Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita - dicembre 2015, n. 1Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Dall’1 al 16 dicembre 2015 si sono svolte le interviste dell’indagine trimestrale Banca d’Italia – Il Sole 24 Ore sulle aspettative di inflazione e crescita. Hanno partecipato 977 imprese con almeno 50 addetti, di cui 396 dell’industria in senso stretto, 380 dei servizi e 201 del settore delle costruzioni.

I principali risultati per le imprese dell’industria in senso stretto e dei servizi

Aspettative di inflazione in Italia e variazione dei prezzi di vendita delle imprese

Le attese sull’inflazione al consumo sono state lievemente riviste al ribasso rispetto alla rilevazione precedente, su tutti gli orizzonti temporali: le aspettative a sei mesi e a un anno sono scese a 0,4 e 0,5 per cento (entrambe riviste di 0,2 punti percentuali); quelle a due anni e quelle per il periodo compreso fra tre e cinque anni a 0,7 e 1,0 per cento (da 0,9 e 1,1 per cento, rispettivamente).

I prezzi di vendita dichiarati nei listini delle imprese registrano nel complesso una lieve riduzione rispetto a un anno prima (erano rimasti stabili in settembre) dovuta alle revisioni operate dalle ziende di maggiori dimensioni (almeno 1.000 addetti) e a quelle del comparto industriale. In prospettiva i prezzi di vendita crescerebbero in media dello 0,6 per cento nei prossimi dodici mesi, sia nell’industria in senso stretto sia nei servizi, in linea con quanto prefigurato nell’indagine precedente.

L’aumento dei listini nei prossimi 12 mesi rifletterebbe soprattutto la dinamica del costo del lavoro e, in misura marginale, i segnali più favorevoli della domanda. Le politiche di prezzo dei concorrenti restano il principale fattore frenante degli aumenti dei listini.

Valutazioni sulla situazione economica generale dell’Italia

I giudizi di stabilità restano largamente prevalenti, continuando a interessare quasi il 70 per cento delle imprese. Tuttavia, il saldo tra giudizi di miglioramento e di peggioramento della situazione economica generale, pur restando positivo, diminuisce rispetto al trimestre precedente (12,5 punti percentuali) soprattutto a causa delle opinioni meno favorevoli espresse dalle imprese più orientate all’export. La probabilità attribuita in media al miglioramento del quadro economico congiunturale nei prossimi tre mesi si riduce lievemente, al 17,5 per cento rispetto al trimestre precedente, tornando sui livelli di giugno.

Evoluzione della domanda

I giudizi sull’evoluzione della domanda corrente si confermano positivi: il saldo tra valutazioni di aumento e diminuzione nell’ultimo trimestre si è collocato a 6,2 punti percentuali (da 6,6 in settembre); l’andamento si è rivelato migliore tra le aziende dell’industria in senso stretto (8,5 punti) e tra quelle con maggiore vocazione all’export. Le prospettive a breve termine si sono tuttavia ndebolite, sia nella manifattura sia nel terziario; il saldo tra le attese di aumento e peggioramento della domanda è sceso a 14 punti percentuali (da 21,6).

Per le imprese industriali esportatrici le condizioni della domanda estera, sia corrente sia attesa, sono segnalate in lieve peggioramento.

Valutazioni delle condizioni operative delle imprese

Le attese a tre mesi sulle condizioni economiche in cui operano le imprese scendono marginalmente. Il saldo fra le risposte di miglioramento e di peggioramento si assesta a 3,9 punti percentuali (da 10,2 in settembre) mentre aumentano i giudizi di stabilità (77,7 per cento da 74,6 in settembre). La riduzione del saldo ha riguardato sia l’industria in senso stretto sia i servizi, risultando più diffusa fra le imprese meno grandi (tra 50 e 199 addetti). L’attività economica continuerebbe a beneficiare del contributo positivo apportato dal tasso di cambio, dall’andamento delle quotazioni petrolifere e soprattutto dalla domanda; si intensifica, seppur marginalmente rispetto alla rilevazione di settembre, l’incertezza imputabile a fattori economici e politici.

