I crediti deteriorati (Non-Performing Loans - NPLs) del sistema bancario italiano

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In sintesi

I crediti deteriorati delle banche (in inglese Non-Performing Loans - NPLs) sono esposizioni verso soggetti che, a causa di un peggioramento della loro situazione economica e finanziaria, non sono in grado di adempiere in tutto o in parte alle proprie obbligazioni contrattuali.

La profonda e prolungata recessione che ha colpito l'economia italiana e la lunghezza delle procedure di recupero dei crediti hanno concorso a determinare un elevato livello di crediti deteriorati nel sistema bancario italiano.

La Banca d'Italia ritiene che il problema dei crediti deteriorati delle banche italiane sia serio ma gestibile; che esso vada chiaramente inquadrato e affrontato; che non sia corretto parlare di questo problema come di un'emergenza per l'intero sistema bancario.

Una supervisione efficace deve valutare l'effettiva situazione dei singoli intermediari, usando informazioni dettagliate, ricorrendo ad analisi robuste, tenendo conto del fatto che la velocità media di recupero dei crediti dipende in buona parte da fattori che esulano dal controllo delle banche (si veda, Carmelo Barbagallo, I crediti deteriorati delle banche italiane: problematiche e tendenze recenti, 6 giugno 2017; Fabio Panetta, Seminario istituzionale sulle tematiche legate ai non performing loans, 15 maggio 2017; Ignazio Visco, Intervento al 23° Congresso ASSIOM FOREX, 28 gennaio 2017; Ignazio Visco, Intervento in occasione della 56a assemblea dell'Associazione Bancaria Italiana (ABI), 8 luglio 2016; Ignazio Visco Intervento alla Giornata Mondiale del Risparmio, 27 ottobre 2016; Ignazio Visco Lezione "Giorgio Ambrosoli": Banche, crisi e comportamenti, 9 novembre 2016).

La definizione di crediti deteriorati

Le definizioni di crediti deteriorati adottate dalla Banca d'Italia sono quelle armonizzate a livello dell'SSM, che riflettono i criteri pubblicati nel 2013 dall'Autorità bancaria europea (EBA). Il recepimento della definizione armonizzata dell'EBA non ha determinato discontinuità nell'aggregato, in quanto essa è risultata sostanzialmente allineata alla nozione utilizzata in Italia (Rapporto sulla stabilità finanziaria n. 2 - 2014, pag. 28). Si è ritenuto tuttavia di preservare nelle statistiche italiane un maggiore dettaglio e la continuità delle serie storiche relative alle sottocategorie utilizzate in precedenza. Ciò permette di evidenziare il sottoinsieme di crediti deteriorati (le sofferenze) derivanti da situazioni di maggiore gravità. Le tre vigenti sottoclassi di crediti deteriorati sono le "sofferenze", le "inadempienze probabili", le "esposizioni scadute e/o sconfinanti" (si veda Circolare 272).

In particolare:

  • Le sofferenze sono esposizioni verso soggetti in stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili.
  • Le inadempienze probabili sono esposizioni (diverse da quelle classificate tra le sofferenze) per le quali la banca valuta improbabile, senza il ricorso ad azioni quali l'escussione delle garanzie, che il debitore adempia integralmente alle sue obbligazioni contrattuali.
  • Le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate sono esposizioni (diverse da quelle classificate tra le sofferenze o le inadempienze probabili) che sono scadute o eccedono i limiti di affidamento da oltre 90 giorni e oltre una predefinita soglia di rilevanza.

A dicembre scorso, dei 173 miliardi di crediti deteriorati netti, 81 erano classificati come sofferenze, 85 come inadempienze probabili e 7 come esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate.

La crisi economica e la crescita dei crediti deteriorati

Il problema dei crediti deteriorati delle banche italiane è in larga parte il risultato dell'eccezionale fase recessiva che ha colpito l'economia italiana negli ultimi anni e dei lunghi tempi delle procedure di recupero dei crediti. La doppia recessione che ha colpito il nostro Paese tra il 2008 e il 2014 (Fig. 1 - Pannello A) ha inciso pesantemente sui bilanci delle banche italiane e sulla qualità dei loro prestiti. La crisi ha avuto due differenti fasi. Il sistema bancario italiano ha retto relativamente bene alla recessione del 2008-09, causata dal collasso dei mutui subprime statunitensi e dalla crisi dei relativi prodotti di finanza strutturata, verso cui le banche italiane, a differenza di altri intermediari europei, erano poco esposte. Tuttavia, il peggioramento della situazione economica e finanziaria della clientela aveva comportato un significativo aumento del tasso di formazione di nuovi crediti deteriorati (Fig. 1 - Pannello A) e della loro consistenza nei bilanci delle banche (Fig. 1 - Pannello B). La seconda fase ha avuto inizio nella seconda metà del 2011 con la crisi del debito sovrano italiano. Con la nuova recessione la capacità della clientela di ripagare il debito si è ulteriormente ridotta, comportando un nuovo aumento del tasso di formazione di nuovi crediti deteriorati e una ulteriore crescita della loro consistenza. È interessante anche notare, come emerge da una recente analisi condotta dalla Banca d'Italia, che l'offerta di finanziamenti bancari alle imprese italiane tra il 2008 e il 2015 non è stata determinata dal livello elevato di crediti deteriorati. La relazione negativa tra i crediti deteriorati e la crescita del credito è principalmente dovuta a variazioni nelle condizioni economico-finanziarie delle imprese e alla contrazione nella loro domanda di credito (Questioni di Economia e Finanza, N. 374).

fig. 1 pannello A - Grafico Indicatori di rischiosità del credito e crescita del PIL -  fig. 1 pannello b  Quota de crediti deteriorati sul otale dei prestiti