Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita - dicembre 2013, n. 2Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Dal 2 al 17 dicembre 2013 si sono svolte le interviste dell’indagine trimestrale Banca d'Italia – Il Sole 24 Ore sulle aspettative di inflazione e crescita. Hanno partecipato 784 imprese con almeno 50 addetti, di cui 381 dell’industria in senso stretto e 403 dei servizi. È stata condotta al contempo una indagine sulle imprese del settore delle costruzioni con almeno 50 addetti che, in questa rilevazione, ha interessato 194 unità.

I principali risultati

Aspettative di inflazione in Italia e variazione dei prezzi di vendita delle imprese

In dicembre le attese a sei mesi sull’inflazione al consumo sono state riviste nettamente al ribasso rispetto alla rilevazione di settembre (allo 0,9 dall’1,5 per cento), in linea con la decelerazione dei prezzi registrata nello scorcio del 2013. Anche le aspettative a uno e due anni si sono ridotte rispetto alla precedente rilevazione, collocandosi rispettivamente all’1,1 e all’1,2 per cento (dall’1,6 e 1,7 per cento).

Le imprese segnalano che i propri prezzi di vendita sono aumentati dello 0,4 per cento su base annua; nei prossimi dodici mesi i listini continuerebbero a crescere in misura contenuta (0,9 per cento in media). Le pressioni provenienti dal costo del lavoro si sono leggermente attenuate rispetto all’inchiesta precedente, mentre la debolezza della domanda avrebbe lievemente accentuato la spinta alla moderazione dei prezzi.

Tra le imprese i cui prodotti o servizi sono soggetti al regime di aliquota IVA ordinaria (oltre l’80 per cento del campione), il 61,5 per cento ha dichiarato di non aver traslato sui propri prezzi di vendita l’aumento dell’aliquota dal 21 al 22 per cento entrato in vigore il primo ottobre del 2013. I fattori principali che hanno influenzato tale scelta sarebbero le condizioni della domanda e le politiche di prezzo dei propri concorrenti. Solo il 23 per cento delle imprese ha dichiarato di aver interamente traslato l’aumento dell’aliquota IVA sui propri prezzi di vendita; la quota rimanente l’avrebbe fatto in misura parziale.

Valutazioni sulla situazione economica generale

Nel mese di dicembre le imprese industriali e quelle dei servizi hanno espresso in prevalenza valutazioni di stabilità della situazione economica generale del paese (64,2 e 60,8 per cento, rispettivamente). Nel complesso dei due comparti il saldo negativo tra giudizi di miglioramento e peggioramento, dopo il ridimensionamento registrato nelle due rilevazioni precedenti, si è ampliato (a -27,9 da -17,4 punti percentuali), rimanendo tuttavia tra i valori più contenuti dagli ultimi sei trimestri. La probabilità media attribuita al miglioramento della situazione economica nei prossimi tre mesi è rimasta sostanzialmente invariata (al 12,5 per cento).

Evoluzione della domanda

Il saldo fra giudizi di aumento e diminuzione della domanda dei propri prodotti nel quarto trimestre è rimasto pressoché stabile su livelli negativi (a -9,2 punti percentuali), mentre è tornato positivo per le imprese esportatrici per la prima volta da settembre del 2012. Quello relativo alle prospettive della domanda a breve termine è lievemente peggiorato (-0,7; era pari a 2 punti percentuali nell’indagine precedente), riflettendo il deterioramento delle attese delle imprese meno attive sui mercati esteri.

Le valutazioni sulla domanda estera dei propri prodotti nel quarto trimestre di quest’anno permangono favorevoli, seppur in misura lievemente inferiore rispetto all’indagine di settembre: il saldo tra i giudizi di aumento e quelli di diminuzione è risultato pari a 12,8 punti percentuali (da 17,5. Anche le attese sulla domanda estera a breve termine si mantengono favorevoli, sostanzialmente in linea con la rilevazione precedente.

Valutazioni delle condizioni operative delle imprese

Le attese a tre mesi sulle condizioni operative delle imprese si confermano sfavorevoli, con un saldo negativo fra le risposte di miglioramento e di peggioramento prossimo a quello della precedente rilevazione (intorno a 13 punti percentuali). Circa il 70 per cento degli operatori continua tuttavia ad anticipare condizioni invariate. Le aspettative formulate dalle imprese dei servizi hanno registrato un modesto progresso, riflettendo attese meno sfavorevoli sulla domanda e le condizioni del credito.

In una prospettiva di medio periodo (tre anni) le valutazioni si confermano positive, come già rilevato nell’indagine precedente. La quota di imprese che indica un miglioramento dello scenario in cui si troveranno a operare si è attestata al 62 per cento contro il 18,2 per cento che ne anticipa un peggioramento.

Condizioni per l’investimento

Il saldo tra le risposte che indicano un miglioramento e un peggioramento delle condizioni per investire, dopo il deciso recupero cumulato nelle due precedenti segnalazioni, si è attestato a -19 punti percentuali (da -13,7 nell’inchiesta di settembre); la quota delle imprese che hanno riportano indicazioni di stazionarietà è stata pari al 67,8 per cento (dal 72,5). Gli andamenti sono simili nei comparti dell’industria e dei servizi.

La spesa per investimenti nel primo semestre del 2014 si prefigura su livelli analoghi a quelli del secondo semestre del 2013: il saldo fra le risposte di aumento e di diminuzione è pari a 0,9 punti percentuali e il 53,2 per cento delle imprese anticipa investimenti costanti. Le imprese dei servizi segnalano nel complesso un saldo appena positivo (1,9 per cento), a fronte di un valore pressoché nullo per quelle dell’industria.

