacità di rimborso dei debitori e alle conseguenti decisioni di accantonamento.
In prospettiva un fattore di vulnerabilità per gli intermediari può derivare dalla crescente digitalizzazione dei servizi finanziari e dal maggiore ricorso all'esternalizzazione di attività, che aumentano l'esposizione ai rischi cibernetici e a quelli per la continuità operativa. La consapevolezza di questi nuovi rischi da parte degli intermediari nonché la loro integrazione nei sistemi di governo e controllo sono fondamentali per un'efficace azione di contrasto.
La redditività bancaria è migliorata in misura significativa nella prima metà dell'anno, principalmente per effetto del calo delle rettifiche di valore su crediti. Altri fattori che vi hanno contribuito, come i ricavi da negoziazione, hanno natura temporanea e potrebbero non estendersi alla seconda parte del 2021. La patrimonializzazione si è leggermente ridotta, soprattutto per il venire meno del trattamento prudenziale transitorio connesso con l'adozione del principio contabile IFRS 9; dovrebbe risentire in maniera contenuta della ripresa del pagamento dei dividendi a seguito della scadenza delle raccomandazioni emanate dai supervisori, che avevano posto limiti alla loro distribuzione durante l'emergenza sanitaria.
Il settore assicurativo è tornato alle condizioni pre-pandemia. Nella prima metà del 2021 l'indice di solvibilità medio delle compagnie è ulteriormente salito. La redditività e la raccolta premi sono aumentate grazie al buon andamento del comparto vita.
Prosegue la dinamica positiva della raccolta netta dei fondi comuni. La quota di patrimonio gestito da quelli vulnerabili a variazioni dei margini di garanzia è lievemente cresciuta; l'aumento è riconducibile a un numero limitato di fondi che non hanno comunque avuto tensioni nella gestione dei riscatti. I rischi per la stabilità finanziaria derivanti dal comparto restano contenuti.