N. 9 - Le gestioni bancarie di patrimoni mobiliari

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di Francesco Capriglioneluglio 1986

Le profonde trasformazioni in atto nel sistema finanziario italiano, rivolte ad un superamento delle pregresse forme di "mercato controllato", si muovono secondo linee di tendenza nelle quali l'afflusso di mezzi finanziari dai risparmiatori alle imprese produttrici si realizza in una logica di maggiore consapevolezza da parte dei primi delle modalità d'impiego e, dunque, delle tecniche operative seguite nel mercato. Tale processo innovativo - che, soprattutto a partire dagli inizi degli anni ottanta, si è incentrato nella ricerca di nuovi prodotti finanziari e nell'individuazione di nuovi modelli d'intermediazione - sembra destinato a influenzare l'essenza delle relazioni economiche, nonché le stesse possibilità di sviluppo del nostro Paese.

Una nuova cultura degli operatori accompagna l'ammodernamento dei meccanismi finanziari; essa è conseguenziale all'acquisita consapevolezza che l'arricchimento della struttura del mercato dei capitali è presupposto per un riequilibrio del rapporto tra capitale di rischio e indebitamento.

A livello legislativo tali eventi hanno trovato pieno riscontro in interventi che tengono conto della cennata realtà, coerentemente riportandone la disciplina al nostro quadro istituzionale. La legge n. 77 del 1983, istitutiva dei fondi comuni d'investimento, la legge n. 281 del 1985, ordinatrice delle funzioni della CONSOB, i provvedimenti normativi (legge n. 74 del 1985 e d.p.r. n. 350 stesso anno) con cui è stata data attuazione alla direttiva CEE n. 780/77 in materia bancaria, la legge 19 giugno 1986, n. 289, che introduce la regolamentazione della amministrazione accentrata dei valori mobiliari attraverso la Monte Titoli S.p.A. costituiscono, infatti, i fondamenti della costruzione di una disciplina organica del mercato mobiliare; questa si completa con i progetti per la realizzazione delle merchant banks, destinati ad attuare uno strumento di finanziamento la cui attività è per definizione rivolta al collocamento sul mercato di valori mobiliari. Tuttavia, non sempre tale processo innovativo dell'operatività finanziaria si estrinseca in via legislativa; la disciplina giuridica della fenomenologia sopramenzionata trova, a volte, attuazione in regole pattizie che ne riportano il fondamento all'autonomia contrattuale delle parti.

In tale contesto s'inquadrano le c.d. gestioni di patrimoni mobiliari, tradizionalmente svolte da enti creditizi nonché da altri organismi non bancari. Essendo il meccanismo operativo delle gestioni, come si vedrà, rivolto a movimentare il portafoglio della clientela attraverso una negoziazione di valori mobiliari, effettuata con criteri di specifica competenza tecnica (che si presumono propri dei soggetti professionalmente dediti allo svolgimento di detta attività), si spiega il crescente interesse dei risparmiatori verso tale pratica finanziaria; da qui il ruolo decisivo che la stessa ha assunto nella stabilizzazione della borsa italiana, specie in tempi più recenti e in una situazione di mercato che poco spazio accorda ad operatori non accorti o scarsamente in grado di valutare le aspettative connesse alle interazioni tra realtà economica, sociale e politica. La diffusione delle gestioni, che ne è conseguita, ha consentito a tali intermediari di svolgere un'azione equilibratrice delle tendenze di mercato, attesa la funzione d'investitori istituzionali da essi in concreto espletata.

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