L'economia della Sicilia. Rapporto annuale sul 2014

Viene presentato oggi a Palermo il rapporto su "L'economia della Sicilia".

"Nel 2014 è proseguito l’arretramento dell’attività economica in Sicilia, pur con qualche segnale di attenuazione della crisi. Nell’industria si sono ulteriormente ridotti gli investimenti e le esportazioni sono diminuite, anche al netto delle produzioni petrolifere; tra i settori principali, quello agroalimentare ha visto crescere la domanda estera.

Il livello di attività delle costruzioni è ulteriormente calato; l’importo complessivo dei bandi di gara per opere pubbliche è diminuito, dopo la crescita dell’anno precedente. Dopo otto anni consecutivi di calo, invece, nel mercato immobiliare è tornato ad aumentare, seppure debolmente, il numero di compravendite, soprattutto nei comuni capoluogo.

Nel settore dei servizi, il commercio ha continuato a risentire della debolezza dei consumi delle famiglie; i flussi turistici invece hanno mostrato una crescita decisa: si è rafforzata la dinamica positiva della spesa dei turisti stranieri e dopo quattro anni i pernottamenti di italiani sono tornati ad aumentare.

Nel mercato del lavoro il numero di occupati è ulteriormente diminuito, ma con un’intensità molto più contenuta rispetto al 2013. Il calo ha interessato soprattutto l’agricoltura e le costruzioni e si è concentrato nella componente del lavoro dipendente. Il tasso di disoccupazione è ulteriormente cresciuto, risultando ancora una volta tra i più elevati tra le regioni italiane.

Negli anni interessati dalla crisi economica i redditi familiari in Sicilia sono diminuiti più che nella media del Mezzogiorno e del Paese; la riduzione è stata di maggiore entità tra le famiglie con redditi più bassi, con un peggioramento dei principali indici di povertà e dell’indicatore di disuguaglianza nella distribuzione del reddito. Rispetto agli anni precedenti la crisi, si sono accentuati i flussi migratori verso le regioni del Centro Nord e verso l’estero tra i siciliani più istruiti e quelli della classe di età 25-34 anni.

È proseguita la riduzione dei prestiti all’economia, nonostante le condizioni di offerta del credito abbiano manifestato segnali di distensione sotto l’impulso della politica monetaria espansiva della BCE. Le famiglie hanno ripreso a chiedere mutui per finanziare gli acquisti di immobili; la domanda di credito da parte delle imprese, che registrano ancora un basso livello di attività e una scarsa propensione a investire, è rimasta debole.

La rischiosità dei prestiti alle imprese ha continuato ad aumentare; il flusso delle nuove sofferenze in rapporto ai prestiti ha raggiunto il valore più elevato dall’inizio della crisi, soprattutto per effetto del peggioramento della qualità del credito nel settore delle costruzioni e nei servizi. Per le famiglie, il flusso dei nuovi ingressi in sofferenza è risultato sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente.

I depositi bancari sono aumentati in misura superiore rispetto all’anno precedente. Le politiche di contenimento delle remunerazioni sulle emissioni obbligazionarie e sui depositi a scadenza protratta hanno favorito l’incremento delle disponibilità in conto corrente detenute dalla clientela regionale."

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