Bollettino Economico n. 65 - 2011

Le prospettive di crescita e l'andamento dei mercati finanziari sono condizionati dalla crisi del debito sovrano nell'area dell'euro. Nelle ultime settimane le tensioni si sono acuite ed estese, interessando anche il nostro paese.

Prosegue la crescita mondiale ma a ritmi più contenuti - Nel primo trimestre del 2011 l'economia mondiale ha rallentato, frenata dall'indebolimento della crescita negli Stati Uniti e da una forte contrazione in Giappone, dove gli effetti economici del terremoto si sono rivelati peggiori del previsto. Nei paesi emergenti l'attività ha continuato a espandersi a ritmi sostenuti. In alcune di queste economie si osservano tuttavia alcuni segnali di rallentamento.

L'inflazione è aumentata, in particolare nelle economie emergenti - Nel secondo trimestre le quotazioni delle materie di base, dopo gli aumenti dei mesi precedenti, sono calate, mantenendosi tuttavia su livelli superiori a quelli di inizio anno. Nelle economie avanzate l'inflazione di fondo rimane relativamente contenuta; i rincari delle materie prime non si sono riflessi in misura significativa sulle aspettative di inflazione. Nelle economie emergenti i rialzi delle quotazioni delle materie di base stanno invece alimentando una forte crescita dei prezzi, contrastata con interventi volti a rendere le condizioni monetarie meno accomodanti.

La crescita del PIL nell'area dell'euro si è rafforzata nel primo trimestre; è proseguita, anche se più moderata, nel secondo - Nell'area dell'euro l'accelerazione del PIL nel primo trimestre dell'anno ha riflesso il recupero degli investimenti in costruzioni, che soprattutto in Germania nei mesi precedenti si erano contratti per le avverse condizioni meteorologiche, nonché l'accelerazione della spesa in beni strumentali. L'espansione del prodotto sarebbe proseguita nel secondo trimestre su ritmi più contenuti. In giugno l'indicatore €-coin diffuso dalla Banca d'Italia, che ne stima la componente di fondo, è lievemente sceso.

Il Consiglio direttivo della BCE ha alzato i tassi ufficiali - In giugno l'indice dei prezzi al consumo armonizzato dell'area dell'euro è aumentato del 2,7 per cento sui dodici mesi. Per contenere i rischi di rialzo dell'inflazione e prevenire un deterioramento delle aspettative, in luglio il Consiglio direttivo della BCE ha aumentato di 25 punti base il tasso minimo sulle operazioni di rifinanziamento principali, all'1,50 per cento. Secondo le stime dei principali previsori pubblici e privati, l'inflazione dovrebbe tornare sotto il 2 per cento nel 2012.

Le tensioni sui mercati finanziari sono aumentate... In primavera è tornata ad aumentare la volatilità sui mercati finanziari, risentendo dell'accresciuta incertezza sull'intensità della ripresa internazionale e delle rinnovate tensioni sul debito sovrano nell'area dell'euro. Dal mese di giugno, nonostante l'approvazione di un nuovo piano di aggiustamento dei conti pubblici da parte del Parlamento greco e la decisione dell'Eurogruppo, il 2 luglio, di erogare alla Grecia una nuova tranche di prestiti, le tensioni nei mercati finanziari si sono acuite ed estese, per la perdurante incertezza sulle prospettive delle finanze pubbliche in alcuni paesi dell'area.

...investendo anche l'Italia - Nei giorni scorsi le tensioni hanno investito anche il nostro paese. Esse si sono riflesse sui corsi azionari e sul differenziale tra il rendimento dei BTP decennali e quello dei corrispondenti titoli tedeschi, che ha toccato i massimi dall'avvio dell'Unione monetaria, accrescendo l'urgenza di procedere nel consolidamento dei conti pubblici.

Il Governo ha presentato una manovra per il conseguimento del pareggio di bilancio - Lo scorso 30 giugno il Governo ha predisposto una manovra di finanza pubblica volta a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014 e a porre il rapporto tra debito e PIL su un sentiero di rapida riduzione. Essa si articola in un decreto legge e in un disegno di legge delega per la riforma fiscale e assistenziale. Nella formulazione originaria gli interventi inclusi nel decreto erano valutati in quasi 18 miliardi per il 2013 e oltre 25 per il 2014; le misure da definire in attuazione della legge delega avrebbero dovuto ridurre il disavanzo per circa 2 miliardi nel 2013 e 15 nel 2014. Gli emendamenti al decreto legge introdotti nel corso della discussione parlamentare hanno rafforzato la manovra e migliorato ulteriormente i saldi per il quadriennio 2011-14.

