L'economia del Veneto - Aggiornamento congiunturale, novembre 2020

Viene pubblicato oggi l'aggiornamento congiunturale del Veneto.

Nel primo semestre l’attività economica regionale ha risentito pesantemente degli effetti della pandemia di Covid-19. Secondo l'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d'Italia, nei primi due trimestri il prodotto sarebbe diminuito del 5,8 e del 17,2 per cento rispetto ai corrispondenti periodi del 2019, in linea con quanto osservato nel resto del Paese.

Il drastico calo dell'attività economica della primavera è stato seguito da un parziale recupero nei mesi estivi: Ven-ICE, l'indicatore che misura la dinamica di fondo dell'economia sulla base delle più recenti informazioni congiunturali disponibili, evidenzia una ripresa nel terzo trimestre (fig. 1.1.b). Nonostante il recupero, diffuso a tutti i comparti e particolarmente robusto in quello manifatturiero, il livello di attività economica in regione rimarrebbe tuttavia ancora ampiamente inferiore a quello di inizio anno.

Nell'industria manifatturiera, nonostante la significativa ripresa del terzo trimestre, i livelli produttivi medi dei primi nove mesi sono calati in tutti i settori, soprattutto nel sistema della moda e nei mezzi di trasporto. Secondo il sondaggio autunnale della Banca d'Italia, le imprese prefigurano per l'anno in corso una marcata flessione della spesa per investimenti fissi. Nel 2021 la ripartenza dell'accumulazione sarebbe solo parziale.

Il comparto dei servizi privati non finanziari ha risentito in maniera ancora più marcata degli effetti dell'emergenza sanitaria e anche le prospettive per i prossimi mesi appaiono meno favorevoli rispetto a quelle dell'industria, in particolare per i servizi connessi con il turismo. In estate, l'allentamento dei vincoli alla mobilità, che avevano quasi azzerato i flussi turistici tra marzo e maggio, ha favorito una attenuazione del calo del turismo interno, mentre la flessione delle presenze di turisti stranieri è proseguita a ritmi intensi. Anche i livelli di attività del comparto edile hanno subito una forte flessione nella prima parte dell'anno, solo in parte mitigata dal positivo andamento della spesa per opere pubbliche degli enti territoriali. La ripresa nei mesi successivi non sarebbe stata particolarmente robusta: i livelli di attività previsti per l'intero 2020 dalle imprese di costruzioni interpellate dalla Banca d'Italia risultano prevalentemente in calo. Le previsioni per il 2021 sono positive, favorite dalle aspettative sugli effetti che potranno derivare dagli incentivi fiscali introdotti dal decreto "rilancio" per interventi antisismici e di efficienza energetica delle abitazioni.

Il blocco dei licenziamenti e il massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali hanno permesso di contenere gli effetti negativi sull'occupazione a tempo indeterminato. Nonostante i provvedimenti di sostegno a imprese e lavoratori il saldo tra attivazioni e cessazioni di posizioni lavorative nel settore privato ha registrato marcate contrazioni tra marzo e maggio, più intense per la componente femminile, maggiormente occupata in attività più esposte agli effetti della pandemia come i servizi turistici, e per i giovani, impiegati più frequentemente con contratti a tempo determinato. Durante l'estate il saldo delle posizioni lavorative è migliorato rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente recuperando solo in parte le perdite accumulate nella prima parte dell'anno.

L'elevato fabbisogno di liquidità delle imprese è stato soddisfatto dalla crescita del credito, iniziata la scorsa primavera e proseguita, in accelerazione, durante l'estate. La capacità delle banche di aumentare i finanziamenti ha beneficiato delle misure espansive di politica monetaria e dei provvedimenti governativi sulle moratorie e sulle garanzie sui prestiti. I finanziamenti alle famiglie hanno invece rallentato, in connessione con il calo dei consumi e con la dinamica negativa del mercato immobiliare. La qualità del credito è stata per il momento preservata anche grazie alle misure di politica economica a sostegno di famiglie e imprese e agli interventi delle autorità di vigilanza. Il flusso di nuovi crediti deteriorati in rapporto ai prestiti è infatti rimasto ancora su livelli storicamente contenuti. In un contesto economico di elevata incertezza, i depositi bancari di famiglie e imprese sono aumentati nei primi nove mesi del 2020 anche per le accresciute giacenze a scopo precauzionale.

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