N. 90 - Private and public enforcement of EU investor protection regulation

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di Raffaele D'Ambrosio e Stefano Montemaggiottobre 2020

Il Quaderno raccoglie gli atti del seminario organizzato dalla Banca d'Italia il 4 ottobre 2019 per affrontare - in un dialogo aperto tra accademici e operatori del diritto - il tema relativo alle regole di condotta stabilite dalla MiFiD e allo strumentario pubblicistico e privatistico per il loro enforcement.

Le regole e gli standard enucleati dalla MiFiD a tutela degli investitori sono stati, del resto, progressivamente assunti a paradigma dalla successiva legislazione europea del mercato finanziario, superando una logica di rigida segmentazione dei settori bancario, finanziario e assicurativo.

E tuttavia, a dispetto di questo processo di espansione - a livello di normativa UE - dei modelli di protezione sperimentati in ambito MiFID, il Legislatore dell'Unione si è sinora astenuto dall'uniformare, o anche solo dall'armonizzare, lo strumentario di diritto privato atto a garantire la concreta applicazione delle regole in questione, con risposte rimediali alquanto eterogenee tra i vari ordinamenti, come dimostra l'analisi comparatistica. Una maggiore convergenza potrebbe, a questo punto, essere raggiunta attraverso un più consapevole richiamo ai principi di effettività e di equivalenza della tutela elaborati dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

In detto contesto, il diritto dell'Unione si è principalmente focalizzato sui meccanismi di intervento di tipo pubblicistico, ampliando i poteri a disposizione delle Agenzie europee di regolazione (ESAs) e delle autorità di supervisione per incidere sui prodotti offerti sul mercato e dunque sui contratti e sui rapporti negoziali che da questi derivano e, al tempo stesso, ancorando sempre più queste misure, non solo a obiettivi di stabilità e integrità del sistema, ma anche direttamente a finalità di tutela degli investitori.

Continua, cionondimeno, a mancare, anche in ragione del difetto originario di regolazione - a livello UE - del private enforcement, un coordinamento tra l'azione portata avanti dalle autorità pubblicistiche e la tutela accordata nel caso singolo dalle corti, con rischi non indifferenti sotto il profilo della coerente applicazione di regole e standard che sovente fanno perno su concetti non rigidi: donde la necessità di pensare possibili soluzioni di coordinamento, traendo spunto anche dalla legislazione antitrust in cui maggiormente è stata affrontata la questione.

Peraltro, nel campo dei servizi finanziari, il private enforcement non è più prerogativa esclusiva dei sistemi giurisdizionali, ma - secondo un processo ampiamente consolidato in molti ordinamenti europei, e sicuramente anche in quello italiano - passa ormai anche attraverso l'attività decisoria dei meccanismi di ADR (Alternative Dispute Resolution), specie di quelli istituiti e organizzati dalle autorità pubbliche di settore, come l'Arbitro per le controversie finanziarie istituito dalla CONSOB, i cui orientamenti hanno già avuto modo di confrontarsi con le regole di condotta sancite dalla MiFiD.

In attesa che il processo di armonizzazione prenda nuovo slancio e consenta di superare gli squilibri descritti, spetta dunque alle autorità di settore, ai giudici e ai meccanismi di ADR sperimentare sul campo soluzioni adeguate, che consentano - in una logica di sistema - di assicurare piena tutela agli investitori nel doveroso bilanciamento anche degli ulteriori interessi generali in gioco.

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