Presentazione del rapporto annuale sul 2019 "L'economia della Basilicata"

Martedì 30 giugno alle 11,30 viene presentato in videoconferenza il rapporto annuale "L'economia della Basilicata".

La presentazione del rapporto è trasmessa in diretta video sul canale YouTube della Banca d'Italia.

L'economia lucana nel 2019

Dopo la crescita registrata nel 2018, che ha riportato il PIL regionale quasi sui livelli precedenti la crisi economico-finanziaria, l'economia lucana nel 2019 ha ristagnato. L'industria ha risentito della flessione nell'estrattivo e nell'automotive, i due principali comparti di specializzazione; l'attività edilizia è cresciuta, beneficiando del buon andamento del residenziale e delle opere pubbliche. Nei servizi, risultati nel complesso in modesta espansione, è proseguita l'intensa crescita del settore turistico, trainata dai flussi di visitatori verso Matera, Capitale Europea della Cultura per il 2019, mentre si è registrato un calo dell'attività nel commercio. Il valore aggiunto nel settore agricolo è rimasto sostanzialmente stabile. La crescita dei prestiti alle imprese, in rallentamento, è stata sostenuta dai finanziamenti al settore delle costruzioni e al turismo.

L'occupazione ha continuato a crescere trainata dalla dinamica dei servizi, soprattutto turistici, e dell'agricoltura; è calata invece nell'industria, dove è significativamente aumentato il ricorso alla Cassa integrazione guadagni (CIG). Le dinamiche del mercato del lavoro si sono riflesse nella crescita di redditi e consumi, che è risultata contenuta e lievemente inferiore all'anno precedente. È proseguito l'intenso aumento dei finanziamenti alle famiglie, sia per l'acquisto di abitazioni e, soprattutto, per il credito al consumo.

Nel 2019 gli investimenti pubblici degli enti locali hanno ricominciato a crescere beneficiando dell'allentamento di alcuni vincoli di bilancio e interrompendo un calo che durava quasi ininterrottamente dal 2008. Nel complesso gli enti territoriali lucani hanno evidenziato saldi di bilancio positivi o moderatamente negativi. La quota di Comuni con elementi di criticità finanziaria è tuttavia superiore alla media nazionale.

Le conseguenze economiche della pandemia

Dai primi mesi del 2020 il mondo affronta la più grave pandemia degli ultimi cento anni; l'Italia è stato il primo paese europeo in cui, dal 20 febbraio scorso, è stata accertata un'ampia diffusione del virus. Come avvenuto in molti paesi, il Governo italiano e le Regioni hanno adottato stringenti provvedimenti al fine di contenere il contagio. Le misure di distanziamento fisico e la chiusura parziale delle attività hanno avuto pesanti ripercussioni sull'attività economica. La crisi ha causato un calo del PIL italiano nel primo trimestre di circa il cinque per cento rispetto al periodo corrispondente dell'anno precedente. Secondo nostre stime la contrazione nel Mezzogiorno sarebbe stata inferiore di circa un punto percentuale. Anche l'economia lucana, già in stagnazione nel 2019, si è contratta in misura significativa nei primi mesi del 2020.

L'impatto della pandemia sulle imprese

Secondo nostre stime, che tengono conto dell'utilizzo del lavoro agile e delle ripercussioni lungo la filiera, a fine marzo il blocco delle attività ha riguardato imprese che incidono per circa il 27 per cento del valore aggiunto regionale, in linea con la media nazionale. Il blocco ha riguardato più intensamente il commercio e l'industria. Quest'ultima risente anche dell'andamento delle immatricolazioni di autoveicoli, che sono calate in tutta Europa, incluse quelle dei modelli prodotti in Basilicata, oltre che della marcata riduzione dei corsi petroliferi, che si riflettono sul valore degli idrocarburi estratti. La produzione di petrolio è stata però sostenuta dall'attività nella concessione Gorgoglione (cosiddetta Tempa Rossa), avviate a dicembre del 2019. Le imprese industriali prevedono un calo del fatturato del primo semestre di circa un quinto rispetto al periodo corrispondente dell'anno precedente. Anche il turismo, che negli ultimi anni ha contribuito in maniera rilevante a sostenere la dinamica del terziario, è stato duramente colpito dalla crisi: la ripartenza sarà probabilmente graduale, considerando la difficoltà di rimuovere i vincoli alla mobilità e di recuperare la fiducia dei turisti. Tuttavia potrebbe giocare a favore di una più rapida ripresa la moderata diffusione dell'epidemia in Basilicata, la bassa incidenza del turismo internazionale, più colpito dalle restrizioni alla mobilità, e la crescente popolarità di Matera.

