Le prospettive di crescita dell'economia globale rimangono modeste
Dopo un miglioramento in primavera, emergono segnali di rallentamento dell'economia mondiale, soprattutto a causa della debolezza della manifattura. Negli Stati Uniti l’attività rimane robusta, mentre in Cina la domanda interna continua a risentire della crisi del settore immobiliare. Secondo le stime di settembre dell'OCSE l'incremento del PIL globale si collocherà poco sopra al 3 per cento nel 2024 e nel 2025, in linea con il dato dell'anno scorso.
La Federal Reserve ha ridotto i tassi ufficiali e la Banca centrale cinese ha adottato nuove misure espansive
A settembre la Federal Reserve ha ridotto i tassi di riferimento, in considerazione della riduzione dell'inflazione e del rallentamento del mercato del lavoro. In Giappone la Banca centrale ha innalzato i tassi di riferimento alla fine di luglio; l'attesa di ulteriori aumenti, in concomitanza con la pubblicazione di dati deludenti sulla congiuntura statunitense, ha innescato all'inizio di agosto forti tensioni nei mercati finanziari internazionali, poi ampiamente rientrate. In settembre la Banca centrale cinese ha varato misure espansive straordinarie.
Nell'area dell'euro l'attività resta deludente e prosegue la disinflazione
Sarebbe proseguita nei mesi estivi la sostanziale stagnazione del PIL dell'area dell'euro: il ciclo manifatturiero è rimasto debole, mentre si è protratta l'espansione dei servizi. A settembre l'inflazione ha continuato a diminuire, anche nella componente di fondo. Secondo le proiezioni di settembre degli esperti della BCE, l'inflazione al consumo diminuirà progressivamente, dal 2,5 per cento nella media dell'anno in corso al 2,2 nel 2025 e all'1,9 nel 2026.
La BCE ha nuovamente ridotto i tassi ufficiali
Dopo un primo taglio a giugno, nella riunione di settembre il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha ulteriormente ridotto di 25 punti base il tasso di interesse sui depositi presso l'Eurosistema. A settembre è inoltre entrata in vigore la riduzione a 15 punti base del differenziale tra il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali e quello sui depositi, deliberata dal Consiglio lo scorso marzo.
In Italia la crescita prosegue a ritmi moderati
Sulla base di nostre valutazioni, in Italia la crescita in estate è stata moderata; una nuova espansione dei servizi si è associata alla persistente debolezza della manifattura. La domanda aggregata ha beneficiato soprattutto dell'andamento dei consumi, sostenuti dalla ripresa del reddito disponibile, a fronte di un contributo negativo delle vendite estere.
Aumenta l'avanzo del conto corrente
Nel secondo trimestre del 2024 l'avanzo del conto corrente si è ampliato, soprattutto per la riduzione del deficit dei redditi primari e per il saldo dei servizi, tornato positivo. Gli acquisti netti di titoli italiani, principalmente pubblici, da parte dei non residenti, si sono mantenuti elevati. La posizione creditoria netta sull'estero continua a rafforzarsi.
La domanda di lavoro si indebolisce, i salari reali recuperano gradualmente
Emergono alcuni segnali di indebolimento della domanda di lavoro: i posti vacanti si sono ridotti e le ore lavorate sono diminuite nel secondo trimestre. La partecipazione è scesa lievemente in estate, contribuendo alla flessione del tasso di disoccupazione. I recenti rinnovi contrattuali stanno favorendo un graduale recupero dei salari reali.
L'inflazione diminuisce
Dopo l'aumento di luglio, l'inflazione è tornata a scendere, riflettendo l'ulteriore calo delle quotazioni dell'energia. Anche la componente di fondo è diminuita, nonostante la dinamica dei prezzi rimanga relativamente elevata nei servizi. Famiglie e imprese continuano ad attendersi una crescita moderata dei prezzi.
Scende lievemente il costo del credito, ma la domanda di finanziamenti si mantiene contenuta
Malgrado un lieve allentamento dei criteri di offerta in primavera, i prestiti bancari alle imprese hanno continuato a contrarsi, principalmente per la minore domanda di credito per investimenti. Si è invece interrotta la flessione dei finanziamenti alle famiglie che, seppure marginalmente, sono tornati a espandersi per la prima volta dall'inizio del 2023.
Il Governo ha approvato il Piano strutturale di bilancio di medio termine dell'Italia
Il 27 settembre il Governo ha approvato il Piano strutturale di bilancio di medio termine che prefigura per gli anni 2025-29 un obiettivo di spesa netta in linea con la traiettoria proposta dalla Commissione. Il disavanzo programmatico scenderebbe sotto al 3 per cento del PIL nel 2026. Il rapporto tra il debito pubblico e il prodotto continuerebbe ad aumentare fino al 2026, al 137,8 per cento, per poi diminuire in media di un punto percentuale all'anno fino al termine del percorso di consolidamento.
Nel prossimo biennio il PIL si rafforzerebbe gradualmente e l'inflazione rimarrebbe bassa
Le nostre proiezioni confermano per il 2024 le valutazioni formulate in precedenza di una crescita del PIL dello 0,6 per cento (0,8 escludendo la correzione per le giornate lavorative) e prefigurano un'accelerazione nel biennio successivo, in cui il prodotto si espanderebbe cumulativamente di oltre il 2 per cento. L'inflazione al consumo si manterrà bassa, pari all'1,1 per cento nel 2024 e all'1,6 sia nel 2025 sia nel 2026.