Condizioni per l’investimento

Le condizioni per investire continuano a rimanere stabili per la maggioranza delle imprese (per il 75,7 per cento degli intervistati); il saldo tra i giudizi di miglioramento e di peggioramento è positivo al 5,3 per cento, ma con una riduzione rispetto a settembre più pronunciata per le imprese della manifattura, soprattutto di quelle esportatrici.

La quota degli operatori che si attende un rialzo della spesa nominale in investimenti nel primo semestre del 2016 rispetto al periodo precedente supera di 14,5 punti percentuali quella delle imprese che ne prefigurano una flessione (12,1 per cento in settembre): le attese sono particolarmente favorevoli tra le imprese dell’industria in senso stretto e tra quelle di dimensione medio-grande (tra 200 e 999 addetti); per il 52 per cento delle aziende la spesa nominale in investimenti si confermerebbe invariata rispetto a quella effettuata nella seconda metà del 2015.

Per il complesso del 2016 lo scarto percentuale tra le attese di aumento e di riduzione della spesa per investimenti si attesta su valori analoghi a quelli della scorsa indagine (a 16,8 punti percentuali da 17,3). Il saldo positivo è stato determinato principalmente dalla correzione al rialzo dei programmi delle imprese operanti nel Nord-Est, nel Sud e nelle Isole; il 46,4 per cento delle aziende prevede una spesa costante rispetto al 2015, in linea con i valori della scorsa indagine.

In questa rilevazione è stato domandato alle imprese se il provvedimento di incentivo agli investimenti in beni strumentali (c.d. super ammortamento) previsto nella Legge di Stabilità per il 2016 (non ancora approvata al momento delle interviste) abbia influito sui piani di spesa. Poco più della maggioranza delle imprese si attende effetti positivi, circa il 13 per cento li giudica abbastanza o molto rilevanti. Quest’ultima percentuale sale al 27,3 per cento fra gli imprenditori che dichiarano l’intenzione di aumentare la spesa per investimenti nel 2016. La quota di coloro che giudicano positivo l’impatto del provvedimento è più elevata nell’industria in senso stretto, in particolare tra le imprese di grandi dimensioni (almeno 1.000 addetti).

Il 47,6 per cento degli operatori dichiara di aver superato nei mesi scorsi la fase più difficile della congiuntura economica, un livello marginalmente superiore a quello rilevato in settembre (44,4); la quota delle imprese che attendono un solido incremento dei ritmi produttivi nei prossimi mesi è appena superiore rispetto al precedente sondaggio (44,1 per cento dal 43,0 in settembre).

Condizioni di liquidità e accesso al credito

Continua la tendenza positiva riguardo alle condizioni di accesso al credito, in atto dalla fine del 2012. Nell’ultimo trimestre il saldo percentuale tra le aziende che segnalano un più agevole accesso rispetto al periodo precedente e quella che indica maggiori difficoltà è aumentato a 3,6 punti percentuali (da 2,7). L’83,8 per cento delle imprese segnala una sostanziale stabilità nell’accesso al credito (81,6 in settembre); le condizioni sono migliorate principalmente tra le imprese di maggiori dimensioni.

La percentuale degli operatori che ritiene che la posizione di liquidità sarà sufficiente nei prossimi tre mesi è rimasta sostanzialmente stabile al 65,9 per cento (64,0 in settembre), mentre la quota di coloro che la reputano più che sufficiente si è ridotta al 17,6 per cento (dal 21,1).

Dinamica dell’occupazione

Le attese sulla dinamica dell’occupazione nel breve termine sono lievemente peggiorate: la quota di imprese che stimano una crescita del numero di addetti nel prossimo trimestre è rimasta all’incirca stabile ai livelli della scorsa indagine (16,5 per cento); quella che ne prefigura una riduzione è invece aumentata al 17,3 (dal 14,4). Il saldo scende soprattutto a causa della riduzione registrata fra le imprese dei servizi, quelle di grandi dimensioni e quelle operanti nel Centro-Sud.