La manovra si aggiunge agli interventi definiti nel 2010, che già consentivano nel 2012, in base alle valutazioni ufficiali, di riportare il disavanzo al di sotto della soglia del 3 per cento del PIL e conseguire una prima flessione del rapporto tra il debito e il prodotto.

La crescita in Italia è proseguita a ritmi contenuti nel primo trimestre dell'anno... Nel primo trimestre di quest'anno la crescita in Italia è stata solo lievemente positiva; nel confronto con la fine del 2010, al miglioramento dell'interscambio con l'estero si è contrapposta la stagnazione della domanda nazionale. Sulle decisioni di spesa delle famiglie ha influito la debole
dinamica dei redditi reali, che risente delle condizioni del mercato del lavoro e dell'accelerazione dei prezzi al consumo.

...ma si sarebbe portata in linea con la media dell'area nel secondo - Secondo le nostre valutazioni, la crescita si sarebbe tuttavia rafforzata nel secondo trimestre, portandosi su ritmi simili a quelli medi dell'area dell'euro; essa avrebbe tratto sostegno dal recupero della produzione industriale, che ha interrotto il ristagno in atto dallo scorso autunno. Gli indicatori congiunturali più recenti prefigurano alcuni elementi di incertezza sull'intensità della ripresa: l'attività industriale, dopo l'incremento di aprile, si è indebolita.

L'inflazione è aumentata, ma dovrebbe gradualmente scendere verso la fine dell'anno - In giugno l'inflazione, misurata sulla base dell'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività nazionale, è salita al 2,7 per cento. Al netto delle componenti energetica e alimentare, l'inflazione è più contenuta (2,0 per cento). La dinamica dei prezzi al consumo dovrebbe ridursi, fino a tornare sotto il 2 per cento nel 2012, con l'attenuarsi dell'effetto dei rincari delle materie prime.

Il credito è cresciuto a ritmi elevati e la redditività bancaria aumenta - Il credito bancario al settore privato continua a crescere a ritmi elevati, superiori a quelli medi dell'area dell'euro. La raccolta degli istituti di credito ha accelerato significativamente; la redditività è aumentata, riflettendo sia il miglioramento del risultato di gestione, sia minori accantonamenti e rettifiche di valore per il deterioramento della qualità dei prestiti. Beneficiando in larga parte del rafforzamento del capitale, i coefficienti patrimoniali dei maggiori gruppi sono cresciuti in misura significativa. Il coefficiente core tier 1, relativo al patrimonio di migliore qualità, è salito dal 7,4 alla fine del 2010 al 7,8 in marzo; si può stimare che sia ulteriormente cresciuto fino a circa l'8,6 per cento, grazie alle operazioni di ricapitalizzazione che si sono chiuse successivamente.

In prospettiva, la crescita in Italia prosegue a ritmi moderati - Le nostre proiezioni prefigurano una crescita del PIL italiano dell'1,0 per cento quest'anno e dell'1,1 nel 2012. Il contributo principale alla dinamica del prodotto continuerebbe a provenire dalle esportazioni; dato il contestuale incremento delle importazioni, l'apporto degli scambi con l'estero alla crescita del PIL sarebbe sostanzialmente nullo quest'anno e lievemente positivo il prossimo. La ripresa degli investimenti si rafforzerebbe gradualmente; la crescita dei consumi resterebbe inferiore a quella del PIL.

I rischi - Lo scenario macroeconomico è soggetto a un'incertezza elevata. I principali rischi sono connessi con un possibile rallentamento della ripresa internazionale e con l'evoluzione della crisi del debito sovrano nell'area dell'euro. Nell'immediato i costi dell'aumento dei differenziali di rendimento sui titoli di Stato per il nostro paese sono limitati, ma se l'attuale livello degli spread persistesse ne deriverebbero ingenti oneri per i conti pubblici e il rischio di ripercussioni sui costi di finanziamento dell'economia. Il processo di consolidamento della finanza pubblica è essenziale per favorire il rientro dei premi al rischio, la discesa dei tassi di interesse a lungo termine e quindi la crescita dell'attività economica. La manovra definita dal Governo muove in questa direzione. Occorre limitare il ricorso ad aumenti del prelievo. Alla correzione degli squilibri di finanza pubblica si devono accompagnare politiche strutturali incisive e credibili volte a conseguire un innalzamento del potenziale di crescita della nostra economia.

Testo della pubblicazione