V - Azioni e azionisti. Il lungo Ottocento della Banca d'Italiaa cura di Rosanna Scatamacchia

Nel corso del XIX secolo anche in Italia, come in altri paesi europei, l’istituto capitalistico della società per azioni, combinato con l’attività regolatrice dello Stato, ha consentito lo sviluppo della banca di emissione, che sta all’origine dell’odierna banca centrale. Agli azionisti della Banca di Genova, poi Banca Nazionale e infine Banca d’Italia, è dedicato il presente lavoro.

Prima indagine sistematica e riflessione critica sulla stagione ottocentesca dell’Istituto, con la quale può dirsi esaurito il ruolo degli azionisti, la ricerca alterna il registro ricostruttivo a quello tematico, individuando origini della ricchezza, ragioni dell’investimento, motivazioni ad accrescere, trasmettere e dismettere le azioni. L’evoluzione del numeroso e composito azionariato è qui studiata come una fase significativa di modernizzazione dell’economia e della società.

Se la storia di una banca di emissione non può limitarsi all’esame di quanto accade sulla scena aziendale, non può neanche prescindere, come suggerisce la storiografia europea, da una messa a fuoco dell’attore ‘azionista’. Più in generale nel libro trovano riscontro aspetti peculiari della storia nazionale: la frammentazione delle élites, la dialettica centro/periferia, le difficoltà del processo unitario e, non ultime, quelle del capitalismo italiano.

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