Presentazione del rapporto annuale sul 2024 "L'economia della Campania"

19 giugno 2025

Viene presentato oggi a Napoli il rapporto annuale "L'economia della Campania".

Il quadro macroeconomico

Nel 2024 in Campania l'attività economica è cresciuta in misura contenuta, per la modesta espansione dei servizi e la fiacchezza dell'industria manifatturiera; le costruzioni, sebbene in crescita, hanno fortemente rallentato. Sulla base dell'indicatore ITER della Banca d'Italia, la crescita del prodotto in termini reali sarebbe stata lievemente più contenuta di quella del 2023 (1,2 per cento) ma superiore alla media italiana e a quella del Mezzogiorno. Sulla base degli ultimi dati ufficiali disponibili, il prodotto regionale non ha ancora recuperato il livello del 2007, precedente alla crisi finanziaria internazionale e a quella dei debiti sovrani.

Le imprese

I risultati delle nostre indagini sulle imprese campane mostrano che le aziende manifatturiere con un calo delle vendite hanno prevalso su quelle che hanno registrato un aumento. Tra i comparti, l'automotive, interessato nell'anno da una riduzione dell'attività, è stato condizionato dalle incertezze legate alla definizione dei tempi e delle modalità della riconversione tecnologica e dalle prospettive delle politiche tariffarie. Tra le imprese dei servizi si sono registrati segnali di rallentamento: è cresciuta la quota di aziende con fatturato stazionario; la percentuale di imprese con vendite in aumento ha superato solo di poco quella delle aziende con una riduzione. Il comparto turistico, in ripresa nel precedente biennio, ha confermato i risultati dello scorso anno in termini di presenze: la moderata flessione della domanda interna è stata bilanciata dall'aumento dei visitatori esteri che hanno inoltre sostenuto il traffico aeroportuale che, insieme a quello portuale, si è ampliato per numero di passeggeri.

Nelle costruzioni, l'impulso fornito dalle opere del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e dalle spese degli enti locali campani per opere pubbliche avrebbe più che bilanciato il ridimensionamento dell'attività nel comparto residenziale, conseguente ai minori incentivi destinati al comparto.

La quota di imprese dell'industria e dei servizi che ha aumentato la spesa per investimenti è diminuita, pur continuando a prevalere su quella che l'ha ridotta; nell'industria manifatturiera il saldo tra i due gruppi è stato lievemente negativo. Per il 2025 le attese di ampliamento della spesa per investimenti sono più diffuse tra le imprese dei servizi.

In un quadro di rallentamento del commercio mondiale, le esportazioni campane, in forte crescita nel precedente triennio, sono diminuite; il calo, riconducibile prevalentemente a quello dell'automotive, in particolare sui mercati nordamericani, è stato temperato dall'aumento, seppur più contenuto che nel periodo più recente, del farmaceutico e dell'agroalimentare.

Nonostante la debolezza della fase ciclica, sulla base delle nostre indagini la quota di imprese che ha conseguito risultati reddituali positivi o in pareggio è rimasta elevata, prossima ai livelli dell'ultimo biennio. Nel confronto storico sono inoltre ampie le riserve di liquidità a disposizione delle aziende, anche per quelle di dimensioni minori.

Il mercato del lavoro e le famiglie

Nel 2024 il numero di occupati è ancora cresciuto, sostenuto sia dall'aumento di quelli alle dipendenze sia da quello dei lavoratori autonomi; l'occupazione si è ampliata in particolare nelle costruzioni e nei servizi. Per i lavoratori dipendenti, l'incremento è dipeso ancora in prevalenza dalle nuove posizioni a tempo indeterminato. Le ore lavorate per addetto si sono ridotte; è cresciuto il numero di ore di Cassa integrazione guadagni autorizzate che ha interessato in particolare la produzione di pelli e di mezzi di trasporto. Il tasso di partecipazione è rimasto pressoché stabile e il miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro ha consentito una riduzione del tasso di disoccupazione. Nel 2024 secondo nostre stime l'aumento delle retribuzioni nominali in regione sarebbe stato inferiore alla media nazionale, per effetto della composizione della struttura produttiva regionale; la dinamica avrebbe concorso solo parzialmente a riportare le retribuzioni in termini reali delle famiglie sui livelli del 2021.

