N. 12 - L'evoluzione della disciplina del controllo sul sistema creditizio dalla legge bancaria ad oggi

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di Carmine Lamandadicembre 1986

Nel presente lavoro si passano in rassegna, sotto il profilo dell'attività degli intermediari e del controllo di vigilanza bancaria, alcuni importanti mutamenti legislativi che dal dopoguerra ad oggi hanno interessato l'ordinamento creditizio.

Il punto di partenza è il corpo delle leggi che si costituì con i provvedimenti del 1936 e con quelli del 1944 e 1947; questi ultimi, benché siano successivi agli eventi bellici, non riguardano l'excursus che si vuole compiere. Essi costituiscono la base da cui si conduce la riflessione. È quindi un dato acquisito nel presente lavoro l'esito del dibattito svoltosi in dottrina sulla portata innovativa dei provvedimenti del 1947. Il dato acquisito è che, assegnando alla Banca d'Italia i compiti che nel 1936 erano stati affidati all'Ispettorato, il controllo bancario aveva assunto un carattere tecnico e un grado di autonomia, specie nei compiti assegnati al nuovo Organo di Vigilanza, al fine della prevenzione delle crisi bancarie. La novità era tale da minare nelle fondamenta la costruzione interventistica che poteva leggersi nei provvedimenti del 1936.

È noto che il "ridimensionamento dell'intervento pubblico" che conseguì da quel provvedimento non avvenne mediante l'ampliamento dei poteri di controllo bancario ma con un semplice trasferimento di competenze dall'Ispettorato alla Banca d'Italia. La novità non fu di poco momento poiché la Banca, in ragione della sua autonomia, cioè nell'ambito di poteri che può esercitare in via autonoma, vincolò l'azione degli intermediari mediante limiti tecnici. Eppure questa novità soffri una non lieve limitazione. Essa si verificò con riguardo alle aziende di credito a breve termine nei confronti delle quali il "nuovo" Organo di Vigilanza ebbe subito una fascia di poteri e soprattutto il potere di imporre limiti alla concentrazione dei rischi verso ogni prenditore di credito; ma non furono della medesima intensità, come si avrà modo di riferire, i poteri che la Banca ebbe nei riguardi degli istituti a medio e lungo termine.

La tesi che si intende esporre in questo lavoro è che da allora, negli anni successivi, sono intervenute modifiche normative che possono suddividersi in due distinte fasi temporali, cui corrispondono principi ispiratori fra loro contrastanti.

Per esporre compiutamente la tesi si è tuttavia reso necessario far riferimento a vicende normative e amministrative precedenti il periodo passato in rassegna, per meglio chiarire impostazioni che altrimenti sarebbero apparse oscure. La storia del nostro sistema bancario è talmente breve che è difficile, anche in un lavoro come questo, che intende occuparsi degli anni recenti, non far riferimento alle scelte originarie, poiché esse producono tuttora effetti sui comportamenti degli operatori, sul ruolo delle istituzioni.

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