Anche le attese circa la spesa per investimenti nel complesso del 2014 indicano una sostanziale stabilizzazione rispetto al 2013. Il saldo tra la quota di imprese che prevede un aumento e quella che segnala una diminuzione è pari a -2,1 punti percentuali, riflettendo indicazioni lievemente peggiori da parte delle imprese del comparto dei servizi e di quelle con oltre 200 addetti. Nel complesso, poco più della metà degli operatori prevedono investimenti costanti.

Condizioni di liquidità e accesso al credito

Le difficoltà di accesso al credito appaiono in moderata attenuazione rispetto al terzo trimestre. Il saldo tra la quota di imprese che segna la migliori condizioni di finanziamento e quella che ne indica un peggioramento è stato pari a -15,3 punti percentuali, da -17,5 dell’inchiesta di settembre.

Anche le attese sulla posizione di liquidità nei prossimi tre mesi hanno registrato un lieve progresso rispetto all’inchiesta precedente: la quota di coloro che ritengono che la posizione sarà insufficiente è scesa al 19,5 per cento (dal 21,4), mentre è rimasta pressoché stabile (al 15,9) quella delle aziende che la giudica più che sufficiente. I giudizi del comparto dei servizi sono stati relativamente più favorevoli, rispetto a quelli espressi dal settore industriale.

Fase congiunturale e pagamenti della Pubblica Amministrazione

Circa il 35 per cento delle imprese ha dichiarato che aveva crediti arretrati con la Pubblica Amministrazione e circa l’11 per cento di averne recuperato un importo consistente nel secondo semestre dell’anno (16,8 per cento nei servizi e 5,4 nell’industria). Come destinazione prevalente dei fondi recuperati, il 6,7 per cento delle imprese indica il finanziamento di nuovi investimenti, circa il 30 la riduzione delle passività verso fornitori e dipendenti, il 41,5 la riduzione dell'indebitamento bancario. Non emergono apprezzabili differenze con il quadro rilevato nell’indagine di settembre.

Il 32,3 per cento delle imprese ritiene di aver superato a partire dai mesi estivi la fase più difficile della congiuntura (31,8 nell’industria e 32,7 nei servizi), una quota superiore rispetto alla rilevazione di settembre (28,5). Circa le aspettative di crescita nei prossimi mesi, il 33,3 per cento del campione di imprese si attende un solido miglioramento dei propri ritmi produttivi (35,7 nell’industria e 30,7 nei servizi), in linea con l’indagine precedente. I giudizi favorevoli sono diffusi in misura maggiore tra le imprese più attive sui mercati esteri.

Dinamica dell’occupazione

Le attese sulla dinamica dell’occupazione nel breve termine permangono orientate al pessimismo: la quota di imprese che stimano un aumento del numero di addetti nei prossimi tre mesi si è attestata su valori poco al di sotto del 10 per cento; quella delle aziende che ne prefigurano una riduzione si è mantenuta su livelli poco superiori al 23 per cento.

Le imprese delle costruzioni

A dicembre è tornato ad acuirsi il pessimismo sulla situazione economica generale del paese delle imprese operanti nel comparto delle costruzioni: il saldo negativo fra giudizi di miglioramento e di peggioramento si è attestato a -45,7 punti percentuali, da -34,9 dell’inchiesta precedente; la probabilità assegnata a uno scenario più favorevole nei prossimi tre mesi è rimasta pressoché invariata, al 9,6 per cento.

In questo contesto sono tuttavia migliorate le valutazioni sull’andamento della domanda dei propri lavori, pur rimanendo negative: la quota di imprese che ha riscontrato un miglioramento è cresciuta al 13,9 per cento (dall’8,7 della precedente rilevazione), a fronte di una sostanziale stabilità della quota di quelle che indicano un peggioramento (al 33,6). Il saldo negativo circa le prospettive della domanda a breve termine è rimasto su valori simili a quelli della precedente rilevazione (intorno a -5 punti percentuali), ma la quota di imprese che riporta attese di stazionarietà è salita al 67,5 per cento (dal 60,4 dell’indagine precedente).

Anche le attese sulle condizioni economiche in cui operano le imprese sono risultate lievemente più favorevoli, seppur ancora negative; il saldo sulle valutazioni relative ai prossimi tre mesi si è ridotto a -24,8 punti percentuali (da -27,6). Anche le attese a tre anni hanno mostrato un lieve progresso: il 56,4 per cento (da 55,1 dell’inchiesta precedente) si attende condizioni operative migliori, a fronte del 17,1 per cento (da 21,8) che ne anticipa invece un peggioramento.

Nel quarto trimestre i giudizi sulle condizioni per l’investimento si sono lievemente deteriorati rispetto al trimestre precedente, mantenendosi tuttavia su valori tra i più elevati da quando è stata avviata l’indagine. Prevalgono le attese di un aumento della spesa per investimenti nel complesso del 2014 rispetto al 2013.

La quota di operatori che segnala di aver superato a partire dai mesi estivi la fase più difficile della congiuntura si è attestata al 25,2 per cento, un valore analogo alla precedente indagine; è invece cresciuta significativamente l’incidenza delle imprese che si attendono un solido miglioramento dei propri ritmi produttivi nei prossimi mesi (al 35 per cento, dal 30,2).

Il 26,0 per cento delle imprese di costruzioni segnala di aver ricevuto nel secondo semestre dell’anno pagamenti relativi a crediti arretrati da parte della Pubblica Amministrazione. Fra queste, il 58,3 per cento delle imprese dichiara di destinare le somme ricevute alla riduzione della propria esposizione verso il sistema finanziario mentre il 29,2 per cento intende ridurre i debiti verso dipendenti o fornitori.

Circa l’andamento del numero degli addetti nei prossimi tre mesi, le imprese delle costruzioni continuano ad anticiparne una flessione.

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