Il reddito delle famiglie è aumentato, sostenuto dalla graduale ripresa delle retribuzioni e dall'aumento dell'occupazione; l'ampliamento del potere di acquisto ha beneficiato della consistente riduzione dell'inflazione. I consumi in termini reali sono lievemente cresciuti, in linea con l'anno precedente. Circa il 7 per cento delle famiglie campane ha avuto accesso all'assegno di inclusione (AdI), la misura di contrasto alla povertà che dall'inizio del 2024 ha sostituito il reddito di cittadinanza; l'incidenza è circa tre volte superiore alla media nazionale. L'indebitamento delle famiglie è cresciuto al ritmo dell'anno precedente, sostenuto ancora dall'aumento del credito al consumo; si è moderatamente ampliata l'erogazione di nuovi mutui, in connessione con l'aumento delle compravendite immobiliari nella seconda parte dell'anno.

Il mercato del credito

La riduzione dei tassi di riferimento della BCE, avviata alla fine del primo semestre dell'anno, si sta gradualmente trasferendo sul costo del credito per l'economia. Nel 2024 i finanziamenti al settore privato non finanziario hanno tuttavia ristagnato: all'ampliamento dei prestiti alle famiglie si è contrapposto il calo per le imprese. Sull'andamento dei finanziamenti alle aziende hanno inciso criteri di concessione dei prestiti ancora improntati alla cautela e la debolezza della domanda di credito. I principali indicatori relativi alla rischiosità dei prestiti si sono mantenuti su livelli storicamente contenuti anche se si è evidenziato un peggioramento per le imprese, in particolare per quelle manifatturiere e dei servizi.

Nel corso del 2024 i depositi bancari di famiglie e imprese sono tornati a crescere, sostenuti dalla ripresa delle giacenze liquide delle famiglie. È ancora cresciuto il valore dei titoli a custodia detenuti dalle famiglie campane, riconducibile principalmente all'aumento di acquisti di quote dei fondi comuni di investimento e titoli di Stato.

La finanza pubblica decentrata

Nel 2024 la crescita della spesa degli enti territoriali campani si è attenuata; l'aumento, limitato alla spesa corrente, è stato ancora trainato dagli acquisti di beni e servizi e dai costi del personale, principalmente sanitario. La spesa in conto capitale si è ridotta, per il calo dei contributi alle imprese rispetto ai valori particolarmente elevati osservati nel 2023 in connessione con la conclusione della programmazione comunitaria 2014-20; la riduzione è stata attenuata dall'aumento degli investimenti diretti. Rimangono ampie le carenze in alcune infrastrutture pubbliche locali, come quelle destinate alla gestione del sistema idrico.

Le entrate degli enti locali campani sono fortemente dipendenti dai trasferimenti. Gli incassi tributari rappresentano meno della metà degli introiti complessivi a causa delle più contenute basi imponibili, riflesso delle condizioni socioeconomiche del territorio. Per le entrate comunali, il passaggio dall'assetto attuale a quello previsto a regime per il riparto del Fondo di solidarietà comunale potrebbe determinare un calo delle risorse attribuite ai Comuni di maggiori dimensioni.

La digitalizzazione e l'attività innovativa

Nonostante i progressi degli anni più recenti, la Campania presenta ancora un livello di digitalizzazione complessivamente inferiore alla media nazionale. L'integrazione delle tecnologie digitali nelle imprese è ancora limitata e la quota di imprese campane che ha adottato l'intelligenza artificiale (IA) nei processi produttivi è inferiore alla media nazionale.

Allo sviluppo di prodotti e servizi innovativi a elevato contenuto tecnologico contribuiscono le start up innovative: la Campania è la quinta regione italiana per numero di imprese costituite tra il 2012 e il 2024, collocatesi in ampia parte nei settori del digitale e della ricerca e sviluppo. L'attività brevettuale delle start up innovative regionali si è concentrata nei settori della farmaceutica e della tecnologia medica ma è tuttavia meno intensa delle imprese con analoghe caratteristiche in Italia. Sulla base delle informazioni più recenti, l'attività brevettuale in Campania, sebbene contenuta, è sostenuta dal sistema universitario regionale; rimane tuttavia al di sotto della media del Paese il numero dei brevetti e delle imprese accademiche ogni 100 docenti afferenti all'area scientifica.

Allegati