Il forte processo di selezione operato dalla doppia recessione ha reso il sistema economico regionale più resiliente. Tra le imprese rimaste sul mercato è complessivamente diminuita, negli ultimi anni, la quota di aziende finanziariamente vulnerabili; i provvedimenti di blocco delle attività ne hanno tuttavia aumentato il fabbisogno di liquidità. Anche tenendo conto delle misure introdotte dal Governo, che hanno consentito di rinviare la scadenza delle rate sui mutui e di estendere il ricorso alla CIG, le aziende a rischio di illiquidità nei settori sottoposti a chiusura nei mesi di marzo e aprile sarebbero circa un quarto in Basilicata. Nel primo trimestre del 2020 la moratoria prevista dal DL 18/2020 ("decreto cura Italia") e il maggiore utilizzo dei margini disponibili sulle linee di credito a revoca hanno sostenuto i prestiti alle imprese, la cui crescita è comunque rallentata rispetto alla fine del 2019. Nel secondo trimestre la dinamica del credito sta beneficiando delle erogazioni dei prestiti garantiti dal settore pubblico in attuazione delle misure previste nel DL 23/2020 ("decreto liquidità"). Tuttavia l'aumento dell'indebitamento potrebbe rappresentare in prospettiva un ulteriore elemento di fragilità della futura ripresa economica.

L'impatto della pandemia sul mercato del lavoro e sulle famiglie

Nei primi mesi del 2020 l'emergenza sanitaria ha avuto significative ripercussioni anche sul mercato del lavoro regionale. La quota di occupati nei settori sospesi a fine marzo era pari a circa il 30 per cento del totale. Tra la fine di febbraio e la fine di aprile il flusso delle nuove assunzioni nel settore privato non agricolo si è ridotto di oltre il 40 per cento. Gli effetti negativi sul numero di occupati sono stati tuttavia finora contenuti dalle misure riguardanti la sospensione dei licenziamenti e dall'ampio ricorso alla CIG. Quest'ultimo è aumentato di quasi sette volte nei primi quattro mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, anche a seguito dell'estensione della platea dei beneficiari a categorie di lavoratori dipendenti precedentemente esclusi. I provvedimenti legislativi hanno riguardato anche l'introduzione di ammortizzatori sociali destinati ai lavoratori autonomi. L'intenso deterioramento delle prospettive occupazionali inciderà negativamente sulla dinamica dei redditi familiari, già in rallentamento nel 2019, sulla loro distribuzione e sulla diffusione della povertà, come già è avvenuto durante la doppia recessione.

Nel primo trimestre del 2020, la crescita del credito alle famiglie ha rallentato rispetto alla fine del 2019, sia nella componente del credito al consumo sia in quella dei mutui. Nonostante la crescita dei prestiti degli ultimi anni, il livello di indebitamento delle famiglie nella regione continua a essere basso nel confronto nazionale e internazionale, collocandosi su livelli simili a quelli di inizio decennio; la quota di prestiti alle famiglie che presenta difficoltà nel rimborso rimane su livelli storicamente contenuti.

I provvedimenti degli enti locali

L'offerta di servizi sanitari è risultata adeguata a fronteggiare l'emergenza, anche in considerazione della contenuta diffusione che l'epidemia di Covid-19 ha avuto in Basilicata. Per contrastare la crisi economica nei primi mesi del 2020 la Regione ha destinato risorse a favore delle piccole e medie imprese, disponendo inoltre la sospensione per l'anno in corso dei pagamenti Irap a carico del settore turistico. Con riferimento ai Comuni, i trasferimenti statali straordinari e la moratoria sui mutui dovrebbero compensare in misura adeguata il calo delle entrate già determinato dal blocco delle attività e dalle misure di esenzione a favore dei contribuenti maggiormente colpiti dalla crisi.

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