Le imprese di costruzione

In dicembre trova conferma l’ottimismo delle imprese di costruzione riguardo la situazione economica generale, riscontrato nelle tre precedenti rilevazioni. Il saldo fra giudizi di miglioramento e di peggioramento si colloca a 10,1 punti percentuali (11,6 in settembre) e la probabilità di uno scenario più favorevole nei prossimi tre mesi si attesta in media al 12,6 per cento (da 14,2).

I giudizi sulla dinamica della domanda dei propri lavori restano orientati prevalentemente alla stabilità (64,2 per cento) mentre lo scarto tra le risposte in aumento e quelle in diminuzione si attesta su valori nulli (da -1,5 in settembre), riflettendo il forte incremento riscontrato tra le imprese più attive nel comparto residenziale (a 24,5 punti percentuali da 5,2 in settembre). Il saldo positivo sulle prospettive a breve termine della domanda aumenta di un punto rispetto a settembre, a 10,9.

Il saldo delle attese riguardo il contesto operativo nei prossimi tre mesi diventa positivo per la prima volta dal dicembre del 2012, quando la rilevazione è stata estesa al comparto delle costruzioni, portandosi al 7,2 per cento (-2,5 in settembre). L’incertezza imputabile a fattori economici e politici continuerebbe invece a costituire un freno; impulsi positivi deriverebbero in larga parte dalla domanda di lavori, sia nuovi sia già avviati, dall’allentamento dei criteri di accesso al credito e dalla dinamica del prezzo del petrolio.

Le aspettative a tre anni sulle condizioni economiche in cui operano le imprese sono migliorate rispetto alla scorsa inchiesta: il divario tra le aziende che anticipano un progresso e quelle che prefigurano un peggioramento si è attestato a 52,7 punti percentuali (49,4 in settembre).

I giudizi sulle condizioni per investire sono favorevoli: il saldo tra le attese di aumento e di riduzione della spesa nominale in investimenti fissi nel primo semestre del 2016, rispetto al precedente, torna a essere positivo salendo a 9,8 punti percentuali (da -6,7 in settembre). La tendenza si conferma positiva anche per il complesso del 2016, rispetto al 2015, con un saldo pari a 9 punti percentuali (da -6,5 in settembre); ciò riflette soprattutto l’aumento registrato per le imprese più orientate all’edilizia residenziale. Nell’ultimo trimestre l’incidenza dei giudizi di peggioramento si è ridotta a 6,7 punti percentuali (da 8,5 in settembre), a fronte di una larga prevalenza di quelli di stabilità (82,2 per cento da 76,6 in settembre).

Circa la metà delle imprese indica che il provvedimento di incentivo agli investimenti (c.d. super ammortamento) avrebbe un impatto positivo sulla propria spesa per investimenti. Per il 9,4 per cento degli intervistati l’impatto sarebbe abbastanza o molto rilevante.

La quota di operatori che segnala di aver superato negli ultimi mesi la fase più difficile della congiuntura aumenta al 38,5 per cento (da 36 in settembre). La percentuale delle imprese che si attende un robusto incremento dei propri ritmi produttivi nei prossimi mesi sale invece al 49,7 per cento (45,0 in settembre).

Le attese sull’andamento dell’occupazione nei prossimi mesi risultano caratterizzate da un minore pessimismo rispetto alla scorsa rilevazione: il divario negativo tra le risposte di aumento e di diminuzione si è ridotto (-15,6 punti percentuali da -17,5 rilevato in settembre). I giudizi sulle condizioni di accesso al credito restano invece stabili. Le attese sulla situazione della liquidità nei prossimi tre mesi appaiono lievemente più favorevoli.

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