I rischi globali diminuiscono, ma permangono aree di vulnerabilità. Le economie emergenti in particolare sono esposte agli effetti di un possibile rialzo dei tassi ufficiali negli Stati Uniti e di un ulteriore apprezzamento del dollaro. La caduta del prezzo del petrolio potrebbe avere ripercussioni negative sulla sostenibilità del debito nei paesi produttori.
Nell’area dell’euro i rischi derivanti dalla bassa crescita e dal persistere di livelli di inflazione molto contenuti si stanno attenuando in seguito all’avvio del programma di acquisto di titoli pubblici dell’Eurosistema; ne beneficerà anche la capacità degli Stati di sostenere il debito. La situazione in Grecia rappresenta tuttavia un fattore di potenziale instabilità. L’Eurosistema è pronto a fronteggiare gli effetti di un aggravamento delle tensioni; nondimeno un deterioramento della situazione potrebbe avere sviluppi difficili da prevedere.
La situazione patrimoniale delle famiglie è solida. La redditività delle imprese è diminuita, ma le prospettive migliorano, pur con una elevata eterogeneità tra aziende. La debolezza del ciclo economico pesa sulla qualità del credito e sulla redditività delle banche, ma il livello di patrimonializzazione degli intermediari continua a salire. Gli effetti sui bilanci delle banche e delle compagnie assicurative di un prolungato periodo di bassi tassi di interesse sono contenuti.