Criteri di investimento dei portafogli azionari

La Banca d'Italia, oltre alle riserve ufficiali del Paese e alle attività derivanti dalle operazioni di politica monetaria, gestisce un portafoglio finanziario a fronte dei propri fondi e riserve patrimoniali, inclusi quelli relativi al trattamento di quiescenza del personale.

L'obiettivo della gestione del portafoglio finanziario è di contribuire alla copertura dei costi dell'Istituto e di preservarne la solidità patrimoniale, diversificando il proprio attivo rispetto ai fattori di rischio tipici delle banche centrali.

In questa prospettiva il portafoglio è investito, per una quota minoritaria (intorno al 10 per cento), in titoli azionari e in quote di organismi di investimento collettivi del risparmio di natura azionaria.

La componente azionaria è costituita in massima parte da titoli quotati nell'area dell'euro. Sono esclusi gli investimenti in azioni bancarie e assicurative in relazione al ruolo istituzionale svolto dalla Banca d'Italia.

La gestione del portafoglio azionario quotato, geograficamente diversificato tra Italia, altri paesi dell'area dell'euro e, in misura minore, USA e Giappone, è ispirata a un criterio generale di neutralità di mercato, realizzata mediante la replica di indici di riferimento. Di recente tale criterio è stato integrato dai fattori ESG (Enviromental, Social and Governance) al fine di orientare gli investimenti verso obiettivi di sostenibilità. Si è pertanto deciso di: 1) escludere dall'universo degli investimenti le società che operano prevalentemente in settori banditi dal Global Compact delle Nazioni Unite (tabacco e armi controverse); 2) privilegiare le società con i punteggi migliori sui profili ESG, secondo la valutazione compiuta da una società specializzata (approccio best in class), opportunamente selezionata. L'obiettivo generale è massimizzare il profilo ESG dei portafogli, riducendone l'intensità carbonica (rapporto tra emissioni di gas serra e fatturato).

Le politiche di investimento, così integrate, applicano i seguenti criteri per i singoli portafogli distinti per area geografica:

  • Il portafoglio italiano replica un indice azionario del mercato italiano costituito da imprese con capitalizzazione media superiore a 500 milioni di euro opportunamente personalizzato per escludere i titoli dei settori bancario, assicurativo, dei servizi finanziari e dei mezzi di comunicazione.

I pesi dell'indice così personalizzato sono proporzionali alla capitalizzazione di mercato di ciascun titolo.

Il portafoglio è costruito con i seguenti vincoli:

  • la quota di partecipazione al capitale per ciascuna società in portafoglio può variare in funzione del profilo ESG entro un intervallo di ±0,25% rispetto alla quota corrispondente nell'indice personalizzato;
  • Il peso di ciascun settore non può superare di oltre il 3,5% quello corrispondente nell'indice;
  • l'intensità di emissioni di gas serra deve essere inferiore a quella dell'indice di riferimento.
  • Il portafoglio azionario dell'area dell'euro replica un indice di mercato ampiamente diversificato, dal quale sono escluse le azioni italiane e i titoli bancari, assicurativi e dei servizi finanziari. Per ridurre i costi di transazione e operativi la replica è attuata mediante un metodo campionario, che impiega un sottoinsieme dei titoli. Il modello econometrico per la replica campionaria è basato su cinque fattori macroeconomici[1] e integra i criteri ESG, escludendo i titoli che presentano un punteggio ESG inferiore a una soglia predefinita.

Le modalità della replica sono controllate minimizzando lo scostamento del rendimento atteso del portafoglio rispetto all'indice (misurato dalla deviazione standard del differenziale di rendimento, c.d. tracking error volatility) e rispettando i vincoli seguenti:

  • lo scostamento di ciascun settore rispetto all'indice è contenuto entro l'1% circa;
  • il peso di ciascuna azione ha scostamenti limitati sia rispetto al peso nell'indice, sia rispetto alla quota di partecipazione al capitale sociale.
  • I portafogli azionari statunitense e giapponese sono rappresentati da quote di OICR selezionati tra quelli che attuano una gestione passiva di indici ESG.

I portafogli italiano e del resto dell'area dell'euro sono soggetti a un ribilanciamento trimestrale per adeguarne la composizione alle variazioni degli indici di riferimento.

La Banca d'Italia non prende parte alle assemblee delle società in portafoglio.



[1] I fattori macroeconomici presi in considerazione sono: a) lo spread creditizio; b) il term spread; c) l'inflazione core per l'area dell'euro; d) un indicatore anticipatore dell'attività economica destagionalizzato per l'area dell'euro; 5) una parte del rendimento dell'indice azionario non spiegata dagli altri fattori (market timing).