Governatore Visco - Come affrontare il cambiamento: sfide per il lavoro

Il Governatore Ignazio Visco è intervenuto su “Come affrontare il cambiamento: sfide per il lavoro” in occasione delle Giornate del lavoro della CGIL a Firenze.      

"Nella storia umana il progresso tecnologico ha spesso avuto effetti dirompenti, nel breve periodo, sull’occupazione; ma è anche stato il motore del miglioramento della qualità della vita. Di fronte alla minaccia per i livelli dell’occupazione, la strada non può essere frenare il progresso». Ignazio Visco, ospite della CGIL sul palco fiorentino delle Giornate del Lavoro, ha scelto di lasciare sullo sfondo i temi contingenti dell’attualità economico-finanziaria, per proporre una riflessione di più ampio respiro sul rapporto tra innovazione tecnologica e occupazione. Un rapporto complesso che, in Italia, vede oggi incrinarsi i meccanismi stessi che hanno reso possibili gli attuali standard di vita.

I grandi mutamenti globali come l’integrazione dei mercati, la rivoluzione tecnologica, la preoccupazione per la sostenibilità ambientale, l’invecchiamento della popolazione e la transizione demografica hanno inciso profondamente sul sistema produttivo italiano, che già scontava antiche debolezze strutturali e una specializzazione produttiva sbilanciata verso produzioni tradizionali. Molte imprese hanno visto contrarsi drammaticamente i margini di profitto, e ciò ha fatto sì che la maggiore flessibilità del mercato del lavoro sia stata utilizzata in gran parte per ridurre i costi di produzione, rinunciando ad avviare un profondo e necessario cambiamento strutturale. Dinamiche come questa hanno interessato molti paesi, generando (in certi casi in modo macroscopico, come negli Stati Uniti) una crescente polarizzazione tra una élite altamente qualificata, che lavora a fianco delle nuove tecnologie e percepisce redditi elevati, e la restante popolazione, meno istruita, che fronteggia costanti difficoltà occupazionali e salari stagnanti o in diminuzione.

La relazione tra cambiamento tecnologico e occupazione è un punto molto discusso nell’analisi economica, soprattutto per le interazioni con la recente e prolungata recessione. Già Keynes, nel 1930, parlava di una “disoccupazione tecnologica”, causata dalla scoperta di nuovi modi di risparmiare sul lavoro a una velocità superiore rispetto a quella con la quale si riescono a trovare nuove forme di impiego. Eppure, dati alla mano, il progresso tecnologico ha storicamente generato più posti di lavoro di quanti ne abbia distrutti, in termini sia di nuovi mestieri che di indotto. È però necessario adattare i meccanismi del sistema al mutare del contesto: solo così si potranno cogliere i benefici dell’innovazione minimizzandone gli inevitabili effetti collaterali.

Bisogna dunque intervenire con riforme efficaci, ma non perché “altri” ce lo chiedano (siano essi l’Europa, la BCE o i mercati internazionali), bensì per rafforzare la capacità della nostra economia di agganciare l’innovazione e il progresso tecnologico, facendo sì che tutti possano parteciparvi e goderne i frutti. Parlando ai sindacalisti Ignazio Visco ha usato parole come “spirito nuovo”, “coraggio”, “immaginazione”, ponendo l’accento su quattro grandi temi: l’investimento in conoscenza, l’organizzazione dei tempi di lavoro, la distribuzione delle risorse e il rafforzamento del sistema produttivo. Quattro snodi critici sui quali i decisori di politica economica, le imprese, i lavoratori e i cittadini saranno chiamati a sviluppare una discussione seria, costruttiva partecipata. In questo confronto, ha concluso il Governatore, «il sindacato non può esimersi dal dare il suo contributo, non per difendere l’esistente, ma per rendere il nostro futuro meno incerto".