N. 43 - Per un diritto della concorrenza

L'ordinamento affida alla Banca d'Italia, unitamente al governo della moneta, la supervisione del sistema bancario e di rilevanti aspetti della intermediazione finanziaria e dell'attività del mercato mobiliare: la cura, da ultimo, della solidità e della funzionalità di strutture portanti dell'economia.

Questi principi sono oggi scolpiti nel testo unico sul credito. Esso sottolinea il valore della sana e prudente gestione delle banche da parte dei loro amministratori. Affianca al fine della stabilità patrimoniale quello dell'efficienza, quindi della competizione. Muove dal concetto che stabilità ed efficienza nella banca e nella finanza sono valori complementari, che si rafforzano a vicenda, non obiettivi fra loro in conflitto.

Il Testo unico ha cosi confermato la validità dell'azione che la Banca d'Italia ha avviato alla fine degli anni Settanta, tesa a promuovere la concorrenza, a potenziare anche per questa via il sistema bancario, l'intera struttura finanziaria del Paese.

Movendo dal quadro istituzionale Comunitario, del Mercato Unico d'Europa, e in attuazione dell'art. 41 della Costituzione, nel 1990 il legislatore ha introdotto una generale normativa a tutela della concorrenza e del mercato nel nostro Paese: contro i comportamenti collusivi, l'abuso delle posizioni dominanti, le concentrazioni lesive della competizione. Ha indicato nella Banca d'Italia l'autorità responsabile di questa tutela nel settore bancario.

Dopo i primi anni di esperienza con la nuova legislazione, ci è apparsa opportuna una ulteriore, generale riflessione sul tema della concorrenza.

I diversi punti di vista disciplinari, indispensabili a una considerazione globale della concorrenza, hanno consigliato di riunire giuristi ed economisti, chiamandoli a un confronto fra loro e con chi, in Italia e in Europa, è a vario titolo chiamato a garantire che nei mercati prevalgano assetti e comportamenti improntati alla competizione.

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